Riverdale 2×09 “Silent Night, Deadly Night” – Recensione
Silent Night, Deadly Night, midseason finale di Riverdale prende il titolo come di consueto da un film degli anni ’80. L’omonimo lavoro questa volta è un horror fimato da Charles E. Sellier Jr., che racconta di un bambino traumatizzato da un folle che uccide i genitori davanti a lui vestito da Babbo Natale. A causa di ciò, si trasforma crescendo in un serial killer senza scrupoli.
Queste premesse sono certamente inquietanti, per una puntata che è tanto natalizia nell’atmosfera, quanto terribile nei contenuti. C’è chi, come Veronica Lodge e la sua famiglia può permettersi di “sperperare” molti soldi in uova decorate come “magnati russi”. E poi c’è chi come Cheryl e soprattutto Archie si ritrova in difficoltà economiche.
Natale si sa è il tempo dei regali e il consueto scambio avviene anche tra i protagonisti. Oltre ai pacchetti di Archie e di Jughead, Betty riceve un pensiero molto particolare, dal suo Babbo Natale segreto. Mentre la madre pensa innocentemente a un ammiratore, la ragazza capisce immediatamente che si tratta di un messaggio da parte dell’uomo incappucciato.
Assieme ad Archie decide di mettere fine alla vicenda del Boia. I due sono sulle tracce del Sig. Svenson, misteriosamente scomparso dopo aver parlato con Veronica e Archie del suo tragico passato. L’indagine li porta prima nel convento dove era stata rinchiusa Polly e poi a casa di Cheryl. Qui nonna Blossom racconta una vicenda oscura di vendetta e di giustizia sommaria, che ha coinvolto anche il nonno di Betty. Così l’omicidio di un innocente diventa il peccato, la causa di questa nuova vendetta del boia.
L’incontro con il misterioso killer è terribile, come tremendo è ciò che egli chiede a Betty di fare. Di nuovo il coraggio dei ragazzi vince su tutto e l’intervento dello sceriffo sventa il peggiore degli epiloghi. Davvero è così? Nessuno dei protagonisti ne è convinto.
Mentre Veronica e Archie sembrano ritrovarsi, Betty, sola con sé stessa, medita sul lato oscuro di sé che il Boia l’ha obbligata ad esplorare e capisce che non può semplicemente eliminarla. In questo “regno del caos” instaurato dall’uomo incappucciato, in molti si sono trovati a percorrere vie fino a quel momento sconosciute. Jughead stesso si trasforma, mostra certamente coraggio, ma quanto si è spinto oltre nel cercare di sistemare le cose con l’“incantatrice di vipere”?
Per ora non lo sappiamo e dovremo aspettare fino al 17 gennaio per scoprirlo.
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