“Ve ne pentirete!!! Ve ne pentirete!! Ve ne pentire!!”
Dove sono i mie amati feti in morfolina, la ragazza down, i gemelli inquietanti, la domestica orba. Dove siete amati mostri delle temibili cantine? Vabbè me ne farò una ragione, la prima serie è terminata, e ora siamo qui nel 1964 in un ex ricovero per malati di tisi, adibito a manicomio gestito dalla Chiesa, il Briarcliff.
Come per la prima serie, anche qui vige la regola che le leggende metropolitane non sono leggende. Tutte le fantasie che possono avervi spaventato, incuriosito, eccitato sono presenti: suore voluttuose, suore con frustini e natiche pronte ad essere castigate, psichiatri che operano come il terribile dottor Mengele, alieni che ti impiantano microchip sotto la cute e ti spingono a compiere terribili omicidi, innocenti rinchiusi in manicomio, lobotomie eseguite su persone sane… insomma ci siamo, prendete il vostro orsacchiotto e strigetelo forte, Ryan Murphy e Brad Falchuck sono tornati!
La terribile direttrice del Briacliff è suor Jude, la mia adorata Jessica Lange, che dispensa ordini e punizioni a suon di frustino, quando ti va bene. Ha nella sua stanza un armadio con scudisci di forme e grandezze diverse a seconda della gravità dell’azione commessa, proni sulla sua scrivania tutti i personaggi, secondo me, ci faranno capolino. Invaghita del Monsignor Timothy Howard, si lascia andare a erotiche fantasie decisamente poco consone alle vesti che indossa. Inciso, vedere Jessica in sottana rossa in pose estremamente suadenti vale l’intera visione dell’episodio, ma forse è la mia adorazione che mi ha spinto a tale precisazione.
Se crediamo che il male sia impersonificato da suor Jude, è solo perché non abbiamo ancora visto entrare in scena il dottor Male, il dottor Arthur Arden. Con fare educato e quasi gentile sottopone poveri diavoli ai peggiori esperimenti, quasi tutti mortali. Una terribile contrapposizione tra scienza e fede nelle sue espressioni più malvagie. Sul lettino del dottor Arden ci finisce il bello e affascinante Tate… ops Kit! Perdonatemi ma ancora spero che questa casa, la mia, possa essere condivisa con il fantasma di Tate, ragazzo senza dubbio difficile, ma tanto bellino!!
Evan Peters qui recita il ruolo di un ragazzone di provincia, Kit Walker, che si ritrova al Briarcliff con l’accusa di essere il terribile “Bloody Face”. È accusato di avere ucciso brutalmente la moglie segreta – è una ragazza di colore, ricordo che siamo nel 1964 in America, dove ammazzare il nero era ancora sport nazionale! L’affascinante Kit si dichiara innocente, affermando di essere stato rapito dagli alieni che gli hanno impiantato un microcip sotto la cute e poi ucciso la moglie. Il microchip verrà poi estratto dal Arden, e assunta la forma di un ragnetto si dileguerà… La reazione, anzi la non reazione di Arder ci potrebbe portare a pensare che lui o ne sa qualcosa o è un ALIENO! (Attendiamo Mulder e l’agente Scully).
E così entra in campo anche la giornalista d’assalto, Lana Winters, che vuole con ogni mezzo, riuscire ad avere informazioni sul terribile Bloody Face. Entra al Briarcliff con la scusa di voler scrivere un pezzo sul panificio del manicomio, ma ovviamente suor Jude non ci impiega molto a capire quali sono le reali intenzioni, e le intima di non tornare più. Ora se io fossi stata Lana, sarei uscita di scena e mi sarei rintanata a casa con la mia compagna Wendy (Clea DuVall) e avrei scritto articoli sulle casalinghe americane negli anni ’60. E invece no, ‘sta pazza, ritorna in piena notte, incrocia nel giardino suor Mary Eunice (Lily Rabe, era la prima padrona di casa in AHS, quella che girava per la casa con metà cranio mancante) che per ordine di Arden, dispensa cibo delle bestie dai versi terrificanti. E cosa pensa bene di fare la nostra Lane? Ricattare la povera suorina, visto che ha compreso che suor Jude è all’oscuro dei questo rituale notturno, facendosi portare dinnanzi a Bloody Face. Chi di voi sarebbe mai entrato in un manicomio come quello di notte?
Ovviamente le cose precipitano, Lane viene assalita da non si sa bene chi, tutti sono nel panico ma suor Jude prende in mano la situazione. Lane si risveglia e si ritrova legata ad un letto in una stanza angusta con la Madre Suora di fronte. È stata internata, e l’autorizzazione è stata data da Wendy. Povera Wendy, suor Jude le ha estorto la sua firma minacciandola di informare tutta la comunità della loro omosessualità. Ricordo che siamo nel 1964, per una cosa del genere potevi finire ancora al rogo.
Più o meno questo è quanto, ah dimenticavo, a fare da contorno a tutto ciò la storia di due squinternati dei giorni nostri, Leo e Teresa, che si eccitano nel fare sesso in case stregate. Lui fa da subito una brutta fine, aspettiamo il prossimo episodio per conoscere che sorte spetterà a Teresa, del resto non si entra in un vecchio manicomio abbandonato!
“Ve ne pentirete!!! Ve ne pentirete!! Ve ne pentire!!”