Cosa ci è piaciuto e cosa non ci ha convinto della seconda stagione di Bridgerton? Degli episodi al debutto il 25 marzo su Netflix ci è piaciuta senz’altro la storia d’amore tra Kate Sharma (Simone Ashley) e Anthony Bridgerton (Jonathan Bailey). A differenza del legame impetuoso che univa il Duca Simon Basset a Daphne Bridgerton, nella stagione 2 assistiamo ad un innamoramento a fuoco lento.
Forse un po’ troppo, giacché per vedere baciare i Kanthony, così la coppia è nota tra i fan, abbiamo dovuto aspettare la fine del sesto episodio. C’è senz’altro più tensione sessuale, l’alchimia tra i due protagonisti è incredibile eppure non si può fare a meno di notare che questa seconda stagione abbia tirato un po’ troppo la corda, quando si è trattato di stuzzicare l’appetito del pubblico desideroso di un lieto fine.

Passiamo ad un’altra coppia, quella formata da Eloise Bridgerton (Claudia Jessie) e Theo Sharpe (Calam Lynch), il garzone di una tipografia. È in questa storyline che la serie tv sembra allontanarsi maggiormente dai romanzi, giacché il personaggio di Theo è stato inventato appositamente per lo show. Ci auguriamo di rivedere Theo nella terza stagione e speriamo che il loro amore non sfumi per via del personaggio si Sir Phillip Crane, il marito di Eloise nei romanzi. Attualmente, nella serie tv il personaggio è convolato a nozze con Miss Marina Thompson, divenuta la nuova Lady Crane.

Nonostante abbiamo dovuto fare a meno di Regé-Jean Page nel ruolo del Duca Simon, è stato emozionate ritrovare la duchessa Daphne (Phoebe Dynevor) in compagnia il piccolo Augie, il bambino che lei e Simon hanno accolto alla fine della prima stagione. Senza più essere il perno della serie, Daphne diventa un personaggio più gradevole e simpatico, rappresentando un riferimento importante per Anthony e facilitando il suo amore con Kate.

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La seconda stagione ha inoltre dato più spazio a Benedict Bridgerton (Luke Thompson), il secondogenito che in questi episodi inizia a frequentare la Royal Academy. La sua disillusione nei confronti della posizione di privilegio che ricopre nella società londinese (è stato Anthony ad agevolare la sua ammissione in accademia grazie ad una donazione importante) sembra anticipare l’ingresso in scena nella terza stagione di Sophie Beckett, la donna che nei romanzi finirà per diventare sua moglie. E poi, vogliamo parlare della scena del tè?

Proseguiamo la carrellata di punti di forza della seconda stagione sollevando un punto importante: la colonna sonora. Da “Dancing on my own” di Robyn a “Material girl” di Madonna, ancora una volta Bridgerton supera sé stessa regalandoci quel mix irresistibile di cultura pop e atmosfere ottocentesche che hanno reso questa serie un fenomeno globale.

Non possiamo concludere questa rassegna senza menzionare la vera, unica e incontrastata icona della seconda stagione: Newton, il corgi di Kate, Edwina e Lady Mary. Qualcuno gli dia uno spin-off tutto suo al più presto!

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