Colonna sonora de Le indagini di Lolita Lobosco
Qual è la colonna sonora de Le indagini di Lolita Lobosco? Debutta domenica 21 febbraio il primo appuntamento su Rai 1 con la bellissima Luisa Ranieri, qui nei panni del vicequestore Lolita. Lei è la protagonista della serie tv a metà tra giallo e rosa firmata dal regista Luca Miniero, liberamente tratta dai romanzi di Gabriella Genisi (editi da Sonzogno e Marsilio Editori). Ad accompagnare le sue vicende piene di coraggio, determinazione e un pizzico di fascino c’è la colonna sonora creata ad hoc dai compositori e musicisti italiani Santi Pulvirenti (La mafia uccide solo d’estate) e Tommy Caputo (Benedetta follia). Ma quali sono le altre canzoni presenti nella fiction?

Il cuore è uno zingaro di Nada
A partire già dalla primissima puntata de Le indagini di Lolita Lobosco ci imbattiamo nell’inconfondibile melodia de Il cuore è uno zingaro di Nada. Nel dettaglio, sentiamo la canzone durante il concerto di Capodanno organizzato dal corpo di Polizia di Bari. Il concerto, ripreso in live streaming, è eseguito da il poliziotto Lello e dalla bella Caterina. E mentre tra i due nasce un’intesa, sentiamo la vera voce di Nada che accompagna le immagini dall’alto del bellissimo panorama di Bari illuminato dalle luci della sera.
Le indagini di Lolita Lobosco sigla
Cosa sappiamo invece sulla sigla de Le indagini di Lolita Lobosco? Dopo aver visto la prima puntata della fiction, è impossibile non essersi innamorati della sigla a inizio episodio. Il brano, composto e cantato da Santi Pulvirenti, si intitola Me and my prison soul e sarà presto disponibile anche su Spotify. Ci accorgiamo così di una magica unione tra musica e immagini, quelle della Puglia dove è ambientata la fiction, in grado di dare un senso di modernità alla splendida cornice del Sud.
Come afferma infatti lo stesso regista Luca Miniero in occasione della conferenza stampa della serie, lo scopo della sigla era quello di mettere in risalto la contemporaneità del Sud Italia “con un trattamento anche coloristico che potesse ricordare il Sud che non fosse il solito Sud del giallo che siamo abituati a vedere”.
Per creare un tale risultato, troviamo quindi la musica di Santi Pulvirenti in collaborazione con la fotografia di Federico Angelucci ispirata al racconto di Lolita che, come continua il regista, “ha voluto privilegiare certi aspetti del Sud un po’ più contemporanei”.
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