
La prima puntata del primo crossover che riunisce Chicago Fire, Chicago PD e Chicago Med è andata in onda. La vita di Hermann è appesa a un filo, non abbiamo certezze su quale sarà il suo futuro, sul destino di colui che è “la colonna portante della 51”, ma possiamo sperare, ancora e ancora, che quel filo non venga spezzato, mai.

L’episodio inizia con Hermann disteso a terra, chiede aiuto Hermann, o almeno ci prova, con forza, con quella poca forza che ancora gli è rimasta dopo essere stato accoltellato da Freddie al termine dell’ultima puntata andata in onda nel 2015. Dopo pochi minuti Otis e Gabby lo trovano disteso in un lago di sangue “Freddie… Freddie mi ha accoltellato. Poi è scappato”. Non c’è tempo da perdere, un’ambulanza, gli occhi di Gabby pieni di paura, così come quelli di tutti gli uomini e le donne della Caserma 51, di quella casa di cui Hermann è sempre stato e sempre sarà “la colonna portante”, qualsiasi cosa accada. Le lacrime iniziano a bagnarci il viso, come Otis, Cruz, Gabby, Casey, anche noi abbiamo paura. Perdere Hermann è qualcosa a cui non siamo pronti, probabilmente non lo saremo mai.

La paura cresce, i minuti scorrono veloci, troppo veloci (come ogni volta che vediamo una puntata di Chicago Fire, 41 minuti sono sempre troppo pochi), Hermann ha bisogno di cure, lo sguardo di Cruz mostra il suo senso di colpa per aver portato Freddie alla 51, non ha importanza quali fossero le sue intenzioni, Joe si sente colpevole e se Hermann non dovesse farcela, non potrà mai perdonarselo. Ma la colpa non è di Cruz, noi lo sappiamo, Otis lo sa, così come Boden. Il solo che sembra non riuscire a capirlo è Severide che, non me ne vogliate, avrei preso a schiaffi nei primi minuti di questo episodio. I suoi occhi, il tono della sua voce, ogni singola cellula del suo corpo incolpava Cruz per quanto accaduto. Tutto in Kelly Severide diceva “la colpa è tua Cruz”. E adesso ditemi, chi come me non ha per nulla apprezzato l’atteggiamento di Kelly nella prima parte dell’episodio? Si, lo capisco, la paura ti colpisce, non ti fa ragionare, ma un uomo come te Severide, un uomo che è sempre stato disposto a tutto per aiutare il prossimo, dovrebbe capirlo e non puntare il dito. Mi dispiace, ma dal tenente Kelly Severide mi aspettavo qualcosa di meglio.

Hermann intanto arriva in ospedale, le sue condizioni sono critiche, ha bisogno di sangue, di una trasfusione che lo metterà però nuovamente in pericolo. E mentre nulla sembra andare per il verso giusto, mentre le lacrime continuano a bagnarci il viso, mentre il cuore sembra voler andare troppo velocemente, ci ritroviamo a sorridere ascoltando una goffa e frettolosa proposta di matrimonio che Mouch rivolge al sergente Platt. Anche per questo abbiamo atteso tanto, per vedere insieme una coppia che ci fa sorridere, che ci diverte ed emoziona allo stesso tempo, perché? Perché è impossibile non amare Platt, perché è impossibile non amare Mouch, perché è impossibile non amarli quando sono insieme. “Una proposta di matrimonio dovrebbe essere il momento più romantico della tua vita” è la prima risposta di Platt, una risposta che lascia Mouch e noi senza parole, quelle parole che non arriveranno nemmeno nel momento più dolce di tutto l’episodio, perché li, le parole, non serviranno più. Platt torna in ospedale, vuole stare accanto all’uomo di cui si è innamorata, “all’uomo più dolce e onesto che abbia mai conosciuto”. E allora, questa volta, tutto cambia, quella fatidica domanda torna attraverso la voce del sergente Platt che chiede al suo Mouch di farla diventare “la donna più fortunata del mondo” sposandola. Si! Questa è la sola parola che conta. E così, ancora una volta, una lacrima ci bagna il viso, per Platt e Mouch, per Hermann, per Cruz, per tutto quello che è accaduto e per tutto quello che non dovrà mai accadere.

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