“Molte persone di successo sono infelici. Ecco perché sono persone di successo – devono rassicurare se stesse riguardo a se stesse col raggiungere qualcosa che il mondo noterà,” diceva Agatha Christie, la giallista più celebre della letteratura contemporanea.
Anche in Corpo Libero – il romanzo di formazione a tinte gialle dal libro di Ilaria Bernardini e disponibile nella sua interezza a partire dal 9 novembre su Paramount+ – le vite di un gruppo di giovani atlete di ginnastica artistica si rivelano ben più complesse di quanto apparissero dall’esterno. Il sogno è uno: rappresentare l’Italia alle prossime Olimpiadi. Per concretizzare questa ambizione, Martina (interpretata da Alessia De Falco) e le sue compagne di squadra della Vis Invicta devono gareggiare nel Winter Fox ed emergere vittoriose dal torneo.
Una disciplina ferrea scandisce le giornate di queste adolescenti che hanno deciso di votare la loro gioventù alla ginnastica artistica. Giornate di doppi, tripli allenamenti per raggiungere l’esecuzione perfetta. Muscoli tesi e nervi saldi: non c’è spazio per vulnerabilità e sentimenti, nelle schiere della Vis Invicta. Martina, Anna e Benedetta, Carla e Nadia. Queste giovani atlete conducono esistenze talmente serrate che a loro non è concesso sperimentare la noia, o magari quell’infelicità di cui parlava Agatha Christie.
Uno soltanto è il sentimento che affiora in loro: la necessità di primeggiare, di svettare, di essere vincente nello sport – convinte che questa sia la formula magica che traslerà le loro vittorie anche negli altri ambiti della vita. Peccato che il traguardo si sposti un po’ più in là con ogni risultato conseguito: quand’è che il mondo vedrà Martina e le sue compagne davvero e non solo come atlete?
Da qualche anno a questa parte, anche l’Italia ha dimostrato di poter competere, nel settore della produzione televisiva, con i teen drama esteri e internazionali. Sebbene lo scenario nostrano si sia – per molti decenni – limitato a tratteggiare le esperienze di crescita degli adolescenti italiani, qualcosa è finalmente cambiato. Corpo Libero lo fa aggiungendo un risvolto giallo alla vicenda delle giovani atlete protagoniste.
La mattina della finale, infatti, le ragazze devono fare i conti col ritrovamento di un cadavere sotto un cumulo di neve. Attraverso le loro confessioni, le indagini della polizia vengono a capo di una fitta rete di segreti e bugie tra le cui trame è intessuto anche un filo di verità. Una verità spietata quanto gli allenamenti a cui Rachele (Antonia Troppo) sottopone le “sue” ragazze.
Se la promessa della risoluzione del murder mystery può essere allettante per chi si affaccia alla visione di Corpo Libero, ciò che la serie effettivamente restituisce a chi guarda è un racconto nitido e – talvolta – feroce dell’adolescenza. Nessuna serie tv italiana, ad oggi, ha saputo raccontare come Corpo Libero la profonda sofferenza che inevitabilmente contraddistingue il passaggio dall’età fanciullesca a quella adulta.
Partendo dalle metafore visive – per nulla didascaliche – di disciplina, allenamenti e ripetizioni, la serie mette in luce le dinamiche del gruppo delle ragazze dimostrando che, nella finzione così come nella realtà, la verità è un risultato collettivo e mai individuale.
“Il tutto è maggiore della somma delle parti,” diceva Aristotele. Ecco che questo, nel bene e nel male, lo vediamo anche nella squadra/tribù delle Vis Invicta – che il racconto segue con lo sguardo quasi documentaristico dei registi Cosima Spender e Valerio Bonelli -, microcosmo ed epicentro delle vicende della serie.
Corpo Libero è sì un viaggio nei luoghi interiori più dolorosi dell’adolescenza, ma è anche una storia di seconde occasioni e di redenzione. E sono queste, le vittorie più grandi a cui possiamo aspirare.
Corpo Libero è disponibile su Paramount+ in streaming. Scopri come abbonarti ora.