Homeland 6×01 “Fair Game”
Lo scorso anno Homeland ci ha mostrato il lato vulnerabile dell’Europa e ci ha tenuti incollati allo schermo con la solita adrenalina, ma soprattutto con la paura per il destino di Peter Quinn, che ha rischiato di lasciarci negli ultimi episodi.
La Germania è solo un lontano ricordo? I fatti di Berlino sono rimasti indelebili per Peter, ma sarà lo stesso anche per Carrie ora che è ufficialmente tornata negli States?
Già dalle prime inquadrature di questa puntata possiamo vedere che Peter e Carrie sono ancora molto legati: lui è in condizioni gravi, deve fare fisioterapia – cosa che non sta facendo – e lei puntualmente lo va a trovare cercando di spronarlo a tornare in carreggiata.
Lui le grida che non sta facendo progressi, ma per me vederlo in piedi, sveglio, con la capacità della parola è già tantissimo! Poi ovvio, tutto lo stress post traumatico è un altro discorso…
La linea temporale di questa sesta stagione è concentrata tra i 72 giorni delle elezioni presidenziali americane fino all’insediamento del nuovo presidente, il 20 gennaio. Anche quest’anno quindi temi molto attuali: presidenziali americane, ISIS, nuovi piani d’azione in Medio Oriente… tanto che c’è chi pensa che l’unica soluzione rimasta sia di lasciare il territorio nemico. Sembra che il neo Presidente eletto abbia ideali contrastanti con ciò che abbiamo visto fino ad oggi.
Sono perplessa quanto Dar Adal e Saul dall’incontro con questa donna di potere che siederà alla poltrona più importante del mondo… non so davvero cosa potremmo aspettarci.
Dai pezzi grossi, al ghetto. Le inquadrature cambiano e ci mostrano una famiglia che ha chiaramente dei problemi: un padre assente, una madre permissiva, un figlio preoccupato e una figlia che probabilmente è dovuta crescere troppo in fretta. Il tutto condito con una musica rap in sottofondo, perchè fa più gang…
Quello che posso dire dopo i primi quindici minuti di questo episodio è che non sempre la storia è quella che crediamo, quella che impariamo. Ci sono dettagli che non vengono rivelati, ci sono segreti che è meglio tenere tali. A dimostrarcelo è proprio Sekou, che ci porta in un hotel dove tutti credono sia iniziata la guerra tra occidente e oriente.
Carrie e Otto lavorano ancora insieme, nonostante ci sia un oceano a separarli. Carrie lavora con il professor Hashem per promuovere programmi sociali e di consulenza per vittime giudiziare di cultura musulmana. Otto è chiaramente ancora molto coinvolto da Carrie, nonostante le dica di aver conosciuto un’altra, cerca ancora di entrare a far parte della sua vita sentimentale, ma per Carrie non c’è tempo, ma soprattutto non c’è interesse e, dalla scena successiva, possiamo intuire a chi siano rivolte le attenzioni della Mathison. Lo abbiamo capito da tempo ormai ma, come ho scritto nel mio incipit: per Peter il passato è ancora troppo presente e lo capiamo dalle sue decisioni avventate.
Carrie sembra diventata un’altra persona: più responsabile, meno impulsiva, completamente l’opposto di Peter.
Peter è allo sbando tra l’ospedale dove non vuole stare ed un bordello che gli costa 300 dollari, tra prostitute e droga, alla ricerca di una via d’uscita che non esiste, sempre se non è Carrie a trovargliene una portandolo a casa con sè.
Dar e Saul invece sono alle prese con il potere e le capacità o meno di gestirlo. Nelle passate stagioni abbiamo visto presidenti decisi a proseguire la guerra in Medio Oriente, oggi invece c’è la possibilità che il futuro cambi, quasi interamente a causa del lutto del neo Presidente eletto, che ha perso il figlio a soli 28 anni proprio sul campo di battaglia. Sarà questo il futuro dell’America? Sarà il giusto futuro?
L’FBI ci mette davvero poco a raggiungere Sekou, arrestato per supporto di materiale legato al terrorismo. Accuse ingiuste secondo sua madre e sua sorella. Ovviamente arriva il nesso, il fil rouge che collega la storia di Sekou a quella dei nostri protagonisti: Hashem e Carrie difenderanno i diritti di Sekou.
Le accuse contro Sekou sono legate al suo sito web e ai video che ha caricato, di cui abbiamo avuto un assaggio in questo primo episodio.
Il messaggio dei video, secondo l’FBI, è di incitamento alla violenza contro l’America, ma non è ciò che sostiene il ragazzo, che si difende dietro il dito della libertà d’espressione.
Si tratta solo di questo? Libertà d’espressione? Se è davvero così perchè Sekou aveva 5.000$ sotto il caro materasso? Cosa doveva fare con quei soldi? E se fosse stato incastrato da qualcuno per potarlo ad odiare l’America e a vendicarsi? E cosa dire dei nuovi piani del neo presidente? Saul sembra cambiato, ma Dar non riesce a voltare le spalle a quello che è stato il suo modo d’agire per anni… cosa succederà?
Sì, è iniziata una nuova stagione e parto a raffica con ventimila domande al secondo!
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