
How to get away with murder 4×03 “It’s For the Greater Good” – recensione:
Un nuovo lavoro, un nuovo caso e nuovi indizi sull’incidente di Laurel. La terza puntata della quarta stagione ci porge, così, piccoli tasselli da poter collocare in quell’enorme puzzle che rappresenta How to Get Away With a Murder. Con la stessa determinazione già dimostrata nell’episodio precedente, Annalise è alle prese con un nuovo caso.
Un nuovo caso: Ben Carter
Nonostante la fama che accompagna Annalise, questa decide di entrare nell’ufficio della Pubblica Difesa pur destando qualche sospetto nel suo nuovo capo. La nuova avventura parte con un caso più complicato del previsto: l’accusa di omicidio verso Ben Carter. La giovane fidanzata Kim morì 12 anni prima lasciando un neonato senza madre o giustizia. Per tutti questi anni Ben è stato vittima di un sistema giudiziario mal organizzato, frettoloso ed inadeguato. Grazie alle grandi abilità della Keating e qualche piccolo aiuto viene provata l’innocenza dell’accusato e la causa del decesso: suicidio. Nonostante la vittoria, Annalise e l’accusa non hanno avuto problemi ad utilizzare ogni mezzo per trionfare in tribunale. Da un lato, il personaggio interpretato dalla brillante Viola Davis ha chiamato a testimoniare proprio il suo capo accusandolo di non aver utilizzato una prova schiacciante in passato e avendo, così, condannato ad anni di “torture” lo sfortunato Ben. Dall’altro, entrano in gioco Bonnie e Nate che non si faranno scrupoli nel chiamare Oliver per hackerare il telefono di Annalise così da scovare prove a loro favore. Sebbene le intenzioni della Keating siano quelle di poter svolgere il proprio lavoro al meglio, muovendosi nel modo più corretto questo mondo corrotto e spregevole non sembra volerla lasciare.
L’abbandono di Connor

(c) ABC
Non avendo ottenuto uno straccio di tirocinio, Connor si sente sempre più lontano da quella che appariva una profonda vocazione al mondo della legge. Prende così una decisione inattesa da tutti: abbandonare definitivamente la facoltà. Nonostante i continui tentativi dei suoi amici di convincerlo a cambiare idea, Connor sembra più che convinto di non voler avere nulla a che fare con il suo passato, specialmente con gli avvocati o gli aspiranti tali che ne hanno fatto parte. Sperperando il denaro del college in strip club gay, Connor passa le sue giornate senza interessarsi delle conseguenze della sua azione fino a che non si ritroverà faccia a faccia con i suoi due papà. Guai in vista…
Sfida da Caplan & Gold
Alla ricerca disperata di normalità, Michaela prosegue nel suo tirocinio con la speranza di poter schiacciare l’odiato compagno Simon. Gli viene offerta una possibilità inaspettata dai suoi stessi capi: la Caplan & Gold organizza ogni anno un quiz che detterà quattro finalisti e, poi, un solo vincitore. Lo studio di Michaela si rivela utile perché non solo riuscirà a vincere la sfida, ma otterrà anche la stima e l’attenzione di una delle avvocatesse di maggior successo dello studio. La felicità di Michaela non potrà durare a lungo poiché Laurel la convincerà a sfruttare questa sua occasione per provare il coinvolgimento di suo padre, cliente della Caplan & Gold, nell’omicidio di Wes. A quanto pare, questi ragazzi non sono destinati ad aver un solo minuto di pace.
2 mesi dopo
Michaela appare emotivamente distrutta e sporca di sangue. Inizialmente confusa per Annalise dal sempre più misterioso Isaac, chiede disperata se LUI sia morto. Non capiamo a chi si riferisca finché non inquadrano il reparto neonatale dell’ospedale. Perdiamo sempre più certi che il bambino di Laurel sia morto ma, come ogni episodio della serie che si rispetti, non ci viene data ancora una risposta certa.
Un saluto alla pagina amica Le Regole Del Delitto Perfetto
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