Domenica 7 luglio 2019 è morto Cameron Boyce, star tra i volti più amati delle produzioni Disney Channel. Aveva appena vent’anni. La notizia è stata confermata dalla famiglia dell’attore a ABC News nelle prime ore di domenica mattina. Stando ai media americani la causa della sua scomparsa è riconducibile all’attacco di una malattia della quale l’attore soffriva da tempo, molto probabilmente una crisi epilettica.
Di seguito riportiamo la dichiarazione diffusa da un portavoce della famiglia Boyce in merito alla morte di Cameron:
È con il cuore profondamente pesante che riportiamo che stamattina abbiamo perso Cameron. È mancato nel sonno a causa di un attacco risultante da una condizione medica continuativa per la quale stava ricevendo cure. Il mondo adesso ha senz’altro perso una delle sue stelle più brillanti, ma il suo spirito continuerà a vivere attraverso la gentilezza e la compassione di tutti coloro che lo conoscevano e l’amavano. Siamo completamente distrutti e chiediamo che sia rispettata la nostra privacy durante questo momento incredibilmente difficile nel quale elaboriamo la perdita del nostro prezioso figlio e fratello
Nato e cresciuto a Los Angeles, Cameron Boyce aveva compiuto vent’anni il 28 maggio scorso. A breve sarebbe tornato sugli schermi americani con il terzo capitolo della saga di film per la televisione Disney Channel Original Movie intitolato Descendants 3, nella quale veste ancora i panni di Carlos De Mon.
Sin dagli esordi, la carriera di Cameron Boyce è stata legata a Disney Channel. Dopo essere apparso in qualità di guest star e di ballerino in serie come Buona Fortuna Charlie e A Tutto Ritmo, nel 2011 Boyce viene scritturato per la parte di Luke Ross in Jessie, recitando al fianco di Debby Ryan. Tra i prossimi progetti ai quali si sarebbe dedicato, Boyce era stato confermato nel cast principale della serie Mrs. Fletcher al fianco di Kathryn Hahn per il network HBO.
Negli ultimi anni Cameron Boyce si è dedicato anche alla filantropia: lo scorso anno era stato insignito del premio Pioneering Spirit Award al Thirst Gala per avere raccolto oltre 27 mila dollari in soli quattro giorni da destinare al Thirst Project, un’organizzazione no-profit che si occupa di costruire pozzi per l’acqua potabile nello Swziland.
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