Piper Kerman, la donna che ha ispirato Orange is the new Black, rivela che ci sono molte idee sbagliate sulla prigione, prima fra tutte: la prigione non rende migliori le persone…
Piper Kerman è la vera Piper (nella serie interpretata da Taylor Schilling) la donna che nella realtà ha dovuto veramente scontare 15 mesi in prigione per aver trasportato una borsa di soldi del traffico di droga. Piper Kerman ha poi raccontato la sua esperienza in prigione nel libro Orange is the new Black: My Year in a Women’s Prison che è stato in cima alla classifica dei bestseller del New York Times e ha poi ispirato la serie di successo di Netflix.
In un’intervista con ABC News Piper Kerman spiega che ci sono molti luoghi comuni e tante idee sbagliate che le persone hanno sulla prigione e sui carcerati, tutte cose che non corrispondo alla realtà ma che Jenji Kohan (creatrice della serie) e la Kerman stanno cercando di portare in scena nella serie firmata Netflix Orange is the new Black.
Ecco cosa rivela la Kerman:
“Negli Stati Uniti, uno dei luoghi comuni più diffusi è che tutte le due milioni e mezzo di persone che sono in carcere sono lì perché hanno commesso crimini violenti. In realtà ci sono moltissime persone che sono rinchiuse per reati minori legati alla droga o piccoli furti. Ci sono ancora più persone che sono in prigione ma non sono state condannate per alcun crimine: sono semplicemente troppo povere e non possono pagarsi la cauzione in attesa di essere assolte al processo.”
Piper Kerman inoltre rivela che l’umorismo è fondamentale per rimanere vivi, in prigione.
“La sopravvivenza è difficile in prigione, a molti livelli, ma bisogna riuscire a trovare un modo per rimanere vivi anche in un posto che ti porta via la la tua umanità. E l’umorismo è fondamentale per questo, anche se poi accadono cose che non fanno ridere ma solo piangere.”
Spesso le persone associano la Kerman alla sua alter ego nella serie tv, Piper Chapman, ma questa non è una cosa che la preoccupa.
“Secondo me Piper è una creatura nata dalla mente di Jenji Kohan e Taylor Schilling. Lo show è molto diverso dalla storia reale che racconto nel libro. I temi nel libro sono la razza, la classe, il gender, il potere, l’amicizia e l’empatia – queste sono cose importanti per me e sono sempre al centro di ogni episodio di ogni stagione; è questo il motivo per il quale lo show si è guadagnato così tanti fan.”
La prigione non rende migliori le persone, spiega la Kerman:
“Quello che la maggior parte delle prigioni e dei carceri non fa è la riabilitazione delle persone. Penso che questa sia la più tragica delle idee sbagliate che si hanno sulla prigione: la punizione della prigione non rende le persone migliori. Vi assicuro che le prigioni non guariscono le persone mentalmente deboli o i tossici, anzi spesso le rendono peggiori. La cosa più importante da capire è che se qualcuno commette un crimine violento e viene messo in prigione, non imparerà a comportarsi correttamente poi.”
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