Protagoniste sì, ma solo se forti
A partire dalla fine del 2017, quando l’ondata del post-Me Too iniziava a pretendere da parte delle industrie creative americane una presa di coscienza nei confronti dei ruoli scritti e offerti alle interpreti femminili, la maggior parte dei progetti televisivi occidentali corse ai ripari fregiandosi della propria inclusività.
Da questa filiera produttiva, puntualmente oliata dalle cosiddette optics tanto care agli addetti stampa, scaturì lo stereotipo in cui è più comune imbattersi oggi: la strong female lead, ovvero il personaggio femminile forte.
La necessità di rendere centrale un personaggio femminile marcandone la forza, implica inevitabilmente che la fragilità sia qualcosa di connaturato nella donna, e in quanto tale, da relegare a margine. “La strong female lead implica che la debolezza sia ascritta alle donne” puntualizza Marina Pierri, critica televisiva, che rilancia “Altrimenti che motivo ci sarebbe di specificarlo?”.
Non è questo il caso di Petra. Il progetto televisivo articolato in quattro film televisivi, al via lunedì 14 settembre su Sky Cinema Uno, è tratto dai primi romanzi della saga della detective Petra Delicado firmati da Alicia Giménez Bartlett. Sin dal suo esordito nel 1996 con “Riti di Morte”, approdato in Italia sei anni dopo grazie a Sellerio, Giménez Bartlett e la sua Petra sono stati accostati ad Andrea Camilleri e il suo Montalbano.
La libertà di Petra
L’adattamento realizzato da Sky con Cattleya in associazione con Bartlebyfilm colloca Petra Delicato, interpretata con sapiente autoironia da Paola Cortellesi, nella Genova dei giorni nostri, invece che a Barcellona negli anni Novanta. Il nome della protagonista fuga ogni dubbio sulla sua natura intima: dura come la pietra, e al contempo lieve. Petra non ha bisogno di essere contraddistinta da alcuna etichetta che ne ribadisca l’impatto, perché come ha raccontato la sua interprete Cortellesi nel corso della conferenza stampa di presentazione della serie, “Lei ha già fatto il giro”.
In una Genova che assume la dimensione dell’acquario, dove tutti i luoghi, dall’abitazione di Petra al bar che frequenta con Monte, consentono allo spettatore di scrutare dall’esterno, l’ispettrice Delicato si ritrova coinvolta in prima linea nelle indagini della omicidi. Senza potersi più rifugiare nel suo archivio, ma rimanendo fedele alla sua tagliente trasparenza, Petra dovrà imparare ad adattarsi ad una prossimità alla quale non era più abituata.
Al vanto di una qualsivoglia forza, connotazione che spesso richiama un immaginario bruto e testosteronico, Petra risponde con la sua libertà. Questo è ciò che rende il personaggio centrato e ben risuscito: Petra è protagonista della propria vita. “In molte vorremmo essere come lei: è libera e non ne fa un manifesto di alcun tipo” ha motivato Cortellesi. “Le sue sono delle scelte che comportano delle difficoltà; è invisa alla maggior parte delle persone che frequenta” ha aggiunto l’attrice, che considera Petra un personaggio molto distante da lei. “E questo è un bene”, puntualizza, “Perché consente di trovare più facilmente il modo di interpretarla”. Ad accomunare Cortellesi e Delicato, il ricorso al linguaggio ironico. “Rinunciare al voler accontentare gli altri e non sentire il loro giudizio è un segno di grande forza” ammette Cortellesi, che dice di essersi subito innamorata di questo personaggio così stoicamente fuori dall’ordinario.
Petra, Monte e Genova
Concorda Maria Sole Tognazzi, regista della serie e legata Paola Cortellesi da un’amicizia di lunga data. L’idea di poter lavorare di nuovo con lei a sedici anni da Passato Prossimo, il film uscito nel 2003 che le valse un Globo D’oro e il Nastro d’argento come Miglior regista esordiente, rappresentava un’occasione imperdibile per Tognazzi. “Ho letto i primi quattro romanzi e ho subito riscontrato delle affinità nel modo di raccontare questo personaggio femminile rispetto a quello che mi è sempre stato a cuore nei miei film”, ha raccontato la regista, che descrive Petra come una figura “Anti-convenzionale, libera, che non si preoccupa del giudizio degli altri”. Oltre a costituire il suo debutto televisivo, Petra ha rappresentato anche una sfida per Tognazzi: “In precedenza ho lavorato a film scritti da me, mentre in questo caso sono stata esecutrice di romanzi amatissimi dal pubblico”.
“La cosa importante per me era rimanere fedele ai romanzi, ma questa è una trasposizione” specifica la regista Tognazzi, aggiungendo: “Non siamo più in Spagna ma in Italia: Genova è la terza protagonista della serie”. La scelta del capoluogo ligure, motivata dalle attinenza con Barcellona, si è rivelata decisiva per il tono di Petra in perenne equilibrio tra lo humor e la suspence e dimostrando una personalità che è conferita dal punto di vista originale della regista.
“La prima volta che ho sentito parlare del progetto mi sembrava strano lasciare Barcellona” ammette Alicia Giménez Bartlett in collegamento telefonico durante la presentazione. Il ripensamento avvenne durante la sua visita al set della serie: “Quando ho visto Genova e il suo porto di notte, il cambiamento non si è rivelato difficile: è stato meraviglioso” ricorda l’autrice, che promuove a pieni voti la scelta di Cortellesi per la parte della protagonista. “Mi ricordo ancora il giorno in cui Alicia Giménez Bartlett è venuta sul set” ha confessato l’attrice, che ha continuato: “Credo di non essere stata mai così emozionata, nemmeno sul palco di Sanremo, come quel giorno”.
Nell’orbita di Petra gravita anche Antonio Monte, viceispettore prossimo alla pensione. “Quello tra Petra e Antonio Monte è un rapporto indefinibile: va oltre l’amicizia ma non è un rapporto d’amore” dice Cortellesi dell’alter ego di Firmin Garzón, nella serie interpretato da Andrea Pennacchi. “Mi sono affezionato a Monte” ammette l’attore padovano, il cui “Poliziotto vecchio stile” assume ancor più vita nel suo interagire con Petra. Quest’ultima è descritta da Pennacchi racconta come “Una meteora che entra nella sua vita per rimanerci. Lei e Monte si studiano si annusano: sono due creature che seppur diverse capiscono di poter formare un piccolo branco e cacciare insieme”.
Il femminismo di Petra
Petra Delicato rappresenta un archetipo nuovo, secondo la sceneggiatrice Giulia Calenda, che con Ilaria Macchia, Furio Andreotti e Enrico Audenino ha firmato la sceneggiatura della serie. “Lei è un personaggio pervasivo” ha raccontato alla stampa, spiegando che “Tutti ci siamo immedesimati in Petra dice sempre quello che pensa”. La libertà dell’ispettrice si declina anche nella sua natura fortemente contraddittoria: “Lei ha smesso di mediare perché su quel fronte ha già dato”.
Nel conferirle le sue doti investigative, gli sceneggiatori hanno voluto procedere in modo fortemente personale: “Per farlo, ci siamo affidati a Petra” ha spiegato l’autrice Ilaria Macchia, che lo ha raccontato ai giornalisti: “Al suo personaggio abbiamo attribuito un determinato metodo investigativo che ha a che fare con sé stessa. Oltre agli strumenti di indagine, Petra ricorre alle proprie doti di intuito, la propria esperienza e alla propria sensibilità.”
Petra è femminista? Secondo Paola Cortellesi il suo personaggio lo è, ma non ne è consapevole: “Lei non fa un manifesto delle sue scelte, che sono scelte di vita che abbiamo visto e attribuito ai personaggi maschili”. La novità di un personaggio come Petra è che la sua libertà risulta slegata dagli uomini della sua vita: non è una libertà a discapito di qualcuno ma a favore di sé stessa, nel bene e nel male. “Di ciò non fa una bandiera che porta per le altre donne: Petra non si cura degli altri ma pensa a sé stessa” ha aggiunto Cortellesi, chiedendosi se questo possa non farla risultare un’eroina agli occhi di qualcuno.
Quanto al female gaze, lo sguardo femminile attraverso il quale le autrici si riappropriano delle loro storie sovvertendo il paradigma maschiocentrico, Maria Sole Tognazzi sostiene che “Un regista è un autore: non ha sesso”. A fare la differenza, secondo la regista, “È il modo in cui un autore racconta personaggi femminili”. Sebbene ammetta di essere felice se le donne si identificano nelle protagoniste femminili che le capita di raccontare, Tognazzi chiarisce di rivolgersi soprattutto agli uomini “Affinché vedano quella parte della donna con altri occhi”.
“Petra inaugura una stagione di Sky in cui le donne sono sempre più centrali, ma non in una logica distintiva rispetto agli uomini” ha dichiarato Nicola Maccanico, Executive Vice President di Sky Italia. “Crediamo che le donne siano in grado non solo artisticamente di eccellere, ma anche di attrarre un pubblico maschile essendo protagoniste di una storia”.
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