Sangue freddo, impulsività e integrità morale: stiamo parlando del Detective Jim Gordon (Benjamin McKenzie) di Gotham City? Ma sì, ne avrete sentito sicuramente parlare! È il giovane detective che sta seguendo il caso dell’omicidio dei coniugi Thomas e Martha Wayne, uccisi durante una rapina in un vicolo buio, sotto gli occhi del figlio Bruce.
Con questa prima immagine la serie ci accoglie nella spietata Gotham:
palazzi alti, grigi, che si stagliano contro un cielo cupo; l’aria si riempie di urla e di sirene. Strettamente legata ai tetti della città, una figura che cerca rifugio nell’ombra: una ragazzina di cui non si ci viene dato a sapere molto in questo pilot, e che ha assistito anche lei, impotente, alla morte di Thomas e Martha Wayne.
Nel primo episodio vengono delineate chiaramente le caratteristiche dei personaggi principali come Jim Gordon, Fish Mooney e Harvey Bullock, mentre ai margini della narrazione troviamo i personaggi più celebri dell’universo di Batman – nel club gestito da Fish Mooney (Jada Pinkett) c’è persino un personaggio accreditato nei titoli di coda come “the Comedian”, che sul web si vocifera sia nientepopodimeno che il Joker!
Quasi tutti coloro che diventeranno cattivi nel futuro, vengono qui rappresentati come individui emarginati: l’Enigmista (Cory Michael Smith) viene preso in giro sul posto di lavoro per la sua eccessiva precisione; Poison Ivy (Clare Foley) ha un padre violento; Oswald, il Pinguino (Robin Lord Taylor), odia questo nome e passa la vita desiderando di prendere il posto di Fish Mooney. Quest’ultima è l’unico personaggio che non esiste nei fumetti pubblicati dalla DC Comics, creato appositamente per la nuova serie tv.
Una donna potente, violenta, manipolatrice, che non ha paura di fare il lavoro sporco ma che lo svolge con estrema classe.

Il secondo personaggio più chiaramente delineato è il partner di Jim Gordon, il detective Harvey Bullock (Donal Logue). Avendo svolto questo lavoro per anni, conosce le regole dei giochi di Gotham; è cinico, sfiduciato, apatico e cocciuto.
Interessanti sono le basi del rapporto che si verrà a creare tra Harvey e Jim, in costante conflitto ma capaci di equilibrarsi e di compensarsi. Il carattere del primo si scontra con quello del secondo.

Ma veniamo al personaggio principale, Benjamin McKenzie nel ruolo di Jim Gordon.
Il giovane detective fa il suo ingresso sulla scena in un momento drammatico dell’episodio, riuscendo a salvare una poliziotta minacciata da un tossico in crisi di astinenza. Capiamo da subito che Jim non ha nessuna intenzione di arrendersi di fronte alla piaga della corruzione che dilaga nella metropoli. Seppur sgradito al partner poiché considerato un novellino, Jim non si scoraggia e affronta il nuovo lavoro come una sfida: vuole essere in prima fila a combattere.

I produttori Bruno Heller e Danny Cannon inseriscono nell’episodio anche un breve scorcio della sua vita privata: Jim sta per sposarsi con la bellissima Barbara (Erin Richards); la fidanzata purtroppo nasconde un segreto che non viene svelato, lasciando così gli spettatori a domandarsi quale sarà il futuro di questa coppia.
Altrettanto fumose sono dinamiche delineate tra il distretto di polizia e la Major Crime Union, entrambe si contendono il caso Wayne e hanno qualcosa a che fare con il passato della fidanzata di Jim.
Le scene dinamiche sono state disposte in modo strategico all’interno dell’episodio, in modo da mantenere l’attenzione dello spettatore per l’intera durata del pilot.
Alle scene in interno, statiche, si contrappongono in modo particolare quella dell’inseguimento sui tetti e quella dell’interrogatorio dei criminali, con l’espediente della lampada che dondola, riprendendo i più celebri meccanismi del genere televisivo poliziesco, con forti chiaroscuri tipici del genere noir che ricordano “Sin City”, capolavoro a metà tra film e fumetto, proprio come “Gotham”.
Persino la scena nella macelleria, che dovrebbe risultare tra le più drammatiche ha un qualcosa di grottesco, inclusa l’entrata di Don Falcone (John Donam) e dei suoi scagnozzi.
Ma la scena più toccante è proprio quella iniziale, in cui Jim si avvicina al ragazzino impaurito, che non ha ancora parlato con nessuno e riesce a stabilire con lui un legame, regalandogli speranza e facendogli una promessa: troverà il colpevole.

Le sorti telefilmiche si capovolgono:
ecco che Ryan Atwood, l’ex cattivo ragazzo di Chino che 10 anni fa era stato aiutato da un uomo della legge a rimettersi in carreggiata nell’assolata California, diventa Jim Gordon, un uomo che aiuta l’orfano Bruce in difficoltà in una città corrotta e piena di criminali. È l’inizio di un’intesa tra Bruce e Jim: la promessa verrà mantenuta.
Così come la critica statunitense aveva previsto, “Gotham” si è rivelata una serie promettente dal punto di vista artistico e degli ascolti; ben 8 milioni di spettatori e un rating di 3.2 nella fascia demografica adulta 18-49, la più agognata dai pubblicitari americani, hanno promosso la premiere della serie andata in onda lunedì scorso.
Se da una parte ha soddisfatto la curiosità degli spettatori che non vedevano l’ora di scoprire un nuovo lato delle origini del mito di Batman, come ogni buon pilot che si rispetti ha saputo creare quella giusta dose di interrogativi da portare i telespettatori a sintonizzarsi su FOX ogni lunedì sera.
Kevin Reilly, al capo dell’intrattenimento del network FOX, ha rivelato che della serie sono già stati ordinati 16 episodi, a dimostrazione di quanto credono in “Gotham”: “la serie avrà un elemento fortemente serializzato”, ha aggiunto, confermando la priorità è di creare un arco narrativo completo.
A confermare il successo che sta consacrando “Gotham” a rivelazione dell’anno ci ha pensato Netflix; il colosso dello streaming si è accaparrato in esclusiva mondiale i diritti della prima stagione, una volta conclusa la messa in onda televisiva.
Il secondo episodio andrà in onda negli Stati Uniti lunedì prossimo, ed è intitolato “Selina Kyle”: siete pronti a fare la conoscenza di Catwoman?