
Riverdale 2×01 “A Kiss Before Dying” – Recensione
La prima puntata della seconda stagione di Riverdale, A Kiss Before Dying (Un Bacio prima di morire), prende il titolo da un romanzo del 1952. La storia è quella del giovane Bud Corliss, uno studente ambizioso che mette incinta l’ereditiera Dorothy Kingship. Quando il padre di lei nega il consenso al matrimonio e minaccia di diseredarla. Bud la uccide, ne simula il suicidio ed elimina chiunque lo sospetti del delitto, per potersi legittimamente fidanzare con la sorella di Dorothy. Forse Riverdale diventerà teatro di una nuova serie di delitti?
La voce di Jughead, che continua a scrivere il suo romanzo su Riverdale guida lo spettatore nei primi momenti dell’episodio, che riprendendo la narrazione da dove il finale di stagione l’aveva bruscamente interrotta. Vediamo Archie correre in ospedale, nel disperato e coraggioso tentativo di salvare suo padre Fred, ferito da un colpo di pistola da Pop, la sera dell’anniversario della città.
Quello che doveva essere un nuovo inizio Riverdale, che poteva finalmente lasciarsi alle spalle la morte di Jason, si trasforma in un altro incubo. Mentre le indagini dello sceriffo seguono la pista più scontata della rapina a mano armata, Jughead cerca un’altra strada. Si accorge del vuoto nel racconto di Archie e capisce che non dipende dallo shock, ma da una volontaria omissione. Perché? Forse l’accaduto è stato attentamente premeditato?
La sua ipotesi viene confermata dallo stesso Pop, proprietario del locale: mentre si accinge a lavare il sangue di Fred dal pavimento dichiara che l’aggressore aveva uno scopo diverso dal furto, che forse L’Angelo della Morte è arrivato a Riverdale. Ma perché? Jughead chiede anche ai Serpents di indagare.

I compagni del liceo e gli amici si stringono attorno ad Archie. Nemmeno questi momenti drammatici riescono però ad evitare che i dissapori esplodano: Veronica e Hermione si confrontano con gelida determinazione su quanto accaduto e nemmeno il tanto sospirato ritorno del padre riuscirà a contenere l’odio e a fugare i sospetti che la ragazza nutre rispetto al coinvolgimento dei genitori in quanto accaduto a Fred.
Più smorzati, ma non meno velenosi, sono gli attacchi della madre di Betty, che non nasconde il suo disprezzo per Jughead ed il timore che un ragazzo vissuto in un contesto così problematico possa in qualche modo trascinare sua figlia in una vita che non le appartiene.
Il dramma di Fred non è il solo a sconvolgere Riverdale. All’ospedale compare infatti Cheryl, pura e gelida nel suo abito bianco, che racconta agli attoniti compagni dell’incendio di Thornhill, manipolando completamente la realtà e non simulando nemmeno l’ombra di un sentimento. I rapporti di forza tra lei e la madre si sono completamente capovolti: è Cheryl adesso a decidere, è lei la più forte.
Se nella prima stagione di Riverdale adulti senza scrupoli usavano a piacimento ragazzi giovani e inesperti, la seconda si apre con presupposti diversi: i protagonisti hanno raggiunto consapevolezza, sentono il richiamo della vita e della libertà che la loro età richiede. Hanno bisogno di essere protetti, ma non lo sanno. Archie veglia il sonno del padre, Cheryl quello della madre, anche con presupposti completamente diversi.
Intanto l’Angelo della Morte colpisce ancora, questa volta non chi protegge, ma chi viola l’innocenza. “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate” ci ammonisce Jughead, citando Dante, ma ormai è tardi: noi spettatori siamo nella storia e non possiamo far altro che continuare.
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