
Riverdale 2×11 “The Wrestler” recensione:
The Wrestler, undicesimo episodio della seconda stagione di Riverdale, prende il titolo dall’omonimo film del 2008 diretto da Darren Aronofsky e interpretato da Mickey Rourke, vincitore del Leone d’Oro al 65º Festival di Venezia, di due Golden Globe e candidato a 2 premi Oscar.
La scena è di Archie, che decide di passare dal basket al wrestling per dimostrare a Hiram Lodge che si sbaglia nel ritenerlo un ragazzino privo di qualsiasi forza di volontà. Certamente la vittoria inaspettata che consegue contro un compagno di categoria superiore contribuisce non poco a convincere l’oscuro padre di Veronica che forse vale la pena irretire Archie e proporgli una sorta di apprendistato. Ma Hiram sa che il ragazzo che beve con lui è stato istruito dall’FBI per incastrarlo? E Archie ha veramente detto addio ai suoi sogni di musicista per il mondo degli affari dei Lodge?
Hiram “vince sempre” lo afferma lui stesso e lo dimostra ai festeggiamenti in onore dell’eroe locale, che nell’intenzione almeno, avrebbero dovuto favorire una pacificazione cittadina. Veronica alla fine si esibisce con le Pussycats, ma è tramutando la manifestazione silenziosa della Vipere in onore dei morti in una dimostrazione aperta di tolleranza verso le intemperanze delle giovani generazioni, che Hiram segna un punto a suo favore guadagnandosi l’odio di Jughead, che ha narrato la vicenda di ingiustizia e di sangue alla base della storia di Riverdale.

Nuove inquietudini agitano anche la famiglia Cooper, dove il nuovo arrivato Chic si trova tra le eccessive premure materne e il rifiuto di Hal che lo vede come il palliativo che permette ad Alice di sopravvivere alla mancanza di Polly. Rimangono purtroppo sempre inespresse le motivazioni profonde che muovono i personaggi, ci si accontenta quasi sempre di tracciare a grandi linee i loro sentimenti: Polly è davvero sparita dalla vita della sua famiglia? E i genitori si rassegano a questo? Non cercano di recuperare quello che rimane del rapporto con la figlia invece che sostituirla?
Chic ha in sé qualcosa di inquietante, un lato oscuro del quale alla fine riesce a parlare con Betty. Lei stessa conferma la solitudine che prova, la necessità che sente di dare un nome a quella forza oscura che la muove e che speriamo di poter toccare con mano. Come si fugge da sé stessi? Il modo più immediato è cercare di cambiare identità e cercare nel Web quello che manca nella vita reale.
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