Rush Hour
Stagione 1, episodio 1
Pilot
Il 2016 dà il benvenuto a Rush Hour, la nuova comedy dalle tinte poliziesche ideata da Bill Lawrence (Scrubs, Cougar Town) e Blake McCormick, in onda sulla CBS. Lo show prende spunto dall’omonimo lungometraggio, con protagonisti un rigido agente cinese Lee (Jon Foo) e uno scapestrato poliziotto americano Carter (Justin Hires).
Tutto ha inizio a Hong Kong, dove un brillante agente di polizia il detective Lee è impegnato a sventare un’operazione di contrabbando, insieme a sua sorella Kim, la quale però viene sempre stoppata quando si tratta di entrare in azione. La donna soffre moltissimo questa situazione, in quanto vorrebbe essere più utile e fare il suo lavoro, anche a discapito della propria incolumità, alla quale il fratello tiene molto.
L’occasione si presenta quando dalla Cina deve partire un carico contenente preziose sculture, per una mostra che si terrà nella città di Los Angeles. È l’occasione perfetta per un incarico senza rischi, e infatti Kim si sente ancora una volta messa da parte, visto che a suo parere si tratta di un impiego troppo leggero. A dirigere l’operazione ci pensa il comandante del FBI Thomas (interpretato da Henry Ian Cusick, il Desmond di Lost), il quale spinge affinché la donna vada negli Stati Uniti (e alla fine capiremo il perché)…
A Los Angeles le operazioni di polizia non mancano mai; un estroverso e spericolato detective, Carter, cerca di requisire alcune armi spacciandosi per acquirente, finendo però inesorabilmente nei pasticci. Quando le cose si mettono male, si arrampica su un elicottero, nel tentativo di fermare il trafficante d’armi impegnato a darsela a gambe. Il tutto termina con un incidente roccambolesco, in quanto il velivolo cade nel giardino di una proprietà, rovinando tutto.
Contemporaneamente le statue sono arrivate, ma quando gli agenti cinesi stanno per consegnare le opere, i poliziotti americani incaricati di prendere in consegna la merce si rivelano essere dei criminali asiatici, i quali attaccano i propri “colleghi”, uccidendoli tutti e, dopo aver rubato le statue, dando fuoco all’areo nel quale viaggiavano, e dove si trovava anche Kim la quale rimane uccisa… O almeno così si crede.
Dopo il fattaccio dell’elicottero, Carter viene messo dietro una scrivania, in modo tale non può fare altri danni. La sua occasione si presenta però quando Lee arriva in America, al fine di indagare sul furto delle statue, in quanto ha capito che dietro c’è la Quantou, un’organizzazione criminale cinese. L’agente americano, andando contro gli ordini del suo superiore, prova a risolvere il caso, andando da suo cugino Gerald, un piccolo criminale che gli passa delle informazioni preziose su crimini grossi.
I due agenti scoprono che la guardia presente all’aeroporto quella sera, picchiata e tramortita dai criminali cinesi, aveva a che fare con un giro di auto e divise finte della polizia. L’agente è stato contattato dalla Quantou, la quale lo ha corrotto e preso controllo dell’aeroporto, salvo poi ucciderlo proprio mentre i due agenti lo stanno interrogando. Nello scontro a fuoco Carter raccoglie un proiettile, lo fa analizzare dalla sua vecchia partner, scoprendo che si tratta delle armi vendute dal criminale con il quale ha fatto quel viaggetto in elicottero di cui si parlava all’inizio. Dopo aver parlato con Carlos, il trafficante d’armi, nonostante il veto da parte del capitano, la quale glielo vieta espressamente in quanto Carter ha disobbedito agli ordini, i due scoprono che i criminali asiatici lo hanno contattato per farsi lasciare le armi in un centro commerciale vuoto e dismesso.
Ah, quasi dimenticavo: durante lo scontro a fuoco nel quale la guardia ha perso la vita, Lee scopre che sua sorella si è unita alla Quantou, probabilmente ricattata o facente parte di una macchinazione sin dall’inizio… Tra poco lo scoprirete.
I due poliziotti, giunti sul posto, trovano la refurtiva e hanno inevitabilmente uno scontro con i ladri. Durante la lotta, avvenuta a mani nude per non rovinare le opere d’arte, Kim si ritrova nella posizione di uccidere il fratello, aiutata anche da Thomas, il quale risulta essere un federale corrotto, il quale ha visto del potenziale nella donna, messa in una posizione tale da aiutare la banda, secondo un piano ben studiato. Nella collutazione Thomas viene messo KO da Lee, ma Kim riesce a darsela a gambe, sfuggendo quindi al fratello.
La puntata termina col finale scontato: Lee resta operativo a tempo pieno nella città degli angeli, diventando il nuovo partner di Carter. Kim è latitante, e nelle prossime puntate si capirà meglio la situazione. Rush Houri si presenta con un pilot forse un po’ troppo frenetico, dove tutto avviene molto rapidamente e non è nemmeno facile da raccontare. Si capirà meglio la trama e il filo conduttore negli episodi a venire, la serie merita comunque di esser vista, se non altro per capire dove andrà a parare.
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