Come nella scorsa stagione anche quest’anno assistiamo alla lotta interiore dei personaggi con i loro demoni; lo scandalo di Defiance causò la morte di una delle sue cospiratrici, il giudice della Corte Suprema Verna Thorton.
In “Niente sole all’orizzonte” è il cuore rivelatore di Daniel Douglas ad assordare la candidata presidenziale Sally Langston.
Sally è letteralmente impazzita, e si scaglia in soliloqui ricchi di analogie bibliche che richiamano il peccato e l’Inferno: sono passati mesi, eppure è come se ancora impugnasse il fermacarte con le mani coperte del sangue del marito, che giaceva ai suoi piedi sul tappeto, esanime. Il manager della sua campagna Leo Bergen non sa più come farla ritornare in sé all’indomani del dibattito presidenziale in televisione.
Rowan Pope intima allo spin doctor di risolvere la situazione e di assicurare la vittoria a Langston, per ristabilire nel Paese l’equilibrio che l’amministrazione Grant ha stravolto; qualora Leo non riuscisse a rendere Sally un candidato presentabile, l’ex Comando si occuperà di lui.
Grazie a Abby e David Olivia viene a conoscenza della verità sulla morte di Daniel Douglas, ed è inorridita; si precipita da Cyrus, al quale riferisce che non intende nascondere il coinvolgimento suo e di Mellie nella copertura dell’omicidio. Sally nel frattempo si è confessata con il suo pastore, e ha capito che l’unico modo per tornare nella grazia di Dio è di ammettere pubblicamente di avere ucciso Daniel Douglas.
Il Capo dello Staff cerca allora una soluzione più drastica, e si reca dal neo-Comando del B613 Jake Ballard per ordinare l’assassinio di Sally; Jake inizialmente si rifiuta di prendere ordini da Cyrus, ma si rende conto che l’uscita di una notizia simile implicherebbe anche il coinvolgimento di Fitz e di Mellie, e ciò porterebbe alla più totale alienazione dei cittadini americani nei confronti delle istituzioni, rendendo gli Stati Uniti una nazione compromessa.
Olivia è combattuta; non vuole mentire a Fitz su ciò che ha scoperto, ma non sa se rivelargli la verità su Sally sia la cosa giusta, e per una notte cerca conforto tra le braccia di Jake.
La sera prima del dibattito Liv decide di telefonare al presidente Grant: “stavolta è diverso: le elezioni, tu e io” dice a Fitz, e gli riferisce quanto appreso da David Rosen, per poi chiedergli di perdere il dibattito.
L’unico modo per Sally di superare questa profonda crisi spirituale è di ricevere un segno, la prova di essere tornata nella grazia di Dio.
Dietro alle quinte dello studio televisivo Fitz è infuriato con Olivia, e si rifiuta che venga nuovamente mandata all’aria quella che lui pretende essere “un’elezione giusta e corretta”. Nel frattempo Sally è inginocchiata in preghiera, l’ultimo momento di raccoglimento prima della sua grande confessione; Leo e Cyrus temono che la fine sia ormai vicina.
Durante il dibattito tra Reston, Fitz e Sally la vice presidente è chiaramente in difficoltà, e riesce malapena a rispondere alle domande poste dalla moderatrice. Ad un certo punto dichiara di avere un annuncio per il pubblico americano.
Appostato nell’oscurità l’agente del B613 Tom è pronto a spararle qualora comprometta il segreto sulla morte di Daniel Douglas, su ordine di Jake. Prima che Sally riesca a concludere la frase Fitz commette volontariamente una gaffe, dando alla vice presidente il tempo di rinsavire e di tornare grintosamente all’attacco dei suoi avversari.
Più tardi il presidente viene raggiunto nello Studio Ovale da Liv, che gli propone di smettere di cercare disperatamente un’evasione dalla realtà meschina in cui vivono, e di vivere nel presente, lasciandosi finalmente il loro torbido passato alle spalle.
Cyrus nel frattempo scopre la microspia che James aveva nascosto in una cornice nel suo ufficio, e torna a casa in lacrime, dichiarandogli il suo amore e dicendosi pronto ad accettare le conseguenze delle sue azioni, qualunque esse siano. James a quel punto capisce di avere sempre e soltanto voluto le scuse di Cyrus, che con le sue manipolazioni ha messo a dura prova la loro famiglia, e dopo essersi ricongiunti, si reca ad incontrare David Rosen.
Il procuratore distrettuale lo sta aspettando assieme alla giornalista Vanessa Chandler e all’impiegata dell’NSA Shelby Moss: i tre hanno in comune un legame con Publius, l’alter-ego di James nonché gola profonda dello scandalo Langston. James informa David di non voler procedere con il piano di rivelare al mondo la verità sulla morte di Daniel Douglas, e che ciò che desiderava era di vedere pentimento e redenzione negli occhi del marito.
David è perplesso, perché risponde a James di non essere stato lui a indire l’incontro segreto: in quell’istante compare Jake, che dopo aver dato ordine a Quinn di rubare il dossier su Daniel Douglas dall’ufficio di Olivia, ha deciso di eliminare il problema alla radice, sparando a Vanessa e a Shelby.
Il Comando guarda negli occhi Jake e David, e poi preme il grilletto un’ultima volta.
Commento: “Niente sole all’orizzonte” risolve il quesito che molti spettatori si stavano ponendo da ormai 4 puntate: “ma non ce l’hanno una coscienza questi personaggi?”.
Vedere Cyrus sopraffatto da un angosciante senso di colpa è una dinamica inedita per la serie, che ha comunque sentito il bisogno di riproporci per l’ennesima volta il triangolo Fitz-Olivia-Jake.
Gli ultimi 30 secondi rispettano l’étiquette della serie, che congeda settimanalmente gli spettatori con un colpo di scena da cardiopalma, ma non posso fare a meno di chiedermi se questo basta a redimere un episodio piatto e poco coinvolgente, eccezion fatta per i monologhi recitati straordinariamente da Kate Burton, la cui infervoratissima Sally rimane il personaggio più sanonell’acquitrino di Washington DC.
Voto: 7 e 1/2