“Spesso il talento è nulla senza personalità” dice Pietro Castellitto, l’attore scelto per portare in scena Francesco Totti nella mini-serie Speravo De Morì Prima, al debutto su Sky venerdì 19 marzo.
Nell’arco di sei episodi, ispirati all’autobiografia “Un Capitano” scritta da Totti e Paolo Condò, sono raccontati gli ultimi due anni tumultuosi del Capitano, che alla soglia dei quarant’anni è in procinto di abbandonare il calcio giocato.
Il Totti di Castellitto non è imitazione, ma conquista lo spettatore con la sua immediatezza offrendo una versione personale del “Pupone” e avendone sapientemente intercettato auto-ironia e schiettezza.
Un racconto gioiosamente fantasioso, un’epopea sportiva che in tempi di Covid risulta dirompente e che parla di Roma più che dei romanisti, il tutto racchiuso nel titolo-striscione, “Speravo de morì prima” che un tifoso esibì allo Stadio Olimpico il 28 maggio 2017, durante Roma – Genoa, l’ultima partita di Totti.
“Quando ero piccolo volevo farlo, il calciatore” ammette Pietro Castellitto nel corso della sua intervista a Tvserial.it. “Ho sempre creduto che da grande fosse giusto fare soltanto le cose belle, e la cosa più bella all’epoca per me era giocare a pallone”.
Quel ventinovenne, cresciuto col poster di Francesco Totti attaccato sulla parete, ha passato buona parte della sua adolescenza sugli spalti della curva sud allo Stadio Olimpico. “Senza Totti, non c’è vita” scriveva all’età di nove anni in una pagina del suo diario dedicata al Capitano. “Fino ai quindici anni credevo che quello del calciatore fosse il mestiere più bello del mondo” ricorda l’interprete di Francesco Totti. “Se ti va bene”, aggiunge.
Meglio interpretarlo, il calciatore, che esserlo, secondo Pietro Castellitto, che oltre ad essere autore, regista e attore è anche laureato in Antropologia filosofica. “Portare in scena una leggenda come Totti, senza tutte le le problematiche che invece vive in prima persona, ti permette di vivere le sue gesta per riflesso”.
Àncora emotiva della serie è Ilary Blasi, qui interpretata da Greta Scarano (che tristezza le polemiche scaturite dal suo personaggio nell’ultimo “Montalbano”). Sempre padrona della situazione, la Ilary di Speravo De Morì Prima è l’unico personaggio che non si lascia travolgere da ciò che prova. “Anche io, come lei, sono una persona piuttosto solida” dice Greta Scarano, sostenendo che quel lato del suo personaggio non le è sconosciuto.
In Speravo De Morì Prima, il rapporto tra Francesco e Ilary si discosta dai siparietti a cui ci hanno abituato sui social. Qualche anno fa, i due avevano anche ponderato di approdare sugli schermi con una sit-com in stile Casa Vianello.
Nel primo episodio Francesco, una leggenda alle prese con la propria mortalità, tentenna di fronte alla fine della sua carriera nella Roma, abbattuto dall’entrata in scena dell’antagonista Luciano Spalletti (il suo interprete Gianmarco Tognazzi rammenta agli spettatori: “Questa è una storia raccontata dal punto di vista di Totti”). Sarà Ilary a indicargli il suo nuovo cammino dell’eroe, assicurandogli che c’è una vita oltre il pallone.
Qual è il segreto di un rapporto duraturo come il loro? Sapere quali battaglie valgano la pena di essere combattute? “La lucidità di entrambi” risponde Greta Scarano, che continua: “Stare insieme per tanti anni al livello in cui entrambi vivevano insomma non deve essere stato semplice”. Secondo l’interprete di Ilary, praticare il distacco, sia dalle cose belle che dalle cose brutte, è ciò che preserva il rapporto.
Più di tutto, Speravo De Morì Prima è una grande storia d’amore e Francesco Totti “È l’ultimo dei romantici,” come sostiene Pietro Castellitto: “Il suo giocare a pallone è figlio anche di una personalità, di un modo di stare al mondo, che sono unici. Appartiene a un mondo che forse non tornerà mai più”.
In apertura di post il video integrale con il racconto di Pietro Castellitto e Greta Scarano riguardo all’esperienza di Speravo De Morì Prima, in onda ogni venerdì a partire dal 19 marzo su Sky Atlantic, on demand e in streaming su NOW.
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