The Good Wife 7×18 – “Unmanned”
Alicia e Diane devono difendere il diritto alla privacy di un terapista; nel frattempo, Connor Fox tenta di usare la figlia di Eli, Marissa, come merce di scambio nel caso contro Peter, mentre la lotta per il potere alla Lockhart, Agos & Lee raggiunge il culmine.
Era inevitabile. Questa è stata la puntata dei confronti: Peter Vs Jason – Alicia Vs Cary – Cary Vs Diane – Diane Vs David… ma soprattutto Alicia Vs Peter.
Peter Florrick conferma di essere un personaggio spregevole, un bambinone troppo cresciuto che si arrabbia se qualcuno usa i suoi giocattoli (perché Alicia, per lui, non è altri che un giocattolo). E’ stato punto nell’orgoglio e, anche se non appoggio la scenata fatta a Jason, la posso comprendere: è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, quella che ha confermato una volta per tutte che tra lui e la ex brava moglie è davvero tutto finito. Quello che ho trovato davvero odioso, e non so che forza ha trovato Alicia per non tirargli un pugno sul grugno, è stata la frase “Beh, deve essere vero amore… di nuovo”. La cattiveria racchiusa in una frase, ovviamente riferita al povero Will. Davvero? Dopo tutto ciò che hai combinato? Dopo quello che hai fatto passare a tua moglie?? Mi consola solamente il fatto che, sicuramente, giustizia sarà fatta ed il Governatore dovrà scendere dal piedistallo e pagare le conseguenze.
Il caso giudiziario della settimana ha riportato davanti ai miei occhi quella splendida attrice che è Anna Camp, tanto bella quanto stronza nei ruoli che interpreta (qualcuno la ricorda in True Blood?). L’ex enfant prodige è diventata ormai uno scaltrissimo avvocato, che se la batte alla pari (riuscendo addirittura a vincere tre volte su tre) con Alicia e Diane, insieme per difendere un terapista che cerca di difendere la sua privacy. Il fatto è il seguente: lui esercita la professione all’interno della sua casa e vede una moria di clienti da quando un drone ha preso a volare, quotidianamente, sulla via in cui abita. Drone acquistato dalla vicina per spaventare i delinquenti che ultimamente hanno preso di mira il quartiere. Il terapista chiede di essere risarcito e di poter difendere la propria privacy, ma si troverà costretto a sborsare un sacco di denaro perché perderà la prima, la seconda e la terza volta in cui Alicia e Diane cercheranno di ricorrere in appello.
Alicia e Diane mi danno lo spunto per passare a parlare dell’altro GROSSO avvenimento della puntata, ovvero la materializzazione in fatti concreti della faida interna allo studio.
Dopo un tira e molla durato infinite settimane, infatti, siamo giunti alla resa dei conti: da una parte Alicia e Diane, dall’altra Cary e Davi Lee con la partecipazione (più o meno inconsapevole) di pannolone Howard. Anzi no, Alicia in realtà è solidale con Cary e quindi non lo tradirà mai (parole sue). Anzi no, Cary si allea con Diane per esiliare il vecchietto nudista e far spazio ad Alicia. Un momento, perché David Lee si schiera con Howard e Diane e si rimangia le parole, decidendo di appoggiare la scelta di nominare Alicia socio. E quindi di lasciare solo contro tutti Cary, anche a suo discapito. Perché, direte voi… BOH! E tutto questo marasma, decisioni prese e voltafaccia che nemmeno sull’Isola dei Famosi, ha sortito l’effetto di far uscire di scena (una volta per tutte?) colui che non ho mai particolarmente apprezzato MA che in questa puntata mi ha fatto particolarmente pena, per il modo in cui è stato trattato.
E pensare che il povero Cary aveva pure chiesto ad Alicia di non schierarsi con Diane: ne hanno passate tante insieme, ma nonostante tutto si sono sempre ritrovati. Eppure, la persona che lui ha aiutato a rialzarsi, è stata quella che ha affondato il coltello nella carne per dare il colpo di grazia finale; sì perché, anche se non ha mai apertamente espresso il suo parere favorevole, Alicia non ha nemmeno tentato di fermare Diane dai suoi propositi e quindi non può considerarsi affatto innocente, anzi. Va dato atto a Cary di essere un come un bambino in una tana di serpi e quindi fa più che bene a ritirarsi, sperando che la sorte in futuro gli sarà meno avversa (voglio credere che lo screen del suo pc sia una foto inviatagli da Kalinda e che la raggiungerà, per vivere sempre felici e contenti come due piccioncini). Resta da vedere se e come peseranno sue eventuali testimonianze nel processo contro Peter Florrick.
Prosegue imperterrita la ricerca della colpevolezza del Governatore da parte di Connor Fox, il quale decide di cambiare strategia e di puntare su Marissa per far cantare il padre (NON ME LA TOCCARE PERCHE’ TI RISPEDISCO A CANTARE E BALLARE CON I BAMBINI!!!). La poverina è così spaventata dalle minacce del cattivissimo Procuratore Generale super agguerrito (….) che decide di parlarne son suo padre per avvertirlo della serietà della situazione (e anche in questo caso non riesce a formulare una frase senza un tocco di sana vena sarcastica…çe n’est pas adorable?.
Ely ovviamente prende molto sul serio le minacce e, infuriato come una mamma oca che difende i suoi cuccioli, si precipita all’interno dello studio del Procuratore sbraitando e minacciandolo. Dopodiché, capito di aver fatto il passo più lungo della gamba, decide di chiedere aiuto a Diane, la quale diventerà il suo avvocato. Molto bene.
Alicia in tutto questo è anch’essa infuriata, ma sembra più una mamma orsa: e così gonfia il petto e si dirige come un treno nell’ufficio del marito, reo di aver cacciato Jason da casa sua. Il battibecco tra i due, che porterà all’odiosa frase pronunciata da Peter e che ho riportato qui sopra, comincia con le tre magiche paroline che stavamo aspettando da sette-dico-sette lunghissimi anni: “I WANT A DIVORCE”. Mi viene da piangere, le mie orecchie non credono a quello che hanno sentito. Dopo anni di soprusi ed infelicità, finalmente la Good Wife del titolo si avvia a diventare la Bad-Ass Divorced dando la notizia al marito con una calma olimpionica, grandiosa, che ha il merito di farlo imbestialire ancora di più. E’ un momento che tutti noi aspettavamo da sempre, da quando nella prima puntata abbiamo scoperto il tradimento del marito. Ed è stato costruito davvero bene, perché arriva senza troppa enfasi, ma con un senso logico così giusto (non mi viene un termine più appropriato) da renderlo una naturale conseguenza degli avvenimenti. Non è stato né troppo annunciato né troppo superficiale, è stato GIUSTO. Ancora una volta un meritatissimo applauso agli sceneggiatori è doveroso.
Conclusioni
“Meno 4” … siamo ormai alle battute finali di questo percorso e mai “l’odore” della fine è stato così forte. Si dipanano gli scenari di ciò che accadrà ai personaggi principali e, tra decisioni autoriali più o meno condivisibili (una conclusione che accontenti tutti non esisterà mai) si tirano le somme. Non so voi ma io, alla fine di questo episodio, sto provando davvero per la prima volta il senso di tristezza che mi accompagna quando finisce una serie televisiva che mi ha tenuto compagnia per anni e a cui sono particolarmente affezionato.
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