Sulle note di Verdi, lasciamoci trasportare nella realtà parallela all’interno della mente di Kevin, in quella che si rivelerà essere la puntata più simbolica di sempre.
La mentre umana è piena di segreti, e anche la sua non fa eccezione. Sempre che sia lì che ci troviamo…Come sempre questo show ci regala più dubbi che risposte!
Il nostro detective quindi non è morto, ma si trova catapultato in uno strano mondo plasmato sulla base dei suoi desideri, delle sue aspettative e delle sue paure. Ma se questo mondo sia frutto della sua immaginazione o sia in qualche modo reale non è dato sapere.
Quello che scopriamo è che l’agente Garvey si immagina nei panni di un assassino internazionale senza moglie né figli (un caso?), mentre Patti, che deve scovare e uccidere per liberarsi della sua presenza, è diventata una senatrice in corsa per la presidenza. Dopotutto anche la Patti reale era una leader, e nella mente esaperata di Kevin il suo personaggio si ingigantisce, fino ad assumere proporzioni enormi, un target quasi impossibile da eliminare. Effettivamente raggiungerla non è facile, Kevin deve prima passare al vaglio della donna che avevamo già visto nella prima stagione, che tutti ci ricordiamo per via della sua fine macabra. A lei spetta il compito di far aprire forzatamente gli occhi a Kevin durante un test della verità.
Quella sorta di detersivo per vetri che gli spruzzano negli occhi non è forse paragonabile a un tentativo di schiarirgli la vista e liberarlo metaforicamente dalle fette di salame che ciascuno di noi si mette tende a mettersi sugli occhi?
Scopriamo quindi che tutti i morti si trovano in questo limbo. Fra questi c’è anche Wayne, che Kevin aveva conosciuto in fin di vita in un bagno e che ritrova anche qui nella stessa imbarazzante posizione. I parallelismi si sprecano. Anche il concierge dello strano hotel dove si trova altri non è che il nonno di Michael che ha il compito di guidarlo in questa strana realtà, ricordandogli la necessità assoluta di uccidere Patti e mettendolo in guardia dal bere dell’acqua.
Come mai proprio l’acqua? Classicisti, vi ricordate i fiumi infernali dell’Ade? Anche Dante ne parla nel purgatorio, riprendendo Virgilio: prima di reincarnarsi, le anime devono bere l’acqua del fiume Lete, in modo da dimenticare la loro vita passata. Lo stesso succede qui: l’acqua è pericolosa, potrebbe far dimenticare chi si è stati.
L’unico modo per farla franca è bere del whiskey, bravo Kevin.
Le citazioni non si fermano qui: l’uccellino che vola attraverso la hall e che viene così brutalmente ucciso non potrebbe forse rappresentare la speranza? Probabilmente è lo stesso seppellito da Erika nel bosco.
In questa realtà Mary Jamison è perfettamente in salute ma rimane il mistero su chi sia l’uomo che le fa visita. Sicuramente ne capiremo di più nei prossimi episodi. Addirittura il padre di Kevin riesce a mettersi in contatto con lui grazie a una seduta spiritica che gli consente di comunicare tramite lo schermo del televisore. Non siamo più nel medioevo, se esiste la tecnologia perché non sfruttarla?
Alla fine Kevin riesce a riconoscere Patti non nella donna forte e invincibile che si aspettava, ma nelle sembianze di una bambina che deve essere salvata. La sua nemica gli appare attraverso tutte le sue debolezze e fragilità, e proprio per questo diventa ancora più difficile da uccidere.
Ecco anche spiegato il collegamento con quel flashback nella prima puntata. Avevamo visto una nativa americana dare alla luce un bimbo che era stato poi miracolosamente salvato. Quello stesso luogo diventa un punto di collegamento fra i morti e vivi, fra una realtà e l’altra, e viene sfruttato da Kevin per tornare indietro. In una sequenza che ricorda molto quella di Kill Bill, Kevin riemerge da sottoterra.
Comprensibile lo spavento di Michael che l’aveva appena seppellito. Ma considerando la sua freddezza nell’occultare i cadaveri, se l’è meritato.
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