Hannah e Clay erano sotto effetto di stupefacenti
Olivia Baker punta la vittoria della causa su Clay. Lui è l’unico che ha visto la parte migliore di Hannah e la madre della ragazza è sicura che l’ago della bilancia cadrà a loro favore. Peccato che l’accusa riesce a trovare anche il punto debole del ragazzo. Si scopre infatti che Hannah e Clay hanno fatto uso di sostanze stupefacenti, durante una notte passata insieme. In realtà non sono stati gli unici a “infrangere le regole”: quella sera con loro c’erano Jeff (colui che ha organizzato la festa a casa sua), la sua ragazza, Sheri e Alex. Ma non è questo che andrà a rovinare la deposizione di Jensen, quanto la frase che ha detto lei il giorno dopo la festa.
Durante la notte lei e Clay, euforici per l’effetto della pillola, fanno lunghi discorsi, sull’amore, sull’infinito, su ciò che va oltre l’umana comprensione e su quanto siano piccoli gli esseri umani rispetto all’intero universo. La mattina dopo però l’euforia provata è svanita e tutti sono devastati, tristi, depressi. La Baker in particolare è emotivamente provata e non capisce il senso di disagio che la travolge. Più volte viene ripetuto durante la seconda stagione che non sempre sappiamo il punto in cui proviamo dolore. Essendo giù di morale, pronuncia una frase allarmante che non viene presa sul serio, anche se Clay è rimasto turbato dal suo sguardo.
Hannah chiede al gruppo: “Che senso ha tutto?” Chiede inoltre ai compagni se hanno mai pensato di voler morire e di non riuscire a farcela. Saranno proprio queste frasi, tra i tanti elementi presentati al processo, a convincere la giuria che la ragazza, proveniente da una famiglia con problemi mentali, sia mentalmente instabile. Inoltre l’accusa ribadisce che anche i suoi stessi amici non hanno colto la richiesta implicita di aiuto.
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