Tredici, la serie tv che ha come protagonista Hannah Baker, ha fatto discutere molto. È stata fatta persino una petizione per far vedere lo show nelle scuole italiane. Molti si sono dichiarati a favore, altri invece si sono schierati contro sia la richiesta che contro la storia stessa. Ecco quindi le principali critiche alla serie tv:
Lo show è troppo cruento

Alcune scene della serie sono molto cruente, come ad esempio il suicidio stesso. Vediamo infatti la ragazza che si taglia le vene nella vasca e che precedentemente viene stuprata da Bryce. Se la petizione avesse i suoi effetti, non sarebbe giusto che venisse visto da un pubblico giovanissimo. Oltre al fatto che è facilmente impressionabile, non avrebbe la stessa consapevolezza che ha un adulto nella comprensione del messaggio.
Il suicidio di Hannah potrebbe essere emulato

Come riporta Optima Italia, molti esperti dissuadono in generale dal mostrare il suicidio nel dettaglio. Alcuni studi infatti hanno provato che ci potrebbe essere una sorta di “contagio” di suicidi. Questi potrebbero essere eseguiti proprio come quelli visti in alcuni prodotti mediali. Inoltre i giovanissimi potrebbero fraintendere il messaggio dello show e pensare che togliersi la vita sia la giusta soluzione, mentre in realtà non è così.
Gli adulti vengono mostrati come nemici

Nello show non viene mai mostrata una scena in cui un ragazzo parla della situazione con i genitori. Il signor Porter inoltre, che dovrebbe rappresentare l’organizzazione scolastica in generale, è egoista e bigotto. C’è solo una scena in cui c’è interazione tra adulto-adolescente: quando Jessica racconta al padre dello stupro subito. Nella serie sembra che parlare con qualcuno più grande e maturo sia un abominio e che non verremo aiutati. In realtà è ciò che invece bisognerebbe sempre fare.
Il suicidio di Hannah è stato romanzato

L’adattamento della serie tv è stato fin troppo romanzato. Sembra quasi che lei si sia suicidata solo per vendetta contro i suoi persecutori e che abbia inserito Clay nelle cassette solo perché il suo principe azzurro. Quindi, anche in questo caso, c’è chi potrebbe fraintendere e arrivare persino ad ammirare la temerarietà della ragazza. Cosa completamente sbagliata perché il suicidio non è mai la soluzione.
Non viene menzionata nessuna malattia mentale o depressione

Chiariamoci, che Hannah Baker venisse bullizzata è chiaro. Ma se tutti i ragazzi che vengono maltrattati si suicidassero, le scuole sarebbero vuote. Coloro che arrivano a questo folle gesto sono comunque già insicuri e fragili di loro. Aggiungendo poi le cattive azioni altrui, non vedono altre alternative. La protagonista sicuramente aveva già qualche problema di autostima o di depressione e i tredici ragazzi l’hanno condotta verso il baratro. La serie però non parla minimamente del fatto che anche la sua insicurezza è stata causa del suo male, ma dà esclusivamente la colpa ai compagni nelle registrazioni.
Non c’è un’alternativa al suicidio

Da come è stata impostata la storia, sembra quasi che il suicidio sia l’unica soluzione possibile. Hannah non parla con nessuno, né amici, né insegnanti, né genitori. Eppure questi ultimi sono brave persone presenti nella vita della figlia. Lo show dà quasi per scontato che nel caso della protagonista non c’era alternativa, mentre in realtà aveva tantissime scelte e non avrebbe dovuto minimamente considerare quella decisione drastica.
C’è troppo drama nella serie

Lo show ha inserito troppo drama, diventando quasi commerciale. Alla fine della storia, non ci si concentra più solo sulla povera Hannah Baker, ma sembra che tutti di punto in bianco siano impazziti. Tyler si compra un arsenale, Alex tenta il suicidio e Justin aveva pensato di buttarsi da un ponte. Insomma, il finale è stato quasi ridicolizzato.
I personaggi sono stereotipati

Tredici ci mostra la storia in un contesto tipicamente americano. Ma, collocazione a parte, sembra quasi un qualsiasi film sulla high school. Le ragazze belle e intriganti, i ragazzi atletici e piacevoli sono quelli che contano. Il resto è spazzatura. C’è però il rovescio della medaglia, ovvero che in questo caso tutti quelli che piacciono sono cattivi. Non ci sono vie di mezzo: tutti i protagonisti sono belli e bravi ma sono responsabili della morte di una ragazza. Ci deve sempre essere una via di mezzo, per far capire che non tutti gli stereotipi sono veri.
La serie non è imparziale

Sembra quasi, da ciò che vediamo nelle puntate, che al mondo non esistano persone buone e che tutte quelle cattive le ha incontrate Hannah Baker. In realtà i buoni esistono e nello show si identificano in Tony e Clay. È stata lei a scegliere di morire e non ha colto l’aiuto che il protagonista, anche se inconsapevolmente, voleva darle. Guardandolo dal suo punto di vista però, sembra quasi che la abbiano obbligata ad uccidersi, quando invece tutti noi abbiamo una scelta.
La storia è quasi assurda

Come sappiamo, Hannah Baker sceglie di fare alcune registrazioni e spedirle ai responsabili della sua morte. Questo la mostra, in tutta la serie, una ragazza audace e temeraria e dallo spirito combattivo. In realtà così forte non è, altrimenti non sarebbe mai arrivata a togliersi la vita. Questo paradosso (il coraggio di parlare e la debolezza di spirito) difficilmente accade nella realtà e spesso chi arriva al folle gesto, non esprime platealmente le sue emozioni.
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