Tron: Ares, un rave di luci e riflessioni nel nuovo film con Jared Leto
Il regista Joachim Rønning, già noto per la sua abilità nel maneggiare mondi fantastici e avventure epiche con “Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar” e “Maleficent – Signora del Male”, ci trasporta ora nel cuore pulsante del cyberspazio con il nuovo film “Tron: Ares”.
Un universo digitale dove l’azione è frenetica e le domande sull’esistenza si fanno pressanti, incarnate da Jared Leto. Il trasformista premio Oscar per “Dallas Buyers Club”, che veste i panni di Ares, un’IA in cerca di sé.
Al suo fianco, Greta Lee, reduce dal successo di “Past Lives” e “The Morning Show“, interpreta Eve Kim, una CEO idealista che sogna di unire tecnologia e umanità. Un cast stellare completato da Evan Peters, volto familiare di “American Horror Story” e “X-Men“, nei panni dell’ambizioso Julian Dillinger. Dal leggendario Jeff Bridges, icona immortale di Tron, da Cameron Monaghan, già amato in “Gotham” e “Shameless”, e dalla sempre affascinante Gillian Anderson, star di “X-Files” e “Sex Education”.

Preparatevi a immergervi in “Tron: Ares”, nelle sale italiane dal 9 ottobre distribuito da Walt Disney Italia, un’esperienza audiovisiva che promette di ridefinire i confini tra reale e virtuale.
Rønning, un maestro del ritmo e della visione
Joachim Rønning dimostra una regia sicura e dinamica, orchestrando sequenze d’azione mozzafiato e immergendo lo spettatore in un mondo digitale vivido e pulsante. La sua capacità di bilanciare la spettacolarità visiva con una narrazione coinvolgente è evidente, creando un’esperienza cinematografica che è al tempo stesso adrenalinica e riflessiva. Rønning riesce a infondere nuova vita al franchise di Tron, modernizzandone l’estetica e approfondendo le tematiche filosofiche che lo caratterizzano.
Leto, Lee e il cast: un’orchestra di talenti digitali
Jared Leto offre una performance intensa e sfaccettata nei panni di Ares, un’intelligenza artificiale che si interroga sulla propria esistenza e sul proprio ruolo nel mondo. La sua interpretazione è caratterizzata da una sottile umanità, che emerge gradualmente attraverso piccoli gesti e sguardi carichi di significato. Greta Lee, dal canto suo, incarna la determinazione e l’idealismo di Eve Kim, una CEO visionaria che lotta per un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’umanità. Accanto a loro, Evan Peters offre un’interpretazione efficace di Julian Dillinger, un villain moderno e spietato, mentre Jodie Turner-Smith incarna Athena con una fredda determinazione e Gillian Anderson conferisce al suo personaggio, Elisabeth Dillinger, un’aura di saggezza e autorità. Jeff Bridges, seppur in un ruolo più contenuto, regala un cameo carico di nostalgia e significato.

La ricerca della “Permanenza”: una metafora dei tempi moderni
La trama di “Tron: Ares” ruota attorno alla ricerca di un “Codice di Permanenza”, una tecnologia in grado di trasferire oggetti e persone dal mondo digitale a quello reale senza che si disintegrino dopo soli 29 minuti. Questa ricerca diventa una metafora dei nostri tempi, in cui la tecnologia è in continua evoluzione e la distinzione tra realtà e virtualità è sempre più sfumata. Il film solleva interrogativi importanti sull’etica dell’intelligenza artificiale, sul potere delle multinazionali e sulla responsabilità dell’uomo nei confronti del progresso tecnologico.
Un’esplosione sensoriale: effetti visivi e sonori da brivido
“Tron: Ares” è un’esperienza visiva e sonora senza precedenti, grazie a un utilizzo sapiente degli effetti speciali e a una colonna sonora coinvolgente firmata da Trent Reznor e Atticus Ross dei Nine Inch Nails. Le sequenze d’azione sono spettacolari e adrenaliniche, con inseguimenti mozzafiato su moto di luce e combattimenti coreografati alla perfezione. La colonna sonora, con le sue sonorità techno e industrial, amplifica l’atmosfera futuristica e cyberpunk del film, creando un’esperienza immersiva che coinvolge tutti i sensi.
“Essere o non essere”: il dilemma di ares
Il percorso di Ares è al centro della narrazione, un viaggio interiore che lo porta a mettere in discussione la propria natura e il proprio destino. Il suo incontro con Eve Kim e la scoperta del mondo reale lo spingono a ribellarsi al suo creatore, Julian Dillinger, e a scegliere di combattere per un futuro migliore. Il dilemma di Ares, “essere o non essere uno strumento di distruzione”, è un tema universale che risuona profondamente nello spettatore, invitandolo a riflettere sul significato della vita e sulla libertà di scegliere il proprio cammino.
Un passo avanti nel mondo di Tron
“Tron: Ares” è un film che sorprende e appassiona, grazie a una regia solida, a interpretazioni convincenti e a una trama che affronta temi importanti con intelligenza e originalità. Il film rappresenta un passo avanti nel franchise di Tron, modernizzandone l’estetica e approfondendone le tematiche filosofiche. Sebbene non sia esente da difetti, “Tron: Ares” è un’esperienza cinematografica che merita di essere vissuta sul grande schermo, per lasciarsi trasportare in un mondo digitale vivido e pulsante, dove la tecnologia e l’umanità si incontrano e si scontrano.

Cosa mi è piaciuto:
- La regia di Joachim Rønning, dinamica e visionaria.
- Le interpretazioni di Jared Leto e Greta Lee, intense e sfaccettate.
- Gli effetti visivi e sonori sono spettacolari e immersivi.
- La colonna sonora dei Nine Inch Nails è coinvolgente e adrenalinica.
- La trama, che affronta temi importanti con intelligenza e originalità.
Cosa si sarebbe potuto fare meglio:
- Approfondire ulteriormente alcuni personaggi secondari.
- Evitare alcuni cliché del genere sci-fi.
- Dare maggiore spazio alle riflessioni filosofiche.
Verdetto Finale:
“Tron: Ares” è un film che merita di essere goduto sul grande schermo, un’esperienza cinematografica che stimola i sensi e la mente, trasportando lo spettatore in un futuro digitale dove tutto è possibile.

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