The Walking Dead: 5×10 – Loro
Carol: “Non siamo morti”
Ma forse ci stiamo andando molto vicini, ora che cibo e soprattutto acqua scarseggiano davvero; la strada per Washington è lunga e comunque non sembra essere il cammino verso la salvezza perché tutti sanno già cosa troveranno nella capitale. Ma bisogna continuare a camminare…

Maggie: “Quanto manca ancora?”
Sasha: “Sessanta miglia”
Maggie: “Non mi riferivo a quello”
La domanda di Maggie è una eco che rimbalza nella testa di tutti i sopravvissuti: Quanto manca ancora? Quanto manca al momento in cui qualcuno crollerà sull’asfalto e non avrà più la forza di rialzarsi?
Perché di questo si tratta, su questo si concentra l’episodio, su Daryl, Maggie e Sasha che più di tutti in questo momento sono messi davanti a un bivio: continuare a lottare o arrendersi? A che scopo resistere se andare avanti sembra solo un modo per posticipare l’inevitabile?


Maggie: “Come se niente di tutto questo fosse reale, prima questa era solo la parte oscura… e io non so se voglio combattere ancora”
Glenn: “Lo vuoi, lo vuoi”
Sembra che qualcuno stia mandando dei messaggi di speranza ai sopravvissuti, e non mi riferisco alle bottiglie d’acqua mandare da “un amico”… Insomma è impossibile non accorgersi che i sopravvissuti iniziano ad avere fortuna, un po’ troppa fortuna e questo fa pensare che sia più una sorta di aiuto “dall’alto”, ed è paradossale visto che succede dopo che Padre Gabriel, forse l’ultimo credente rimasto, decida di togliersi il colletto. La pioggia arriva come una manna dal cielo, anche i cani randagi si sono rivelati utili… e poi la tempesta e il carrillon…

La 5×10 rallenta un po’ il ritmo degli ultimi episodi, ma si scava nella dimensione introspettiva dei sopravvissuti: è un momento di riflessione per tutti. Mourning si dice in lingua inglese, ma nella nostra lingua lutto è una parola finita che ha un’accezione più statica, di un qualcosa che è successo. Il termine inglese rende più il senso di quello che fanno Daryl, Maggie e Sasha, cioè di andare avanti con il dolore che affligge il cuore e la mente: non è finito, non ti abbandona mai.

Rick: “Dopo alcuni anni passati a fingersi morto, ne uscì vivo. È questo il trucco, credo. … Noi siamo i morti che camminano”
Daryl: “Non siamo loro”
Rick: “Non lo siamo”
Come sempre la speranza si fa viva nei momenti più bui e impensabili, come durante una tempesta. Rick racconta la storia di suo nonno, reduce di guerra che ha passato gli anni al fronte a sentirsi già morto, e solo dopo molto tempo, quando la guerra era ormai finita, è tornato a vivere davvero.

Quando una mandria di zombie si scaglia contro il capanno in cui il gruppo di è rifuguato, è Daryl il primo a tentare di fermarli, poi Maggie e poi Sasha: proprio quelli che più di tutti sembravano sul punto di mollare! E poi arrivano tutti gli altri, in silenzio, e si resiste ancora una volta. Per poi scoprire la mattina dopo che tutta la foresta è stata distrutta dalla tempesta, tutto spazzato via tranne il capanno! Non può essere solo fortuna…

Ma chi diavolo è Aaron?
Come fa a conoscere Rick? Come ha fatto a trovarli? A giudicare dal suo aspetto non sembra passarsela male… Ma per esperienza sappiamo che nel mondo di The Walking Dead i vivi sono da temere più degli zombie! (vedi Governatore e Terminus) “Buone notizie”dice? Mmm … però il carrillon sembrava d’accordo!
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