Intervista a Isaiah Saxon e Helena Zengel per The Legend of Ochi
Nel descrivere la genesi dell’isola di Carpathia, cuore della vicenda di The Legend of Ochi, il regista Isaiah Saxon ha spiegato durante la nostra intervista di aver creato un luogo che sembri reale, situato nel Mar Nero, ispirato alle montagne dei Carpazi in Transilvania. “Volevo creare un ambiente che gli spettatori potessero percepire come un’isola reale, che forse hanno già dimenticato nei loro studi di geografia,” ha affermato. La sua idea era di trasporre elementi autentici come foreste incontaminate e villaggi tradizionali in un ambiente fittizio, lasciando spazio all’immaginazione e offrendo libertà creativa. La scelta di ambientare l’isola in un’area remota dell’Europa dell’Est deriva anche dalla volontà di lasciarsi alle spalle le limitazioni di un’accuratezza culturale precisa, puntando invece a un’ambientazione magica e suggestiva.

Dietro le quinte: la sfida di realizzare un mondo credibile
Saxon ha descritto le numerose difficoltà tecniche e logistiche incontrate durante le riprese, soprattutto nella seconda metà del film. La produzione, molto frenetica e impegnativa, si è svolta tra ambienti naturali e set artificiali. “Abbiamo utilizzato molta luce naturale, e questo ha reso tutto più difficile,” ha detto. “Lavorare sul campo con stuntmen in costume, animatronici, animali e attori come Willem Dafoe è stata un’impresa.” Per le scene ambientate in ambienti inesistenti in Romania, come grandi fiumi e grotte, si è ricorso a set in studio e fondali digitali. “Il nostro approccio era di usare il più possibile la luce naturale, ma poi dovevamo anche creare ambienti che non esistevano in realtà, e quello è stato complicato, come complicato è stato convincere anche al nostro team e tutti gli addetti ai lavori,” ha aggiunto.
L’evoluzione del personaggio di Yuri: un viaggio tra ribellione e redenzione
L’aspetto del personaggio di Yuri, analizzato da Helena Zengel che lo ha interpretato, mostra un percorso di crescita complesso. La narrazione ha evidenziato come all’inizio il personaggio si presenti “introverso e ribelle, come se avesse tanti problemi irrisolti dentro di sé.” Helena ha spiegato: “Credo che tutto sia iniziato dal fatto che suo padre voleva avere un maschio e forse non ha mai capito completamente il suo modo di essere, quindi Yuri si è sentita fuori luogo e si è ribellata.” Ha aggiunto: “Con Ochi, mi pare che entrambi si salvino a vicenda: lei cerca sua madre e si scopre, e Ochi diventa il suo salvatore, anche se non hanno bisogno di parole per capirsi.” Zengel ha sottolineato come questo legame “dimostri come l’empatia possa arrivare anche senza linguaggio, solo attraverso gesti e sguardi, rendendo così il loro rapporto molto intenso.”
Magia, natura e animo umano
L’intervista con Saxon e Zengel ha lasciato un’impressione di poesia e rispetto per il mondo naturale e le emozioni umane. The Legend of Ochi si presenta come un film che unisce avventura e riflessione, invitando lo spettatore a considerare come la coesistenza con il diverso e il senso di appartenenza possano superare ogni barriera. La storia di Yuri e Ochi ci ricorda che, anche senza parole, il vero legame si costruisce attraverso gesti, emozioni e la volontà di salvarsi reciprocamente, in un mondo che brama di magia e autenticità.
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