Intervista ad Ambra Vernuccio, uno sguardo dietro l’obiettivo
Ho scoperto il lavoro di Ambra Vernuccio quasi per caso, mentre scorrevo tra le immagini del BFI London Film Festival, dove anch’io mi trovavo per motivi professionali. Le sue fotografie, capaci di catturare momenti unici e sguardi intensi, mi hanno immediatamente incuriosito. Ambra è una fotografa italiana che vive e lavora a Londra, con un portfolio che spazia dalla fotografia commerciale a quella di moda, dalla musica al teatro, fino al documentario e alla ritrattistica. Ha collaborato con brand prestigiosi come L’Oréal, Unilever e con importanti testate come The Guardian e The New York Times. Spinta da un’irrefrenabile curiosità, l’ho contattata per un’intervista, desiderosa di scoprire il percorso che l’ha portata a diventare una professionista affermata e un’artista capace di raccontare storie potenti attraverso le immagini.
Dalla Fashion Week al ritratto, un percorso eclettico
L’inizio della carriera di Ambra Vernuccio è strettamente legato al mondo della moda, in particolare alla London Fashion Week. Un’esperienza che è nata quasi per caso, inizialmente come un progetto personale, ma che si è presto trasformata in un’opportunità professionale inaspettata:
“Il mio approccio alla Fashion Week è iniziato come un progetto documentaristico: volevo catturare e documentare il dietro le quinte delle sfilate. Da questa passione, inaspettatamente, si è trasformato in un lavoro commerciale vero e proprio.”
Ambra sottolinea come il suo approccio alla fotografia di moda si discostasse da quello più tradizionale, concentrato sulla bellezza patinata e stereotipata. Lei, invece, cercava di cogliere ritratti spontanei, momenti di autenticità, che hanno saputo attirare l’attenzione sia dei brand che delle riviste di moda. Il suo stile, che i suoi foto editor definiscono “high gloss”, le ha permesso di spaziare con successo tra la fotografia commerciale e quella editoriale, documentando sia il glamour patinato dei backstage che la realtà multiforme del mondo che la circonda.
Incontro con un’icona, Vivienne Westwood
Uno dei momenti più significativi nel percorso di Ambra Vernuccio è stato l’incontro con Vivienne Westwood, stilista rivoluzionaria e icona della moda britannica. Ambra ha avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con lei, documentando i suoi show e collaborando con il brand CND per la creazione di elaborate nail art: “Lavorare con Vivienne Westwood è stata una delle prime esperienze significative alla London Fashion Week, un vero onore per me. Ho avuto l’opportunità di conoscerla personalmente e di osservare da vicino il suo processo creativo. C’era sempre una componente di originalità e innovazione in tutto ciò che faceva, un approccio che ammiravo profondamente.”
Ambra ricorda con ammirazione la creatività senza limiti e l’impegno di Vivienne Westwood, non solo come stilista di fama mondiale, ma anche come attivista e figura di spicco della cultura inglese. La sua recente scomparsa ha rappresentato una perdita incommensurabile per il mondo della moda e per la società civile nel suo complesso.
Viaggio nel Giappone rurale, alla scoperta dell’artigianato millenario
La sua innata curiosità e la passione per la scoperta hanno portato Ambra Vernuccio a esplorare il Giappone rurale, immergendosi nella documentazione delle tradizioni artigianali millenarie della penisola di Noto. Un progetto di grande spessore, selezionato per i prestigiosi Magnum Awards, che testimonia la sua straordinaria capacità di raccontare storie toccanti attraverso immagini evocative:
“Credo fermamente che il documentario fotografico offra un’opportunità unica per raccontare storie che vanno oltre la semplice narrazione visiva, permettendo di scoprire e comprendere a fondo una cultura, le sue tradizioni e i suoi valori.”
Ambra ha avuto la rara opportunità di incontrare artigiani che dedicano la loro intera esistenza alla creazione di oggetti unici, realizzati con tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione. Un’esperienza immersiva che le ha permesso di entrare in profondo contatto con la cultura giapponese, apprezzandone la bellezza intrinseca e la profonda spiritualità.
India, riti, festival e incontri inaspettati
L’India è un altro dei paesi che hanno rapito il cuore di Ambra, spingendola a documentare riti tradizionali e festival poco conosciuti al grande pubblico, come il Bandara Festival e i Theyyam:“Durante i miei viaggi in India, mi sono dedicata a identificare e documentare festival meno noti, ricchi di significato e tradizione. I Theyyam, ad esempio, sono rituali affascinanti in cui, per un giorno, le persone si trasformano in divinità attraverso complesse cerimonie e danze.”
I suoi progetti in India sono una vivida testimonianza della sua capacità di immergersi in culture profondamente diverse e di raccontare storie complesse e affascinanti con grande sensibilità. Nel corso dei suoi viaggi, Ambra ha scoperto anche il kushti, il “wrestling indiano”, una tradizione antica e sacra che l’ha colpita per la sua spiritualità e la ferrea disciplina degli atleti.
La curiosità come motore, l’approccio di Ambra alla fotografia
Quando le ho chiesto come ha imparato a raccontare le storie che ha incontrato lungo il suo cammino, Ambra ha risposto:
“La curiosità è sempre stata il mio motore principale. La fotografia è per me un mezzo per scoprire il mondo, incontrare persone, esplorare culture diverse. C’è sempre la volontà di andare oltre la superficie, di cercare qualcosa di nuovo e inaspettato.”
La curiosità è quindi la forza trainante che spinge Ambra a esplorare il mondo con occhi nuovi, a incontrare persone straordinarie, a scoprire culture diverse e affascinanti. La sua fotografia è un invito appassionato a guardare oltre la superficie delle cose, a non fermarsi alle apparenze, a scoprire la bellezza nascosta e la profonda complessità della realtà che ci circonda.
Dopo aver ascoltato il racconto di Ambra, non posso fare a meno di sentirmi profondamente ispirata. La sua passione, la sua curiosità e la sua capacità di trasformare la realtà in immagini evocative sono davvero ammirevoli. Quest’intervista mi ha aperto un mondo nuovo, facendomi apprezzare ancora di più il potere della fotografia come strumento di conoscenza, di scoperta e di connessione tra culture diverse. Spero che il suo lavoro continui a ispirare e a emozionare molte persone, proprio come ha fatto con me.

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