Sandokan: intervista a Can Yaman e Jan Maria Michelini (Sandokan e regista)
Lunedì 1° dicembre 2025 debutta su Rai 1 l’attesissima serie tv Sandokan. In questa intervista a Can Yaman e a Jan Maria Michelini, abbiamo la possibilità di scoprire qualcosa in più direttamente dall’attore che interpreta il protagonista e da uno dei due registi. Accanto a Jan Maria Michelini, infatti, alla regia, troviamo Nicola Abbatangelo.
Trovi il video con l’intervista completa a Can Yaman e Jan Maria Michelini (Sandokan e regista) all’inizio di questo articolo.
Un Sandokan che rispetta la tradizione, ma che è anche contemporaneo
La serie originale Sandokan è una miniserie televisiva del 1976, diretta da Sergio Sollima. Nel cast troviamo Kabir Bedi, Carole André, Philippe Leroy e Adolfo Celi. L’allora adattamento televisivo è tratto dai romanzi del ciclo indo-malese di Emilio Salgari. I libri Le tigri di Mompracem e I pirati della Malesia ispirano gran parte della sceneggiatura.
Rispetto al Sandokan originale, questo è un Sandokan nuovo o diverso? Pensando a Sandokan al debutto il 1° dicembre 2025, il regista Jan Maria Michelini, spiega che “è un Sandokan sicuramente – appunto – contemporaneo, ma – allo stesso tempo – l’uomo è sempre lo stesso. [Ci sono] un uomo e una donna che hanno bisogno, voglia di sognare, di essere portati in un altrove. È un Sandokan che ha grande rispetto per la tradizione di Sandokan, quindi per un Sandokan che tutti abbiamo amato. Mantiene un’identità forte con quella del passato”.
Tuttavia, non è solo questo. “Allo stesso tempo, è un Sandokan rinnovato. È un Sandokan che parla all’uomo di oggi, che gli parla del rispetto dei popoli, del rispetto della natura, della capacità di un eroe di rinunciare a se stesso per il Bene di di qualcun altro. Can – diciamo – ha interpretato un Sandokan molto, molto umano. Forse – se vuoi – rispetto al Sandokan originale è un Sandokan che è più complesso da un punto di vista – appunto – psicologico, dell’interpretazione di scene veramente anche difficili non solo fisiche, ma anche di scene legate agli aspetti più profondi dell’essere umano, anche legati alle storie d’amore”, aggiunge.
Conclude, poi, il suo pensiero: “Insomma, un Sandokan sicuramente contemporaneo, capace di parlare agli uomini di tutte le latitudini. Infatti, è un’avventura che verrà distribuita in tutto in tutto il mondo”. Aggiungiamo noi che sarà un orgoglio nazionale!
Can Yaman sottolinea anche “la vulnerabilità di Sandokan” e afferma: “Per me è stato un onore”

Can Yaman, attore turco amatissimo in Italia (e che ama alla follia il nostro Paese a sua volta) commenta la sua preparazione per il personaggio. Dal punto di vista fisico, non è un mistero. Ne ha parlato tante volte. “Per la parte fisica ormai lo sanno tutti: tutte queste preparazioni toste” sono sulla bocca di tutti quelli che hanno seguito l’iter di produzione. Secondo lui, però, “la parte più importante che bisogna sottolineare è questa cosa emotiva di Sandokan, perché nella prima stagione dovevamo interpretare bene tutta questa evoluzione che fa Sandokan, tutto questo viaggio e bisognava lavorare bene sui sentimenti di Sandokan, sui valori di Sandokan. In questa prima stagione vedremo anche le fragilità di Sandokan e quindi per me, come attore, è stato molto gradevole interpretare anche le debolezze, le fragilità, la vulnerabilità di Sandokan; interpretare la parte umana di Sandokan che – secondo me – lo rende contemporaneo e particolare per arricchire il personaggio”.
Chiude il pensiero con sei parole che valgono tutto: “Per me è stato un onore”.
Come Can Yaman e Jan Maria Michelini si sono aiutati a vicenda
Pensando al lavoro sul set di Sandokan, in questa intervista Jan Maria Michelini commenta che è stato “bello, nel senso che è abbastanza raro trovare – diciamo – dei talenti, che si impegnano con questa costanza. In questo lui è stato trascinante un po’ per tutti, no?”
Poi fa una precisazione. “Io ho voluto – fin da subito – chiedere a Can di fare uno sforzo per vivere il momento presente. Erano cinque anni – come dice in tante interviste – che si preparava e che pensava al ruolo. Quindi, il rischio poteva essere per tutti noi quello di spaventarci, di trovarci di fronte a una montagna invalicabile, insormontabile. Il fatto di divertirci e di darci delle sfide quotidiane – solo quelle – ci ha aiutato molto a fare un processo – diciamo – di lavoro dolce, bello, divertente, anche molto serio però con una consapevolezza diversa”, spiega. L’atmosfera sul set, sicuramente può fare la differenza, specialmente per un progetto di questo calibro.
Dal canto suo, l’interprete di Sandokan, Can Yaman, aggiunge: “Jan mi dato questo consiglio: di ‘alleggerire’ il personaggio, dare quella cosa ammiccante, quella cosa piacevole al pubblico, perché anche se tocchiamo tutte queste tematiche serie, anche se c’è magari un combattimento, una battaglia, Sandokan risulta sempre con questa faccia che trasmette fiducia, trasmette leggerezza agli altri in maniera positiva. Quindi questo fa vedere quanto è anche saggio Sandokan”.
In estrema sintesi in questa nuova versione di Sandokan, spiega in questa intervista Can Yaman: “Vedremo un Sandokan che avrà una espressione diversa dagli altri a livello di empatia”.
L’universo di Sandokan in una location nuova, tra Formello, la Calabria e la Thailandia
Jan Maria Michelini non nasconde che “è stata una grande sfida raccontare, diciamo, il mondo intero e quindi tutta la l’ambientazione esotica di Sandokan e farlo rimanendo spesso appena – magari – fuori dalle mura della città”. Al tempo stesso, aggiunge: “Siamo stati anche in Thailandia, all’isola della Reunion”. Sono doverosi i ringraziamenti: “Abbiamo fatto questo grazie anche a ciò che ci ha messo a disposizione il nostro produttore Luca Bernabei, insieme a Matilde Bernabei, Freemantle in generale, ma anche sguardi lungimiranti di persone che non dormono la notte per capire come possono fare il giorno dopo a fare meglio del giorno prima”.
In generale, continua il regista: “è stato un’eccellenza – secondo me – italiana questo progetto, da questo punto di vista: una sfida che abbiamo affrontato e credo anche già vinto tra di noi, sicuramente come stimolo per la nostra industria italiana, televisiva, cinematografica”. Siamo molto curiosi, infatti, di scoprirlo.
A proposito di scoperte…
Alanah Bloor è alla sua prima esperienza da attrice: la scoperta di Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo

Alanah Bloor è stata scelta per il ruolo di Marianna, ma non ha mai recitato prima. Rivivendo alcuni passaggi dell’iter produttivo di Sandokan, in questa intervista Jan Maria Michelini racconta: “io e Nicola Abbatangelo – che è il regista di alcuni episodi – siamo stati a Londra a fare i provini. A un certo punto è arrivata questa ragazza. Abbiamo visto il provino estremamente convincente per quello che cercavamo noi. Cercavamo una forza, una fierezza. Allo stesso tempo cercavamo una purezza di intenti, una giovinezza reale, quindi la giovane figlia del console britannico un po’ ribelle. Ci voleva un’immaturità da un certo punto di vista, però anche una grande maturità perché lei aveva fatto – comunque diciamo – quattro anni nella scuola d’arte drammatica importante. Siamo tornati in Italia. L’abbiamo proposta, è stata apprezzata. Quindi era il suo primo provino”.
Sandokan è il suo battesimo del fuoco: “Questa è la sua prima serie e se l’è cavata molto bene. Chiaramente anche l’abbiamo accompagnata in questa sua prima esperienza”, aggiunge Jan Maria Michelini. Tuttavia, c’è chi ha una marcia in più e Alanah Bloor è una di quelle persone. Lo scopriamo tramite le parole di Can Yaman.
L’elogio di Can Yaman a Alanah Bloor
Pensando al lunghissimo lavoro sul set di Sandokan, in questa intervista Can Yaman elogia Alanah Bloor. “Era molto aperta a imparare. Ascoltava tutto il tempo, come una spugna. Si può dire che assorbiva qualsiasi cosa che le si diceva”, rivela. Poi condivide una grande verità: “Questa è una caratteristica che non bisogna mai perdere, anche quando hai una certa esperienza. Bisogna sempre rimanere aperti. Alanah ha questa caratteristica. È partita alla grande”.
Non manca di precisare Jan Maria Michelini che “Alanah negli episodi è cresciuta anche – come dire – come donna. Un’esperienza così intensa di mesi l’ha fatta crescere professionalmente, umanamente, come succede a tutti noi. Siamo tutti diversi da come abbiamo iniziato!”
Al tempo stesso, “anche il suo personaggio, comunque, come Sandokan, ha una evoluzione, un arco”, come racconta Can Yaman. Questi, con grande umiltà, ammette: “Io non ero così bravo nel mio primo lavoro, figuriamoci lavorare in un altro Paese per un progetto di questo budget di questi livelli”. Considerati questi fattori e anche l’età di Alanah Bloor, si può dire che sia nata una stella.
Guarda l’intervista completa a Can Yaman e Jan Maria Michelini (Sandokan e regista) all’inizio di questo articolo.
“Sandokan” è una serie coprodotta da Lux Vide (società del gruppo Fremantle) e Rai Fiction. La stagione 1 va in onda su Rai 1 a partire da lunedì 1° dicembre 2025 in prima visione.

Lascia un commento