The Buccaneers 2: intervista con Katherine Jakeways e Beth Willis e Joe Innes
Abbiamo incontrato per voi Katherine Jakeways, ideatrice e sceneggiatrice della seconda stagione di The Buccaneers, insieme ai produttori Beth Willis e Joe Innes. Al centro della nuova stagione ritroviamo le giovani protagoniste: Nan, Conchita, Lizzie e Mabel, personaggi moderni e vibranti, alle prese con i grandi dilemmi delle donne di ogni tempo. Un racconto che, tra nuovi paesaggi e tematiche più adulte, si arricchisce di sfumature, desideri e ambizioni.
Italia nel cuore, Croazia nelle riprese
Uno degli aspetti più curiosi riguarda i nuovi scenari italiani: “Avremmo tanto voluto dire di aver girato in Italia, ma in realtà le scene italiane sono state girate in Croazia,” ha sorriso Beth Willis, spiegando come la ricerca di luoghi dal fascino antico abbia portato la produzione sulle coste croate. “La Croazia offre molti ambienti rimasti intatti, perfetti per un dramma in costume.” Jakeways aggiunge: “Ma è lo spirito dell’Italia quello che volevamo catturare.” E non manca il tocco culinario: “Abbiamo mangiato tantissimo cibo italiano, sia sul set che fuori!” scherza Joe Innes.
Dal romanzo allo schermo: un’evoluzione moderna
La genesi del progetto nasce dalla passione: “Beth aveva questo libro nella borsa da anni. Quando ci siamo incontrate me lo ha fatto leggere e ci siamo innamorate entrambe della storia,” racconta la showrunner Jakeways. The Buccaneers di Edith Wharton, scritto negli anni ’30, contiene già sulla pagina ragazze che “sembrano vive, moderne, persone che potremmo conoscere oggi.” Il desiderio era quello di andare “oltre le apparenze delle ragazze in abiti eleganti, per mostrare veri esseri umani, pieni di emozioni, errori, amori, paure. Volevamo che il pubblico le sentisse vere, attuali, accessibili.”
Collaborazione creativa e nuovo linguaggio visivo
Sul piano creativo, la seconda stagione segna un cambio di passo: “Nella prima stagione gli episodi erano costruiti intorno a grandi eventi collettivi in unica location; ora invece ci addentriamo negli spazi più intimi delle protagoniste,” spiega Joe Innes. “Questo ha portato la fotografia ad adottare un linguaggio più vicino e personale.” Beth Willis sottolinea l’evoluzione di tutto l’impianto visivo: “Le ragazze sono cresciute. Ora sono donne, e volevamo riflettere questa maturità nello stile delle riprese, nelle acconciature, nel trucco, nei costumi. Tutto si fa più intenso, sexy, consapevole: c’è desiderio, tradimento, amore non corrisposto, rimpianto.” Jakeways aggiunge che “c’è una maggiore attenzione al modo in cui la luce e i paesaggi dialogano con le emozioni interiori dei personaggi.”
Dietro le emozioni: “sentirsi vere”
Se nella prima stagione dominava la speranza ingenua, nella seconda c’è complessità: “Le ragazze sbagliano, si tradiscono, sperimentano il desiderio e il rammarico. Volevamo mostrare tutto questo, mantenendo le protagoniste al centro” dice Beth Willis. Un elemento che, come confermato dalla nostra intervista, avvicina la serie a chiunque voglia emozionarsi davanti a storie senza tempo ma incredibilmente attuali.
Una stagione più matura e avvincente
La seconda stagione di The Buccaneers si distingue per la sua capacità di coniugare atmosfere suggestive, evoluzione dei personaggi e un racconto sempre più vicino alla sensibilità contemporanea. L’attenzione ai dettagli, dalla fotografia alla crescita interiore delle protagoniste, rende questa nuova annata un’esperienza ricca di emozioni e riflessioni su identità, desiderio e libertà. La serie conferma il suo fascino, portando sullo schermo storie che sanno essere al tempo stesso eleganti e profondamente vere, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio intenso, visivamente curato e sorprendentemente attuale.
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