Oro e farina: un ritratto intimo del campionato mondiale di porridge con The Golden Spurtle
Constantine Costi è un regista e scrittore greco-cipriota-australiano pluripremiato, rinomato per la sua audacia visiva e la sua capacità di reinterpretare i classici in modo radicale, infondendo nuova vita a opere consolidate. La sua carriera spazia con disinvoltura dall’opera al documentario, rivelando un talento versatile e una curiosità insaziabile. Costi si distingue per la sua particolare attenzione alle storie umane, alle tradizioni culturali e alle dinamiche comunitarie. All’Edinburgh International Film Festival 2025, ha presentato il suo documentario “The Golden Spurtle“, un’opera delicata e osservativa che segue le vicende, le passioni e le aspirazioni dei partecipanti al Campionato Mondiale di Porridge. Questa intervista, realizzata durante il festival, offre uno sguardo privilegiato sul percorso creativo di Costi, esplorando la sua visione unica di questa competizione apparentemente eccentrica e rivelando le tematiche universali che sottendono la sua narrazione.
La scoperta inaspettata di un mondo affascinante
L’ispirazione per “The Golden Spurtle” è nata in modo del tutto inaspettato e spontaneo, grazie a un incontro fortuito con il concorrente australiano Toby Wilson. Costi, in un momento di pausa da progetti operistici particolarmente impegnativi e gravosi, ha colto al volo l’opportunità di esplorare un territorio narrativo completamente diverso, abbandonando temporaneamente la complessità delle partiture operistiche per immergersi nella semplicità e nell’autenticità di una competizione culinaria scozzese:“Ero a Berlino a lavorare a un progetto molto serio e intenso e ho pensato: ho bisogno di fare qualcosa di completamente diverso.”
Questo desiderio di evasione e di cambiamento lo ha condotto a Carrbridge, un pittoresco villaggio scozzese, dove ha scoperto un mondo affascinante e una comunità accogliente e calorosa, incarnata dalla figura carismatica di Charlie, il leader e anima della competizione.
Un approccio collaborativo e intimo alla narrazione
La realizzazione di “The Golden Spurtle” si è rivelata un’esperienza profondamente collaborativa e sinergica tra Costi e il talentuoso direttore della fotografia Dimitri. Insieme, hanno sviluppato una visione estetica precisa e distintiva, ispirata all’eleganza e alla sobrietà dei documentari della BBC degli anni ’50, con l’obiettivo di catturare l’atmosfera nostalgica e autentica del villaggio di Carrbridge. Costi sottolinea l’importanza cruciale di creare un’atmosfera rilassata, accogliente e di reciproca fiducia con i soggetti del film, al fine di ottenere ritratti intimi e rivelatori:“Il mio lavoro è rilassare le persone davanti alla telecamera. […] C’era una fiducia tra il soggetto, Dimitri e me, dove le persone potevano sentirsi molto rilassate e iniziare a parlare in modo organico.”
Questo approccio paziente, rispettoso e non intrusivo ha permesso di catturare momenti di straordinaria intimità e autenticità, svelando le emozioni, le speranze e le fragilità dei protagonisti, che altrimenti sarebbero rimasti celati.
Oltre gli stereotipi: la musica come voce del villaggio
Un elemento distintivo e particolarmente apprezzabile del documentario è la colonna sonora originale, sapientemente composta da Simon Burakard. Costi spiega che l’obiettivo principale era quello di evitare i cliché e le convenzioni spesso associati alla musica scozzese, concentrandosi invece sulla ricerca di un suono che riflettesse l’anima, le atmosfere e le peculiarità del villaggio di Carrbridge:“Volevamo ottenere il suono del villaggio, non il suono della Scozia. Cosa significa? Finiresti in quei cliché se non stai attento.”
La scelta di coinvolgere un’orchestra di 15 elementi, composta da amici e collaboratori fidati, ha contribuito a creare un’atmosfera live, vibrante e genuina, che si integra armoniosamente con le immagini del film, amplificandone l’impatto emotivo.
Un’ode alla tradizione e al ricambio generazionale
“The Golden Spurtle” trascende la semplice documentazione di una competizione culinaria, elevandosi a una riflessione profonda e toccante sulla trasmissione delle tradizioni, sull’importanza del ricambio generazionale e sulla capacità di preservare le proprie radici culturali in un mondo in rapida evoluzione. Costi evidenzia come la comunità di Carrbridge si distingua per la sua apertura, la sua inclusività e la sua capacità di accogliere persone provenienti da contesti diversi, indipendentemente dall’età o dall’origine geografica: “Queste culture e queste comunità sono sia incredibilmente localizzate che aperte a chiunque. C’è qualcosa di molto ottimista e divertente in questo… la cultura è sia storica, ma anche attivamente creata e mantenuta.”
La vittoria di un concorrente non scozzese, in questo contesto, assume un significato simbolico potente, rappresentando la vitalità, la resilienza e la capacità di adattamento delle tradizioni culturali, che si rinnovano e si arricchiscono attraverso lo scambio e la contaminazione.
Un inno all’ottimismo e alla bellezza delle cose semplici
In un’epoca dominata dalla frenesia, dalla superficialità e dalla complessità, “The Golden Spurtle” si propone come un’oasi di tranquillità, autenticità e ottimismo. Constantine Costi, con la sua sensibilità artistica e la sua profonda umanità, ci ricorda l’importanza fondamentale di riscoprire le nostre radici, di valorizzare le tradizioni culturali che ci definiscono, e di apprezzare la bellezza intrinseca delle cose semplici. Il suo documentario si configura come un invito a rallentare il ritmo, a connetterci con gli altri, a coltivare relazioni significative e a trovare la gioia e l’appagamento nelle piccole cose, come un buon piatto di porridge preparato con amore e passione.
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