Two Neighbors, la recensione del film di Ondine Vinao
Ondine Vinao, artista newyorkese nota per la sua videoinstallazione di quattro ore “Holy Fools” (2019), debutta nel lungometraggio con “Two Neighbors”, presentato in anteprima alla 78a edizione dell’Edinburgh International Film Festival. Insieme al co-sceneggiatore Jordan Johnson, Vinao adatta la favola di Esopo “L’Avaro e l’Invidioso” in una satira sardonica che mette a confronto la posizione sociale e le aspirazioni di due giovani donne. Il risultato è un cocktail inebriante, un mix di “Saltburn“, “The Substance“, una spruzzata di Ruben Östlund e un tocco di eccesso alla Paolo Sorrentino.
Mondi opposti, destini incrociati
Stacy (Chloe Cherry) è una mondana viziata, fatta di sorrisi finti, labbra rosse lucide e occhi vitrei. Il suo attuale progetto è lanciare una linea di intimo body positive chiamata “Stacy’s Undies”. Cherry incarna perfettamente la natura imbronciata e capricciosa della vacuità del suo personaggio. In netto contrasto, Becky (Anya Chalotra) è una scrittrice in difficoltà, resa insicura dalla sua mancanza di successo.
La scenografia di Lili Lea Abraham definisce visivamente i loro mondi individuali. Stacy si muove in una vasta tenuta di famiglia a Bedford, New York, oziando in una camera da letto dominata da un letto a baldacchino e piena di piume, fiori e abiti in varie tonalità di rosa e viola. Sembra vivere in un dipinto di John Singer Sargent. Becky condivide un appartamento squallido e infestato dagli scarafaggi sotto il ponte di Brooklyn, che è un tripudio di mobili imbottiti, opere d’arte e libri di filosofia abbandonati.
Una festa come campo di battaglia
Il padre di Stacy, Peterson (William Hope), organizza una festa nella sua tenuta per celebrare il 50° anniversario della sua azienda e lanciare una nuova fondazione “Grant-Your-Wish”. Il padre di Becky (Joseph Millson) è invitato e lei lo accompagna, portando le due giovani donne sotto lo stesso tetto. La festa diventa un campo di battaglia, popolato da lupi e pecore, dove lo status è determinato dall’invito a mescolarsi con la cerchia ristretta o dall’essere ignorati. Becky viene spesso spinta ai margini, abbandonata o lasciata a sé stessa. La scoperta che ha collaborato con uno scrittore molto famoso le conferisce un elemento di fama per associazione.
Il genio della lampada e I desideri inconfessabili
L’introduzione del personaggio del Genio (Ralph Ineson) aggiunge un elemento surreale alla narrazione. Più che un semplice intrattenitore, il Genio incarna la promessa di realizzazione dei desideri più reconditi, una tentazione che mette a nudo le fragilità e le ambizioni delle protagoniste. Questa svolta sovrannaturale, sebbene intrigante, introduce anche una riflessione sul prezzo della realizzazione dei sogni e sulle conseguenze inattese che possono derivare da scelte dettate dall’invidia e dall’avidità. Il Genio diventa quindi un catalizzatore, amplificando le dinamiche già tese tra Stacy e Becky e portando la loro rivalità a un punto di non ritorno.
Riflessioni sulla ricchezza, il successo e l’invidia
“Two Neighbors” non si limita a dipingere un quadro superficiale della vita agiata e dei suoi eccessi. Il film esplora le radici profonde dell’invidia e dell’insoddisfazione, sentimenti che possono affliggere sia chi vive nel lusso che chi lotta per sbarcare il lunario. La competizione sociale, l’ossessione per l’apparenza e la costante ricerca di validazione esterna sono temi centrali che emergono con forza, offrendo uno spaccato critico della società contemporanea e delle sue dinamiche spesso spietate. Attraverso le vicende di Stacy e Becky, Vinao ci invita a riflettere sulle nostre aspirazioni e sui valori che guidano le nostre scelte, mettendo in discussione l’idea che la felicità possa essere raggiunta attraverso il successo materiale o il riconoscimento sociale.
Desideri pericolosi e conseguenze inattese
L’intrattenimento serale è fornito da un illusionista dalla voce roca conosciuto semplicemente come “Il Genio” (un Ralph Ineson tipicamente minaccioso). Vinao rivela rapidamente che il personaggio non è lì solo per far sparire le cose, ma per presentare un nuovo progetto di beneficenza di Mr. Peterson che realizzerà i desideri più profondi di alcuni fortunati candidati. Si scopre che Becky e Stacy sono due delle vincitrici e che i poteri del Genio vanno ben oltre un semplice gioco di prestigio, ma – come spesso accade con i desideri magici – ci sono alcuni effetti collaterali ironici.
Una satira di classe che oscilla tra genio e incompiutezza
Divisa in sei capitoli (“Secondo Posto”, “Come Al Solito”, “Interamente Prevedibile Ma Ancora Straziante”, ecc.), Vinao dimostra un’impressionante padronanza tecnica del mezzo. La telecamera mobile trasmette la sensazione cavernosa della villa di campagna, l’illuminazione suggerisce tutti gli angoli bui in cui possono verificarsi incontri ravvicinati e l’equilibrio tra feste al rallentatore e montaggio alternato tra personaggi diversi inizia a costruire la natura frenetica dell’evento. Il punteggio di Jim Williams, con il suo uso del clavicembalo, conferisce una certa maestosità alla follia che si svolge, e c’è un uso intelligente di “Where Have All The Flowers Gone” di Marlene Dietrich nella colonna sonora. I prati perfettamente curati su cui pascolano le pecore aggiungono all’opulenza in stile Sorrentino.
“Two Neighbors”: Un Debutto che Fa Discutere
“Two Neighbors” è un debutto ambizioso che, pur con i suoi difetti, dimostra il talento e la visione di Ondine Vinao. Un film da vedere per chi ama le satire di classe e le storie che mettono in discussione i nostri preconcetti.
Cosa mi è piaciuto:
- La regia tecnicamente impeccabile di Ondine Vinao.
- Le interpretazioni convincenti di Chloe Cherry e Anya Chalotra.
- La scenografia che definisce visivamente i mondi opposti delle protagoniste.
- La colonna sonora suggestiva di Jim Williams.
- I momenti di satira pungente che ricordano Ruben Östlund.
Cosa si sarebbe potuto fare meglio:
- Semplificare la sceneggiatura ed eliminare alcune sottotrame superflue.
- Approfondire la caratterizzazione dei personaggi secondari.
- Rendere più chiaro il messaggio finale del film.
- Evitare alcuni stereotipi sui ricchi e sui poveri.
- Gestire meglio il tono, a volte troppo caricaturale.
Verdetto finale:
Un’opera prima che divide, ma che non lascia indifferenti: “Two Neighbors” è un film da scoprire e da discutere, per la sua audace ambizione e per le riflessioni che suscita sulla nostra società.
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