154, il cortometraggio di WeShort con Giovanni Storti
Nel mondo del cinema breve italiano, poche opere recenti hanno saputo unire emotività e riflessione come 154, il nuovo cortometraggio sci-fi di WeShort Originals. Diretto da Riccardo Copreni e Andrea Sbarbaro, e interpretato da Giovanni Storti, il film si distingue per la sua capacità di porre interrogativi profondi sul rapporto tra uomo e intelligenza artificiale, filtrandoli attraverso una narrazione delicata e coinvolgente. 154 è una produzione Eclettica in collaborazione con WeShort Originals, disponibile in esclusiva sulla piattaforma italiana WeShort dal 15 aprile 2025, data che richiama direttamente il titolo del film (15/04). Dopo un lungo percorso festivaliero internazionale, con più di 30 selezioni ufficiali, tra cui il Giffoni Film Festival, il corto ha ottenuto consensi sia dalla critica che dal pubblico.
Trama e cast di 154
Ambientato in un futuro prossimo, 154 racconta la storia di un esperimento scientifico: un gruppo di ricercatori sta testando il prototipo [TEST TYPE • 154], un’intelligenza artificiale avanzata progettata per apprendere come un bambino. Per questo, viene assunto un maestro d’asilo, interpretato da Giovanni Storti, incaricato di educare l’IA attraverso il gioco e la comunicazione. A dare voce all’entità artificiale è Giulia Bellu, attrice e content creator. La relazione tra il maestro e l’intelligenza artificiale evolve gradualmente, ponendo al centro il concetto di paternità nei confronti di una “creatura” non umana, ma capace di apprendere, reagire, forse persino sentire.
Dove vedere 154 in streaming
Il cortometraggio 154 è disponibile gratuitamente su WeShort, la piattaforma italiana dedicata interamente al cinema breve. Per accedere al catalogo, è sufficiente registrarsi gratuitamente al sito o tramite l’app ufficiale.
Paternità, paura e intelligenza artificiale
Ciò che rende 154 un’opera così particolare è la sua capacità di fondere riferimenti culturali iconici con una narrazione intima. Il corto richiama inevitabilmente 2001: Odissea nello spazio, Blade Runner e A.I. Intelligenza Artificiale, ma anche il più fiabesco Edward Mani di Forbici. In quest’ultimo, la creatura incompleta e innocente cerca amore e comprensione da un mondo che non riesce a capirlo. Allo stesso modo, 154 mette al centro una creatura digitale che impara, ma che suscita anche timore. L’elemento centrale è la domanda: possiamo insegnare qualcosa a un’intelligenza artificiale senza temerne le conseguenze? E ancora: il pensiero può esistere senza empatia? Il corto pone l’accento sul bisogno di trasmettere valori, non solo informazioni, a un’entità che potrebbe arrivare a formulare pensieri propri.
Giovanni Storti in un ruolo drammatico
Conosciuto per i suoi ruoli comici nel trio Aldo, Giovanni e Giacomo, Giovanni Storti sorprende qui in una prova attoriale intensa e delicata. Il suo maestro d’asilo è empatico, ma anche vulnerabile. Il suo approccio verso l’IA richiama una forma di paternità alternativa, tra affetto e senso di responsabilità. L’interazione tra lui e la voce artificiale, lontana da ogni dinamica comica, si fa simbolo di una nuova forma di comunicazione, fragile ma significativa.
I giovani registi: Riccardo Copreni e Andrea Sbarbaro
Alla regia, Copreni e Sbarbaro dimostrano una grande maturità narrativa e una visione cinematografica precisa. Con uno stile sobrio, essenziale ma evocativo, dirigono un’opera che non ha bisogno di effetti speciali per colpire. La scelta di girare con tagli ravvicinati, luci fredde e una narrazione minimalista permette allo spettatore di concentrarsi sulle emozioni e sulle implicazioni morali dell’esperimento.
154 è più di un cortometraggio sci-fi: è una riflessione toccante sul concetto di educazione, empatia e paura del diverso. Come in una fiaba moderna, ci troviamo di fronte a un “bambino-AI” a cui insegnare le basi del mondo, e da cui, forse, possiamo anche imparare. Un piccolo gioiello del cinema breve italiano, che merita di essere visto, discusso e ricordato.
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