After the Hunt, la recensione del film di Luca Guadagnino
Luca Guadagnino, regista acclamato per la sua sensibilità e capacità di esplorare le emozioni umane in opere come “Chiamami col tuo nome” e “Suspiria”, torna dietro la macchina da presa con “After the Hunt”, un dramma psicologico ambientato nel prestigioso contesto di Yale. Il film vede protagonisti Julia Roberts, icona di Hollywood con una carriera costellata di successi, e Andrew Garfield, attore versatile noto per le sue interpretazioni intense e coinvolgenti. Insieme a loro, un cast di talento che include Ayo Edebiri e Michael Stuhlbarg. Presentato in anteprima alla 82a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “After the Hunt” promette di essere un’esplorazione complessa e sfaccettata delle dinamiche di potere, dei segreti inconfessabili e delle conseguenze delle accuse in un ambiente accademico competitivo.

Roberts e Garfield, performance intense per personaggi ambigui
Julia Roberts offre una performance intensa e sfaccettata nei panni di Alma Imhoff, una professoressa di filosofia carismatica e ambiziosa, tormentata da segreti del passato. Roberts riesce a incarnare con maestria la complessità di Alma, una donna brillante e rispettata nel suo campo, ma allo stesso tempo fragile e vulnerabile. L’attrice dosa sapientemente le sfumature del personaggio, alternando momenti di sicurezza e determinazione a momenti di incertezza e paura. Il suo sguardo penetrante e i suoi silenzi eloquenti comunicano un mondo interiore ricco di conflitti e tormenti. Andrew Garfield interpreta Hank Gibson, un professore affascinante e competitivo, coinvolto in un’accusa di violenza sessuale che mette a rischio la sua carriera e la sua reputazione. Garfield offre una performance altrettanto intensa e coinvolgente, dando vita a un personaggio complesso e contraddittorio. Hank è un uomo brillante e carismatico, ma anche egocentrico e ambizioso, disposto a tutto pur di raggiungere il successo.
L’attore riesce a trasmettere la frustrazione e la rabbia di Hank, ma anche la sua fragilità e la sua paura di perdere tutto ciò che ha conquistato. Anche Ayo Edebiri e Michael Stuhlbarg offrono interpretazioni convincenti, contribuendo a creare un quadro corale ricco di sfumature. Edebiri è intensa nel ruolo della studentessa Maggie, divisa tra l’ammirazione per Alma e la ricerca della verità, mentre Stuhlbarg è perfetto nel ruolo del marito di Alma, un uomo enigmatico e apparentemente distaccato, ma in realtà profondamente coinvolto nelle vicende della moglie.
L’arte di creare tensione, la regia di Guadagnino
La regia di Luca Guadagnino è uno dei punti di forza di “After the Hunt”. Il regista crea un’atmosfera di tensione palpabile, che permea ogni scena e ogni dialogo. Guadagnino utilizza sapientemente la macchina da presa per creare un senso di inquietudine e suspense, giocando con le luci, le ombre e le angolazioni. I movimenti di macchina sono fluidi e sinuosi, accompagnando i personaggi nei loro percorsi fisici ed emotivi. La fotografia di Malik Hassan Sayeed contribuisce a creare un’atmosfera cupa e opprimente, che riflette lo stato d’animo dei personaggi e l’oscurità che si cela dietro le apparenze.
La colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, con le sue sonorità inquietanti e dissonanti, accentua ulteriormente la tensione emotiva e contribuisce a creare un’esperienza cinematografica coinvolgente e immersiva. Guadagnino dimostra ancora una volta la sua capacità di creare un’opera visivamente potente e stilisticamente ricercata, che cattura lo spettatore e lo trascina nel cuore della storia.
Riferimenti culturali e influenze cinematografiche: un’analisi più approfondita
“After the Hunt” è un film ricco di riferimenti culturali e influenze cinematografiche. La scelta di ambientare la storia nel mondo accademico di Yale richiama alla mente opere come “Il club degli imperatori” e “L’attimo fuggente”, che esplorano le dinamiche di potere e le tensioni tra studenti e professori. La trama, incentrata su un’accusa di violenza sessuale, evoca film come “Oleanna” di David Mamet e “Animal House”, che affrontano temi delicati e controversi con toni diversi. Il personaggio di Alma Imhoff, interpretato da Julia Roberts, ricorda figure femminili complesse e ambigue del cinema di Ingmar Bergman e di Alfred Hitchcock.
La regia di Guadagnino, con i suoi movimenti di macchina fluidi e la sua attenzione ai dettagli, richiama lo stile di registi come Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti. La colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, con le sue sonorità inquietanti e dissonanti, evoca le atmosfere cupe e opprimenti del cinema thriller e horror. “After the Hunt” è quindi un film che dialoga con la storia del cinema e della cultura, rielaborando temi e stilemi classici in chiave contemporanea.
Quando l’accademia diventa un campo di battaglia: trama e temi
“After the Hunt” affronta temi delicati e controversi, come le dinamiche di potere nel mondo accademico, le conseguenze delle accuse di molestie sessuali e la difficoltà di distinguere la verità dalla menzogna. Il film mette in discussione le certezze e le convenzioni sociali, invitando lo spettatore a riflettere sulla complessità della natura umana e sulla fragilità delle relazioni interpersonali. La sceneggiatura di Nora Garrett, purtroppo, sembra perdere di vista alcuni elementi cruciali, lasciando alcune domande senza risposta e alcuni personaggi poco approfonditi. Tuttavia, il film riesce a sollevare questioni importanti e a stimolare il dibattito su temi di grande attualità, come il movimento #MeToo e la cultura della cancellazione.
La caccia alle streghe è aperta? Il finale che divide guadagnino
Il finale del film è ambiguo e lascia spazio a diverse interpretazioni. Guadagnino non offre risposte facili, ma preferisce lasciare allo spettatore il compito di trarre le proprie conclusioni. Questa scelta registica potrebbe deludere alcuni, ma allo stesso tempo stimola la riflessione e il dibattito sui temi affrontati dal film. Il finale aperto invita lo spettatore a interrogarsi sulle proprie convinzioni e a mettere in discussione le proprie certezze, lasciando aperta la questione della verità e della giustizia.
Cosa mi è piaciuto:
- Le performance intense e sfaccettate di Julia Roberts e Andrew Garfield.
- La regia precisa e attenta ai dettagli di Luca Guadagnino.
- L’atmosfera di tensione palpabile e inquietudine crescente.
- L’esplorazione di temi delicati e controversi.
- I riferimenti culturali e le influenze cinematografiche.
Cosa si sarebbe potuto fare meglio:
- Approfondire alcuni personaggi e sottotrame.
- Dare una maggiore coerenza alla sceneggiatura.
- Offrire un finale più soddisfacente e meno ambiguo.
Verdetto Finale:
“After the Hunt” è un film ambizioso e stimolante, che affronta temi importanti e offre spunti di riflessione interessanti. Tuttavia, la sceneggiatura presenta alcune lacune e il finale potrebbe deludere alcuni spettatori. Nonostante ciò, il film merita di essere visto per le ottime performance degli attori, per la regia raffinata di Luca Guadagnino e per la sua capacità di stimolare il dibattito su temi di grande attualità.
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