Come finisce Ares Netflix
Come finisce Ares Netflix: sacrifici, visioni compiute e un’inaspettata ascesa al trono contraddistinguono l’ottavo e ultimo episodio di Ares, prima serie olandese targata Netflix disponibile in catalogo dal 17 gennaio.
Nell’episodio finale di Ares, Rosa (Jade Olieberg) apprende la verità sulla società segreta e sul passato segreto della sua famiglia. Ciò che emerge è che anche la madre fu membro di Ares, ma decise di lasciarsi alle spalle le sordide trame della setta quando conobbe colui che poi diventò il padre di Rosa.
Nel frattempo Carmen (Lisa Smit) perora la propria causa al padre Maurits (Hans Kesting): dev’essere lei la prescelta allo scranno di presidente di Ares. Questo comporta un test: se Carmen sarà in grado di passarlo, sarà nominata presidente. Messa di fronte alla prova da superare, Carmen si tira indietro: non è in grado di compiere un atto così riprovevole.
Rosa è la prossima candidata al titolo di presidente. Nel corso degli episodi precedenti, tutti i membri di Ares, Maurits per primo, avevano osservato con crescente ammirazione le doti eccezionali di Rosa. Quest’ultima ha dato prova di possedere abilità che abitualmente richiedono anni per essere apprese: in primis la capacità di “espellere” le proprie colpe (l’atto di vomitare la sostanza nera) mentre è ancora una novizia.
Come scopre Jacob (Tobias Kersloot) quando tocca i membri di Ares con le propria dita nere, da secoli l’organizzazione segreta opera “liberandosi” delle nefandezze e gesti orribili compiuti, così da poter continuare le proprie condotte riprovevoli. Il senso di colpa che i membri di Ares provano viene proiettato al di fuori di loro, e in questo modo consentendo di dedicarsi ad altre azioni raccapriccianti. Non si può scappare per sempre dalla propria coscienza: c’è sempre un prezzo da pagare. La madre di Rosa infatti ha tendenze suicide come chiunque sia stato toccato da Jacob: quando un membro di Ares perde la facoltà di liberarsi della colpa, sopravvivere a tutto quel male è troppo.
La cerimonia di iniziazione consiste nel dar prova di essere in grado di liberarsi del senso di colpa che trattiene un individuo dal compiere atti orribili. Nel caso di Carmen si trattava di uccidere un bambino. Una volta superato questo limite, non c’è più niente che un membro di Ares non può ottenere.
Torniamo a Rosa: la prova da superare per lei consiste nell’uccidere Jacob. Quest’ultimo ha una visione che gli mostra che Rosa è legata a Beal, che viene mostrato segregato mentre si divincola cercando di liberarsi, da una connessione che li rende speculari. Entrambi sono imprigionati dalle stesse catene, la stessa condizione in cui si trovavano gli schiavi che centinaia di anni prima erano stati soggiogati dagli olandesi e dalla Ares.
Prima della cerimonia di iniziazione, Rosa aveva tentato la fuga con Jacob: i due presto si rendono conto che l’unico modo per sovvertire e annientare Ares è dall’interno, abbandonandosi completamente all’oscurità. Per questo motivo è lo stesso Jacob ad esortare l’amica a “fare la cosa giusta”, che in questo caso è accoltellarlo. Jacob muore per mano di Rosa: l’iniziazione è compiuta, Rosa è la nuova presidente di Ares.
Che cos’è Beal in Ares Netflix
Che cos’è Beal? Una volta compiuto il sacrificio di Jacob, Rosa viene condotta nella stanza dove si aspetta di liberare il temibile mostro. La verità è tutt’altra: come le rivela Maruits, quella versione di Beal non è altro che una favoletta adoperata per intimorire i membri novizi.
Il Beal in realtà è un pozzo nel quale sono riversati tutti i sensi di colpa, i gesti raccapriccianti e i crimini indicibili di cui si sono “liberati” i membri di Ares da centinaia di anni ad oggi. Si tratta di una vorticosa melma nera scintillante che ha raccolto tutto il male che Ares ha compiuto nei secoli.
Le ricchezze e le fortune che hanno reso grande l’Olanda sono merito degli orrori commessi da Ares. Il periodo d’oro è macchiato del sangue versato e delle gesta indicibili compiute per mano di membri della società. Maurits volge lo sguardo al futuro e ha progetti ancora più ambiziosi, alludendo ad un nuovo ordine mondiale.
Il Beal è il veicolo imprescindibile che consente ad Ares. “Vomitando” le proprie colpe, Rosa si libererà e potrà dormire sonni tranquilli mentre compie cose orribili nel nome del progresso e del futuro del proprio Paese. Ora spetta a Rosa contribuire al Beal con la propria oscurità.
La ragazza, tuttavia, ha altri piani. Rosa ha capito che l’unico modo per annientare Ares è lasciandosi andare completamente all’interno di Beal. Invece di liberarsi del proprio male e lasciare che questo si riversi all’interno del pozzo, Rosa si tuffa nel Beal mentre Maurits urla disperato, tentando di fermarla.
Quando riemerge dal pozzo di Beal, immagini degli schiavi incatenati sotto alla bandiera olandese di Ares si inseguono. La creatura si è liberata. Rosa è diventata il Beal, ovvero la personificazione di tutto ciò che i membri di Ares rifuggono e non sono in grado di affrontare.
Con il suo gesto, Rosa si presenta al cospetto dei membri di Ares costringendoli a guardare in faccia loro stessi, i loro atti orribili e la loro vita. Per questo motivo, mentre varca le sale di Ares, molti di loro guardando Rosa si suicidano, in preda alla disperazione. Lo stesso Maurits, fissando Rosa-Beal, prende un coltello e si strappa la faccia uccidendosi.
L’unico a non fuggire di fronte a questa figura oscura è il padre di Rosa. Le persone che hanno imparato a convivere con il proprio senso di colpa, invece che rifuggirlo, non temono Beal perché non hanno nulla per cui essere inquieti. Rosa viene abbracciata dal padre: durante questo tenero, seppur inquietante, momento la ragazza apre gli occhi, anch’essi neri.
Ci sarà una seconda stagione di Ares?
Non lo sappiamo ancora, ma di certo lo speriamo. Ci sono ancora molte questioni lasciate in sospeso, dall’identità dell’anziana coi capelli bianchi al futuro di Rosa adesso che personifica Beal ed è presidente di Ares. Il materiale per una seconda stagione non manca.
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