La serie tv di Harry Potter è stata annunciata da poche settimane e sta già facendo discutere. Non soltanto perché sono in molti ad aver sollevato alcune perplessità sul progetto – specialmente in virtù della decisione di adattare la saga letteraria, già esplorata negli otto film prodotti dal 2001 al 2011, anziché esplorare altre storie nell’universo del Wizarding World -, ma perché la serie televisiva commissionata dal servizio streaming Max prevede il coinvolgimento di JK Rowling come consulente alla produzione.
Negli ultimi anni Rowling è diventata una figura alquanto controversa a causa delle sue posizioni sempre più radicali nei confronti delle persone trans. Questo ha portato a numerose prese di distanza da parte degli attori dei film originali, tra cui gli stessi Daniel Radcliffe ed Emma Watson sul tema.

“Una notizia terribile, che mi sento in dovere di condividere”, ha scritto Rowling su Twitter in risposta alle polemiche sollevate dal fandom che rimprovera all’autrice le sue numerose esternazioni transfobiche e che adesso minaccia di non guardare la da poco annunciata serie televisiva di Harry Potter. Rowling ha aggiunto: “Numerosi attivisti nelle mie menzioni stanno cercando di organizzare l’ennesimo boicottaggio del mio lavoro, questa volta della serie televisiva ‘Harry Potter’. Siccome chi ben comincia è a metà dell’opera, ho preso la precauzione di predisporre una grande scorta di champagne”.
Al momento dell’annuncio della serie tv, Rowling ha affermato che “l’impegno di Max nel preservare l’integrità dei miei libri è importante per me, e non vedo l’ora di far parte di questo nuovo adattamento che consentirà un grado di profondità e di dettaglio che solo una serie televisiva di lunga durata può offrire”. Casey Bloys, presidente dei contenuti originali di Hbo e della piattaforma Max, ha preferito non entrare nel merito delle accuse di transfobia rivolte a Rowling. Quando il progetto fu presentato alla stampa, Bloys rispose alla domanda di un giornalista affermando che quel tema era “una conversazione molto online, molto sfumata e complicata, in cui non ci addentreremo”.
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