Il Mago del Cremlino, un’immersione glaciale nell’anima del potere russo
Olivier Assayas, regista francese noto per la sua versatilità e il suo sguardo acuto sulla società contemporanea, ha presentato in concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia “Il Mago del Cremlino”, adattamento del bestseller omonimo di Giuliano da Empoli. Assayas, capace di spaziare tra drammi intimi e thriller adrenalinici, si avvale di un cast internazionale di grande talento, tra cui spiccano Jude Law, Paul Dano e Alicia Vikander.
Law si confronta con un ruolo complesso e controverso, quello di Vladimir Putin, mentre Dano, attore camaleontico noto per le sue interpretazioni intense, veste i panni del protagonista Vadim Baranov. Vikander, premio Oscar per “The Danish Girl”, interpreta Ksenia, una figura femminile chiave nella vita di Baranov.
Il film è un’esclusiva per l’Italia I Wonder Pictures e Italian International Film in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuito in sala da 01 Distribution.
Dietro le quinte del potere:Vadim Baranov, l’uomo nell’ombra
“Il Mago del Cremlino” ci guida attraverso tre decenni di storia russa post-sovietica, dalla dissoluzione dell’URSS all’ascesa inarrestabile di Vladimir Putin. Al centro della narrazione troviamo Vadim Baranov, un intellettuale cinico e disincantato che, da regista teatrale d’avanguardia, si trasforma in abile manipolatore mediatico al servizio del potere. Baranov, ispirato alla figura controversa di Vladislav Surkov, ex consigliere di Putin, è interpretato da un superbo Paul Dano, che conferisce al personaggio un’aura di ambiguità e fascino inquietante. La sua performance, tuttavia, è stata descritta anche come monocorde, con una recitazione quasi ipnotica e una voce narrante eccessivamente presente, che rischia di appesantire il ritmo del film.
Putin secondo Jude Law: un’interpretazione glaciale
L’interpretazione di Jude Law nei panni di Vladimir Putin è uno dei punti di forza del film. Law, con un trucco impeccabile e una mimica studiata, riesce a incarnare la freddezza e la determinazione del leader russo, senza cadere nella caricatura. Il suo Putin è un uomo calcolatore e spietato, pronto a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi. Tuttavia, c’è da sottolineare come il film non approfondisca a sufficienza la sua psicologia, limitandosi a tratteggiarne i tratti più superficiali. Anche Alicia Vikander offre una buona prova nel ruolo di Ksenia, una donna indipendente e ambiziosa, divisa tra l’amore per Baranov e l’attrazione per il potere. Il suo personaggio appare, però, a tratti marginale e poco sviluppato. Le performance di Will Keen e Tom Sturridge non danno molto di più al film.
Un mosaico di eventi storici: la Russia di Putin sullo schermo
Il film di Assayas è un affresco ambizioso e complesso della Russia contemporanea, che ripercorre eventi cruciali come la guerra in Cecenia, gli attentati terroristici a Mosca, l’annessione della Crimea e lo sviluppo delle operazioni di disinformazione online. Il regista non si limita a raccontare i fatti, ma cerca di analizzare le dinamiche politiche e sociali che hanno portato all’ascesa del putinismo. Tuttavia, la vastità del materiale trattato appesantisce la narrazione, rendendo il film a tratti didascalico e frammentario.
Il potere corrompe: l’anima oscura della Russia
“Il Mago del Cremlino” esplora il tema della corruzione del potere e della perdita degli ideali. Baranov, inizialmente animato da ambizioni artistiche e ideali liberali, si lascia sedurre dal fascino del potere e diventa uno strumento nelle mani di Putin. Il film ci mostra come la manipolazione mediatica e la propaganda possano plasmare l’opinione pubblica e legittimare regimi autoritari.
Un’opera ambiziosa, ma non del tutto riuscita
“Il Mago del Cremlino” è un film ambizioso e stimolante, che offre uno sguardo inedito e inquietante sulla Russia di Putin. Olivier Assayas si conferma un regista capace di affrontare temi complessi e controversi con intelligenza e sensibilità. Tuttavia, il film soffre di una certa prolissità e di una mancanza di approfondimento psicologico dei personaggi. Nonostante le ottime interpretazioni di Jude Law e Paul Dano, “Il Mago del Cremlino” non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore, rimanendo un’opera fredda e distaccata.
Cosa mi è piaciuto:
- L’interpretazione di Jude Law: Law offre una performance magistrale nei panni di Vladimir Putin, restituendo un’immagine glaciale e inquietante del leader russo.
- L’ambizione del progetto: Assayas affronta un tema complesso e delicato con coraggio e intelligenza, cercando di analizzare le dinamiche politiche e sociali che hanno portato all’ascesa del putinismo.
- La ricostruzione storica: Il film offre un quadro dettagliato e accurato della Russia post-sovietica, ripercorrendo eventi cruciali che hanno segnato la sua storia recente. L’inserimento di materiale d’archivio aumenta il senso di realtà.
Cosa si sarebbe potuto fare meglio:
- La lunghezza del film: Con una durata di oltre due ore e mezza, “Il Mago del Cremlino” risulta a tratti prolisso e ridondante. Un montaggio più serrato avrebbe giovato al ritmo della narrazione.
- L’approfondimento psicologico dei personaggi: nonostante le buone interpretazioni degli attori, i personaggi appaiono a tratti superficiali e poco sviluppati. Avrei voluto conoscere meglio le loro motivazioni e i loro conflitti interiori.
- La colonna sonora: La colonna sonora del film è anonima e poco incisiva. Una scelta musicale più audace e originale avrebbe potuto contribuire a creare un’atmosfera più coinvolgente e suggestiva.
Verdetto finale:
“Il Mago del Cremlino” è un’opera che suscita riflessioni, seppur non del tutto compiuta. Nonostante le interpretazioni di valore e l’ambizione del progetto, il film risente di una certa prolissità e di una caratterizzazione dei personaggi che a volte rimane in superficie. Un’analisi della Russia di Putin che, pur offrendo spunti di riflessione, non sempre riesce a tradursi in un’esperienza cinematografica pienamente coinvolgente.
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