Recensione di Mobland, la serie crime di Paramount+ firmata Guy Ritchie
In streaming dal 30 marzo negli Stati Uniti, con il primo passaggio in Italia dal 30 maggio, Mobland è la nuova serie tv di Paramount+ diretta e prodotta in collaborazione con Guy Ritchie. Questa serie promette di offrire un nuovo spaccato sul mondo del crimine organizzato, esplorato attraverso le profondità della psiche dei protagonisti, senza concentrarsi esclusivamente sulla violenza distruttiva.
Un nuovo punto di vista sul mondo delle mafie
Mobland si distingue nel panorama dei crime drama per l’approccio più riflessivo e psicologico. La serie si concentra sulle azioni dei personaggi, ma anche sulle motivazioni e sulle dinamiche mentali che li guidano. Con 10 episodi realistici e un ritmo inizialmente lento, la narrazione impiega qualche tempo per entrare nel vivo, ma una volta stabilito il tono, si rivela una riflessione profonda e complessa sull’etica, il potere e la psicologia criminale. La regia di Guy Ritchie, nota per il suo stile rapido e brillante in opere come Snatch e The Gentlemen, si combina con una sceneggiatura curata e atmosfere cupe, creando un contrasto tra eleganza visiva e tensione emotiva.
Il cast stellare: tra carisma e profondità psicologica
Il cast ai vertici è uno dei punti forti della serie. Tom Hardy nei panni di Harry Da Souza, il fixer astuto e compassato, rappresenta perfettamente la tipologia di personaggio che Guy Ritchie spesso crea e dirige, tra umorismo nero e minaccia sottile. Hardy dà vita a un personaggio che sa manipolare e comandare con semplici battute e sguardi penetranti. Accanto a lui, Helen Mirren brilla come Maeve Harrigan, una matriarca manipolatrice che domina con intelligenza e fredda determinazione, mentre Pierce Brosnan interpreta un Conrad Harrigan carismatico e pericoloso al massimo. La complementarietà tra questi attori crea un equilibrio tra eleganza, crudeltà e astuzia.
Inoltre, Paddy Considine si distingue nel ruolo di Kevin Harrigan, il padre di Eddie e membro della famiglia che porta una dimensione di fragilità e complessità psicologica. Considine, con la sua interpretazione sottile e intensa, riesce a dare al personaggio un’umanità a 180°, anche nei momenti di maggiore tensione, rendendo la famiglia Harrigan ancora più radicata e credibile. La presenza di Considine, insieme agli altri protagonisti, impreziosisce ulteriormente lo spettacolo, portando maturità e profondità emotiva alla narrazione.
Da ricordare anche Anson Boon; il giovane attore che interpreta Eddie Harrigan, il nipote impulsivo e problematico della famiglia Harrigan, che abbiamo avuto il piacere di intervistare; possiamo certamente dire che la sua interpretazione aggiunge ancora più profondità al suo personaggio. Nell’intervista che ci ha rilasciato Boon ha descritto Eddie come un giovane che lotta con la pressione familiare e le sue scelte rischiose, portando così un’ulteriore dimensione umana e complessa alla narrazione.
Una storia che si svolge nel cuore dell’organizzazione criminale
Mobland si ambienta tra le alte sfere del crimine londinese, ruotando attorno a due famiglie rivali – gli Harrigan e i Stevenson – impegnate in un’avvolgente battaglia di potere, armi e droga. La serie mette in luce le tensioni interne, i tradimenti e le strategie di chi gestisce imperi illegali sotto l’egida di una doppia morale. La figura centrale rimane Harry Da Souza, che con la sua freddezza e competenza, si muove abilmente tra alleanze fragili e tradimenti, creando un racconto coinvolgente che tiene lo spettatore sulle spine senza aver bisogno di mettersi troppo in mostra con scene eccessivamente spettacolari.
Stile Ritchie: tra eleganza visiva e dark humor
Ritchie firma molte delle sequenze più efficaci, usando la sua regia per enfatizzare atmosfere opposte: scene luminose e raffinate in ambienti elitari, scenari più scuri e claustrofobici dove si giocano le manovre più oscure. La fotografia aerea e i dettagli estetici contribuiscono a creare un mondo ricco e stilisticamente distinto, mentre il tono tra serio e sarcastico si percepisce nei dialoghi curati e nelle battute pungenti. La finezza visiva si sposa con un umorismo nero raffinato, creando un’esperienza visiva e narrativa unica nel suo genere.
Una serie che richiede pazienza e attenzione
Mobland non è la tipica serie di gangster che si basa solo su sparatorie e inseguimenti adrenalinici. Piuttosto, invita lo spettatore a un’analisi attenta, a cogliere i giochi di potere, le tensioni psicologiche e i piccoli dettagli che svelano davvero i personaggi. La sfida sarà vedere se la narrazione saprà mantenere questa profondità e interesse anche nelle prossime stagioni. Per gli appassionati di drammi criminali sofisticati e atmosfere cupe, questa serie si presenta come un appuntamento imperdibile, pronta a coinvolgere con intelligenza e stile, rendendo ogni episodio un pezzo di un puzzle complesso e affascinante. La combinazione di un cast di alto livello, una regia attenta e una profondità psicologica rende Mobland una delle serie più interessanti del panorama attuale del crime drama, capace di sorprendere e affascinare anche i telespettatori più esigenti.
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