Debutta il 4 dicembre 2025 sul grande schermo Regretting You – Tutto quello che non ti ho detto, il film tratto dal bestseller internazionale di Colleen Hoover. Per la regia di Josh Boone, vede nel cast Allison Williams, Mckenna Grace, Dave Franco, Mason Thames, Sam Morelos, Scott Eastwood, Willa Fitzgerald e Clancy Brown.
Una madre di nome Morgan (Allison Williams), una figlia concepita prima del previsto di nome Clara (Mckenna Grace), un padre di nome Chris (Scott Eastwood) che – tutto sommato – è presente più di quanto ci saremmo aspettati vedendo la scena iniziale del film, in cui Morgan scopre di essere incinta. Chi è la prima persona a cui lo dice? Il suo amico Jonah (Dave Franco), nonché fidanzato della sorella di Morgan stessa, Jenny (Willa Fitzgerald). È pazzesco come poi, quando scorrono i titoli di coda, ti rendi conto che tutti gli ingredienti del film, epilogo compreso e il senso profondo, fossero già in quelle prime scene.

Jonah, dopo aver piantato in tronco Jenny (per un motivo ben preciso ma tenuto all’oscuro fino a una buona metà di film), torna e lei resta incinta. Di fatto, tutti i personaggi menzionati sono una bella famigliola. Non lasciarti ingannare dalla vita che scorre – tutto sommato – senza grandi scossoni, perché il colpo di scena principale è dietro l’angolo.
Come può essere che Morgan e Jonah vengano chiamati in ospedale – proprio il giorno del rientro dalla maternità di Jenny – perché le rispettive dolci metà hanno fatto un incidente? Perché erano insieme, sulla stessa auto. Jenny, l’adorata zia di Clara, era al volante. Proprio mentre la nipote le chiedeva consigli amorosi su come comportarsi con Miller (Mason Thames) – il classico belloccio della scuola – ecco che la conversazione si interrompe. Per sempre. L’ultima frase che Jenny riesce a scrivere a Clara è che – se il più carino della scuola è impegnato – meglio tenersi alla larga. Non desidera fare il terzo incomodo, si deve fidare.

Jenny ne sa qualcosa… Morgan si trova ad affrontare la perdita di un marito e di una sorella, Clara di un padre e di una zia, Jonah del migliore amico e della madre di suo figlio… A cui non sa come badare. Gli equilibri vanno in frantumi, specialmente per Morgan e Jonah che per primi ricostruiscono la torbida verità che legava i rispettivi partner.
Uno degli aspetti che emerge con particolare forza è l’istinto protettivo materno. D’altra parte, è da diciassette anni che mette Clara davanti a lei, in tutto e per tutto. Morgan tenta di preservare il ricordo idilliaco che la figlia ha dei due cari, tenendo sulle sue spalle la pesante verità. Tuttavia, non potrà proteggerla per sempre. Questo anche perché solo con la verità saranno entrambe libere di ricostruire il loro rapporto e se stesse, cercando di essere felici.

Ovviamente, è un processo che richiede tempo, un po’ come l’impresa del giovane Miller per fare felice suo nonno Hank (Clancy Brown), malato di cancro. La consegna della sua pizza preferita è consentita solo entro i confini della cittadina. Quindi perché non spostare il cartello un pochino più in là, giorno dopo giorno? A un primo livello di lettura, questa scena è un siparietto comico che alleggerisce la tensione. Tuttavia, pensandoci meglio, è una metafora preziosa su come affrontare gli ostacoli. Si analizza il problema e non si deve pretendere di arrivare a una soluzione definitiva di punto in bianco. Con pazienza, dedizione, coraggio e tenacia, si può andare lontano.
Nell’economia generale del film, ci sono anche delle parti un po’ tanto tirate. È come se, da quando Jonah e Morgan ricostruiscono quanto successo tra i loro partner, ci sia un’accelerazione improvvisa, circa i sentimenti che li legano. Per carità, potrebbe anche succedere nella realtà, ma avendo sulle spalle una tragedia come la loro, forse – reazione allo shock a parte – non è troppo credibile.
Resta, comunque, un film gradevole, che è esattamente come ti aspetti che sia. Entri in sala con un’idea di ciò che apparirà sul grande schermo. Ti alzi con un paio d’ore di svago in più nel calderone della tua giornata. Non sarà un capolavoro da Oscar, siamo tutti d’accordo, ma non è quello che si chiede a un film del genere. Fa il suo e lo fa bene. Alla fine, come menzionato all’inizio, il cuore della storia è già lì, sotto il nostro naso. Così come sotto il naso dei protagonisti sono i loro rispettivi sentimenti, ma è proprio ciò che abbiamo più vicino, a volte a essere più difficile da mettere a fuoco. Nel dubbio, restano delle certezze: le caramelle all’anguria. E chi guarderà il film, capirà!

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