Squid Game 3: il simbolismo dietro Chiavi e Coltelli, tra illusione e violenza
Nel primo episodio della terza stagione di Squid Game intitolato “Chiavi e Coltelli”, assistiamo a una sfida visivamente surreale che nasconde tensioni narrative profonde. Il quarto giorno della competizione, Il Nascondino, ingloba simboli ricchi di significato: chiavi, coltelli, una casa rosa e le ali sui manici, tutti elementi che riflettono tematiche di potere, sopravvivenza e illusione.

Il gioco: Nascondino
Il meccanismo della sfida è chiaro: i giocatori vengono divisi in due squadre. I membri della squadra Blu ricevono chiavi che permettono di aprire porte e raggiungere una possibile salvezza. Chi apre una porta non può richiuderla, e solo questo gesto sancisce la propria sopravvivenza. I giocatori della squadra Rossa, invece, ricevono coltelli e devono uccidere almeno un avversario entro trenta minuti, pena la loro stessa esecuzione. Questa divisione rende il gioco una mise en scène di violenza e libertà obbligate, in cui chi fugge o impone il proprio potere rischia di distruggere sé stesso o gli altri.
Design surreale di chiavi e coltelli
I coltelli non sono armi tradizionali; sono oggetti scenici ideati per confliggere con l’estetica infantile. Con le impugnature dalle ali azzurre e colori pastello come rosa, azzurro, sembrano giocattoli, sotto un’armatura di violenza. Anche le chiavi, sebbene simboli di salvezza, assumono un alone irreale. Il contrasto tra forme giocattolose e finalità mortali amplifica la tensione tra innocenza e brutalità, portando alla luce uno dei temi centrali della serie.
La casa rosa e l’illusione di sicurezza
Così come la struttura del labirinto, accoglie i partecipanti con un’apparenza rassicurante, la raffigurazione della casa rosa, illude ad un posto sicuro solo per il colore. Nella cultura buddista coreana la casa simboleggia interiorità e sicurezza spirituale; in Squid Game diventa una trappola mortale: spazio chiuso, illusorio, fondale perfetto per la violenza. L’illusione di comfort si trasforma così in inquietudine.
Significato culturale del coltello
Regalare un coltello in Corea ha un significato profondo: l’atto di “tagliare” il legame simbolico tra chi lo dona e chi lo riceve. Per scacciare questa cattiva interpretazione, spesso si accompagna il regalo con una moneta che simula un acquisto. In Squid Game, il coltello non è scelto né comprato, ma imposto, espressione pura della condanna decretata dal sistema di gioco. La presenza delle ali sull’impugnatura rappresenta la tensione estrema tra libertà personale e distruzione dell’altro, come se la salvezza potesse derivare soltanto dal sacrificio altrui.
Influenza dell’estetica coreana moderna
La serie richiama un’estetica già vista in produzioni come Hotel Del Luna o Alchemy of Souls, oltre a videoclip K-pop come quelli di Taemin, Dreamcatcher o TXT. Armi eleganti, ambientazioni colorate, ali simboliche: tutto rimanda a opere in cui la violenza è mascherata da fiaba moderna. Nei videogiochi coreani (Blade & Soul, Lineage) e webtoon si nota lo stesso mix tra tradizione e fantasia, tonalità fantasy e colori vivaci. In Squid Game però questo vocabolario visivo viene estremizzato per generare disagio emotivo.
Rielaborazione simbolica
Non esistono nella tradizione coreana simboli composti da casa, ali e coltello. La serie non riprende rituali specifici dello sciamanesimo o elementi buddisti, ma li reinventa. Il coltello rituale esiste, ma senza ali o riferimenti domestici. Così anche la casa diventa nuova, privata del significato originario, ridisegnata per evocare potenziale salvezza che si trasforma in condanna. Squid Game crea un linguaggio visivo originale, capace di parlare di paure moderne con simboli reinventati.
“Chiavi e Coltelli” non è solo un gioco: è una rappresentazione della scelta obbligata tra libertà e violenza, tra apparenza e crudeltà. La casa rosa, le ali sulle impugnature, le chiavi e i coltelli creano un microcosmo che riflette la distorsione infantile della sofferenza, una metafora ribelle e crudele. Il design simboleggia la spettacolarizzazione del dolore e la manipolazione della speranza, presagi di una stagione conclusiva destinata ad essere tanto brillante quanto inquietante.
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