The Golden Spurtle, la recensione del film di Constantine Costi
Constantine Costi, regista australiano noto per il suo lavoro nel mondo dell’opera, sorprende il pubblico con un cambio di registro inaspettato, ma incredibilmente riuscito. “The Golden Spurtle”, presentato in anteprima alla 78a edizione dell’Edinburgh International Film Festival, è un documentario affascinante e toccante dedicato al Campionato Mondiale di porridge, un evento annuale che trasforma il tranquillo villaggio scozzese di Carrbridge in un epicentro di passione, competizione e tradizioni secolari. Più che un semplice film sulla preparazione di una colazione, Costi offre uno sguardo intimo e affettuoso su una comunità, sulla sua identità e sulla gioia che si può trovare nelle cose più semplici.
Carrbridge: un microcosmo di umanità che pulsa al ritmo dell’avena
Il documentario ci trasporta a Carrbridge, un villaggio immerso nelle Highlands scozzesi, dove il tempo sembra scorrere più lentamente e le tradizioni sono ancora vive e vibranti. Costi dipinge un ritratto vivido di questo luogo, catturando la bellezza selvaggia dei paesaggi, l’atmosfera accogliente dei pub locali e la genuinità dei suoi abitanti. Al centro della narrazione troviamo Charlie Miller, il carismatico capo del Comitato del Porridge, un uomo dal cuore grande e dalla passione contagiosa, che si prepara a guidare la competizione per l’ultima volta prima di ritirarsi. Charlie è un personaggio chiave del film, un simbolo dell’identità scozzese e della dedizione alla comunità. Lo seguiamo mentre supervisiona i preparativi, accoglie i concorrenti e si assicura che tutto fili liscio, incarnando lo spirito di Carrbridge e la sua profonda connessione con il porridge.
Parallelamente, il documentario ci presenta una galleria di personaggi indimenticabili, provenienti da ogni angolo del globo, pronti a sfidarsi a colpi di avena, acqua e sale. Ognuno di loro porta con sé una storia unica, una tecnica segreta e un sogno: conquistare il Golden Spurtle, il prestigioso trofeo a forma di bastoncino di legno utilizzato per mescolare il porridge. C’è Toby Wilson, il taco chef australiano che ha scoperto la competizione online e ha deciso di mettere alla prova le sue abilità. Nick Barnard, l’imprenditore salutista determinato a perfezionare la ricetta del porridge perfetto. Ian Bishop, l’ex campione che torna per rivendicare il suo titolo. Attraverso le loro interviste, i loro allenamenti e le loro interazioni, Costi ci svela le motivazioni che li spingono a partecipare, le loro speranze e le loro paure, rendendoli personaggi tridimensionali e profondamente umani.
Oltre la ricetta: un viaggio alla scoperta di tradizioni e superstizioni
“The Golden Spurtle” non si limita a mostrare la preparazione del porridge, ma esplora anche le tradizioni, i rituali e le superstizioni che circondano questo piatto umile ma significativo. Scopriamo che la ricetta base, composta da soli tre ingredienti, nasconde un mondo di sfumature e varianti, a seconda della tipologia di avena utilizzata, della quantità di sale, del metodo di cottura e, soprattutto, della passione e dell’esperienza del cuoco. Impariamo che esistono regole non scritte, come quella di mescolare il porridge in senso orario per evitare di far entrare il diavolo nella pentola, o di utilizzare un particolare tipo di legno per il bastoncino.
Costi ci guida in un viaggio alla scoperta di queste tradizioni secolari, svelandoci l’importanza del porridge nella cultura scozzese e il suo valore simbolico di nutrimento, conforto, identità e appartenenza. Il film ci ricorda che anche le cose più semplici possono essere cariche di significato e che le tradizioni, per quanto bizzarre possano sembrare, sono un elemento fondamentale per preservare la memoria e l’identità di una comunità.
Più di una semplice gara: un inno alla comunità e ai valori autentici
Ma “The Golden Spurtle” è molto più di un documentario su una competizione culinaria o sull’importanza del porridge nella cultura scozzese. È un ritratto intimo e commovente di una comunità che si stringe attorno a un evento apparentemente insignificante per celebrare la propria identità e il proprio senso di appartenenza. Costi cattura l’essenza di Carrbridge e dei suoi abitanti, mostrando la loro gentilezza, il loro umorismo, la loro resilienza e la loro profonda connessione con il territorio.
Il film ci ricorda l’importanza delle piccole cose, dei gesti semplici e delle passioni condivise, che possono unire le persone e dare un significato alla vita. In un mondo sempre più frenetico e individualista, “The Golden Spurtle” è un inno alla comunità, ai valori autentici. Alla gioia che si può trovare nelle esperienze più semplici. È un invito a riscoprire il valore del contatto umano, della tradizione e della bellezza che ci circonda, anche nelle cose più ordinarie.
Un’atmosfera avvolgente: immagini, suoni e sensazioni che coinvolgono lo spettatore
La regia di Costi è delicata, attenta ai dettagli e profondamente rispettosa dei suoi soggetti. Il regista non si limita a osservare, ma si immerge nella comunità di Carrbridge, creando un’atmosfera di fiducia e complicità che permette ai protagonisti di aprirsi e di raccontare le loro storie con sincerità. La fotografia, curata da Dimitri Zaunders, è un elemento chiave del film, con il suo formato 4:3 che richiama un’atmosfera vintage e la sua attenzione alla luce naturale e ai colori caldi. Zaunders cattura la bellezza dei paesaggi scozzesi, dai prati verdi alle montagne innevate, creando un’esperienza visiva coinvolgente e suggestiva.
La colonna sonora, composta da Simon Bruckard, è un altro elemento fondamentale del film, con le sue melodie evocative e i suoi ritmi incalzanti che accompagnano le immagini e sottolineano le emozioni dei protagonisti. Bruckard utilizza una varietà di strumenti, dalla tradizionale cornamusa all’orchestra sinfonica, creando un suono unico e originale che contribuisce a creare un’atmosfera magica e incantata.
Conclusione: un film che scalda il cuore e nutre l’anima
“The Golden Spurtle” è un film che scalda il cuore, che fa sorridere e riflettere sulla bellezza della semplicità e dell’umanità. Un piccolo gioiello che celebra la passione, la tradizione e la forza della comunità. Un invito a riscoprire il valore delle piccole cose e a trovare la gioia nelle esperienze più semplici. Un’opera che, come un buon porridge caldo in una fredda giornata scozzese, nutre l’anima e ci lascia con un senso di benessere e di speranza.
Cosa mi è piaciuto:
- La regia delicata e attenta ai dettagli di Constantine Costi
- I personaggi eccentrici e appassionati, ognuno con la propria storia da raccontare
- L’atmosfera calda e avvolgente, che ci fa sentire parte della comunità di Carrbridge
- La colonna sonora evocativa e coinvolgente
- La celebrazione della semplicità, della tradizione e della forza della comunità
Cosa si sarebbe potuto fare meglio:
- Approfondire maggiormente le storie personali dei concorrenti
- Esplorare in modo più dettagliato la storia e la cultura del porridge
- Aggiungere un po’ più di suspense e drammaticità alla competizione
Verdetto finale:
“The Golden Spurtle” è un documentario deliziosamente eccentrico che scalda il cuore e ci fa sorridere. Un piccolo gioiello che celebra la passione, la tradizione e la forza della comunità. Assolutamente da vedere!
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