Wicked l’anno scorso è diventato un evento culturale e cinematografico, prova ne è il fatto che è stato l’adattamento cinematografico di un musical di Broadway di maggior successo di tutti i tempi. La sua conclusione – vale a dire la parte 2 – non delude le aspettative. Jon M. Chu ancora una volta alla regia, guida un cast stellare con a capo Cynthia Erivo e Ariana Grande, candidate all’Oscar. Con questo capitolo finale della storia mai raccontata delle streghe di Oz, scopriamo come nascono alcuni dei personaggi iconici de Il Mago di Oz, con qualche licenza poetica e tante, tante (forse troppe?) canzoni, ma con un’atmosfera irresistibile e unica.
La seconda parte prende il via con una scena che ricorda l’incipit del primo film. La differenza é che – questa volta – conosciamo che fardello porta Elphaba (Cynthia Erivo). Demonizzata come Strega dell’Ovest, cerca di avvisare gli abitanti di Oz della vera natura del loro Mago. Madame Morrible (Michelle Yeoh) fa il suo gioco e interviene in modo che il segreto resti celato nelle nubi (e chi ha orecchie per intendere intenda!).

La foresta di Oz é il luogo d’esilio per Elphaba che, sola, guarda a oggetti che ci aggiornano su quanto successo: del dottor Dillamond sono rimasti solo gli occhiali, ma dove sarà? Nessarose (Marissa Bode), nel frattempo, é diventata governatrice.
Da sottolineare il fatto che Nessa è protagonista di un interessante cambiamento nell’arco narrativo. Il suo desiderio di camminare è tramutato in quello di amare. Questo perché il suo essere su una sedia a rotelle vuole essere rappresentato non come un limite, ma come una parte integrante della sua identità. Un risvolto che colpisce di questa seconda parte é proprio la sorellanza, che non sia quella “acquisita” di Glinda (Ariana Grande) e Elphaba. A dispetto di qualunque cosa, Elphaba accorrerá sempre per Nessa e farebbe qualsiasi cosa per lei. Prova ne é quello che compie per Boq (Ethan Slater)… O forse dovremmo dire colui che é diventato l’Uomo di Latta?
Proprio perché sappiamo che Nessa e Elphaba sono estremamente legate, non possiamo non menzionare il dispiacere di vedere il momento della morte di Nessa così veloce e poco empatico. Il dolore per la scomparsa di Nessa – architettata da Madame Morrible per catturare Elphaba – diventa in men che non si dica un duello tra Elphie e Glinda. Per quanto la sfida macchiettistica con la bacchetta usata alla stregua di spada laser dalla bionda sia anche divertente, ci é sembrato un passaggio poco valorizzato, che ci avrebbe potuto emozionare.
A proposito di emozioni, come non citare Glinda, il polo intorno a cui gira la trama insieme a Elphaba. “Glinda è diventata una figura pubblica, un’icona di speranza e bontà creata per opporsi alla Strega dell’Ovest,” racconta Ariana Grande. “Ha preso il ruolo di Glinda la Buona grazie al Mago e a Madame Morrible per dare al popolo qualcosa in cui credere, anche mentre la propaganda contro Elphaba invade Oz. Molti aspetti della sua vita sono esattamente ciò che aveva sempre sognato, ma tutto le appare vuoto”.

Ariana Grande aggiunge: “Porta con sé il senso di colpa di essere stata complice per il ruolo che ha avuto nel permettere che ciò accadesse, oltre alla pesantezza e al dolore di aver perso la sua migliore e unica amica…” E per Glinda arriva presto un colpo al cuore.

Abbiamo lasciato Glinda innamorata di Fiyero (Jonathan Bailey, che per noi sarà sempre Anthony Bridgerton, ma in ogni caso, per tutti coloro che danno credito a People è l’uomo più sexy del mondo nel 2025)? All’inizio del film é promesso sposo – a sua insaputa! – di Glinda. Il loro matrimonio principesco é quello che ogni bambina amante delle favole sogna.

Il parallelismo di Glinda in abito da sposa che scende le scale in una sala di cui sembra di sentire il profumo di fiori rosa e la discesa di Elphaba nello scantinato dove Oz rinchiude gli animali é un gran classico, ma sempre apprezzato. Le nozze sono interrotte da una mandria di animali liberi, che ritrovano l’indipendenza grazie a Elphaba. Questa libertá sará anche di Fiyero che, finalmente, si sente nella condizione di esprimere i suoi sentimenti e scegliere la ragazza che ama: Elphaba.

É per difendere quest’ultima – catturata con l’escamotage della morte di Nessa – che si consegna. É pronto a morire, ma morirá solo il suo aspetto esteriore. Grazie alla magia di Elphaba, ecco che facciamo la conoscenza dello Spaventapasseri.
Uomo di Latta, Spaventapasseri… Chi manca alla combriccola? Il leone, che altri non é che il leoncino liberato nella prima parte. Tuttavia, non ha vissuto la liberazione con gioia perché la gabbia era l’unica casa che conoscesse. Il rancore nei confronti di Elphie é evidente. E Dorothy? Resta una ragazzina di cui non si vede il volto, ma che – con una licenza poetica non troppo apprezzata – indossa le scarpette di Nessarose in quanto le sono state date da Glinda (?). Resta che il “Voglio tornare a casa, voglio tornare a casa” si sente parecchio!
A proposito di ragazzine, una delle scene più emozionanti – secondo il mio parere – é quella di Glinda bambina, nel giorno del suo compleanno. Ha tutto quello che desidera, forse anche di più. Tuttavia, quello che davvero vorrebbe, é saper fare una magia. La sua bacchetta magica non funziona perché non ha poteri magici. Eppure, un arcobaleno appare quando la agita. Questo perché Glinda avrebbe comunque incontrato la magia.
Elphaba e Glinda sono ancora più protagoniste in questa seconda parte, meno corale rispetto alla prima. Glinda non sa che Elphaba non la lascerà mai, neanche quando le sembrerá di averla vista sciogliersi… Glinda potrà essere Glinda La Buona, riaccogliere gli animali nel Mondo di Oz, ma nulla di questo sarebbe potuto succedere senza Elphaba.

Il punto di forza di questo film – che fa strano dire che é anche il punto di debolezza – sono le canzoni. Come accennato, questa seconda parte é forse troppo cantata. Magari con delle parti verbali in più si sarebbero potuti approfondire maggiormente alcuni personaggi. A proposito di personaggi secondari, la tenerezza di Dulcibear scalderá sempre i nostri cuori perché noi – fino a prova contraria – non siamo Uomini e Donne di Latta.
Per concludere, un omaggio all’amicizia, anche a quella bizzarra, che unisce i poli apparentemente opposti, ma che risplende in tutta la sua forza: E ora, in qualunque modo finiscano le nostre storie, so che tu hai riscritto la mia essendo mia amica…

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