Come finisce Hollywood
Come finisce Hollywood? La mini-serie in sette episodi targata Ryan Murphy è una lettera d’amore agli anni d’oro di Hollywood.
Soltanto nel suo ultimo episodio dal titolo “Finale in stile Hollywood”, la serie svela del tutto il proprio spirito revisionista e gioiosamente sovversivo. Andiamo per ordine e scopriamo cosa succede.
MEG: non tutto è perduto
L’episodio si apre con il funerale di Ace Amberg (Rob Reiner), capo nonché fondatore della Ace Pictures e marito di Avis (Patti LuPone).
La sera prima di morire, Ace aveva acconsentito ad avere Avis al suo fianco come vertice degli studios, e di distribuire Meg al cinema nonostante il rischio di boicottaggio che manderebbe la casa di produzione in bancarotta. Purtroppo tutto questo rimane una conversazione tra coniugi, che quella fatidica sera si erano ripromessi di dare un’altra possibilità al loro matrimonio.
Non essendo rimasto niente per iscritto circa le intenzioni di Ace riguardo a Meg, il suo avvocato requisisce l’unica pellicola del film e ordina di bruciarla.
Al funerale di Ace, Jack (David Corenswet) è furioso per la distruzione di Meg. Archie (Jeremy Pope) si chiede se possono girarlo da capo, ma il regista Raymond (Darren Criss) è perentorio: non possono trovare altri 500 mila dollari e rimettere in piedi la produzione.
In loro soccorso giunge, inaspettatamente, l’editor del film. Quest’ultimo si era insospettito quando aveva visto Henry Wilson (Jim Parsons) manomettere la pellicola di Raymond, e in gran segreto ne aveva realizzato una copia. Ainsley entra in possesso del suo film che credeva perduto: c’è ancora speranza per Meg!
Alla Ace Pictures, Dick (Joe Mantello), Ellen (Holland Taylor), Avis, Archie e Raymond discutono dei dettagli dell’uscita di Meg. Sarà la prima distribuzione su larga scala in 675 cinema, qualcosa di inaudito per i tempi. Il costo dei biglietti sarà ridotti di cinque centesimi, consentendo a chi non non ha mai potuto permettersi di andare al cinema di vedere Meg.
Se la loro strategia di marketing funzionerà, il film sarà un successo. Altrimenti, la pellicola manderà in fallimento la Ace Pictures.
Sul versante sentimentale, Ellen Kincaid ha trovato l’amore con Ernie (Dylan McDermott), che non le confessa soltanto di amarla ma anche la sua diagnosi di cancro terminale ai polmoni. I due decidono di vivere la loro storia fino alla fine, senza privarsi della gioia che hanno scoperto l’uno con l’altra.
Se qualche episodio prima aveva dovuto incassare il doloroso rifiuto di Dick, segretamente omosessuale, adesso Ellen può contare sull’amore di un uomo che non è destinato a rimanere al suo fianco per sempre, ma ciò che conta è l’oggi.
I due si sono conosciuti sul set di Meg: Jack, Raymond e Archie hanno affidato ad Ernie un ruolo per ringraziarlo di averli aiutati a raccogliere i 25 mila dollari necessari per costruire l’insegna di Hollywoodland per il film. Apparendo in Meg, Ernie realizza il sogno che ha conservato per trent’anni: diventare un attore.
Jack e Claire: finalmente insieme
Anche la relazione tra Claire (Samara Weaving) e Jack prosegue, con il benestare di Avis che aveva conosciuto quest’ultimo durante i suoi giorni da escort alla pompa di benzina di Ernie. Questa storia è un’ottima leva di pubbliche relazioni per il lancio del film, secondo Avis. Lei e la figlia sono diventate molto complici a seguito della scomparsa di ace: sono svanite le rivalità tra di loro da quando Avis ha riconosciuto il talento attoriale della figlia.
Nell’episodio precedente Jack ha detto addio a Henrietta (Maude Apatow), la moglie incinta di due gemelli. Lo stesso Jack aveva ammesso a Henry di non avere mai amato Henrietta, che aveva conosciuto prima di partire per la Seconda Guerra Mondiale (durante la quale Jack è stato di istanza ad Aviano). Castello voleva qualcuno a cui sentirsi legato durante gli anni del conflitto, una speranza a cui aggrapparsi.
Di ritorno negli Stati Uniti, il loro matrimonio è sempre stato secondario alle ambizioni di Jack che voleva a tutti i costi diventare “qualcuno” a Hollywood. Tra i suoi impegni alla pompa di Ernie e successivamente la parte in Meg, Henrietta si è sentita trascurata.
Intraprese così una relazione con Erwin Kaye, suo collega al locale Schwab’s: Henrietta rimane incinta di Erwin, che è senza ombra di dubbio il padre dei gemelli. Jack era talmente distratto da non rendersi conto che circa i tempi del concepimento, i conti non tornavano. Dopo aver partorito, Henrietta lascia Los Angels con Erwin alla volta di Evansville, nello stato dell’Indiana, dove prenderà in mano l’attività di famiglia. Jack le chiede scusa per come l’ha trattata, e i due piangono sommessamente mentre si dicono addio.
Lieto fine in stile Hollywood
L’azzardo di Avis, Dick e Ellen si rivela fortunatissimo. Meg è un trionfo, totalizzando il maggior incasso al botteghino degli ultimi sette anni. Nel giro di poche settimane, Jack Castello, Raymond Ainsley, Camille Washington e Archie Coleman diventano i talenti più ambiti di Hollywood.
Meg si aggiudica diverse nomination agli Oscar: Migliore attrice protagonista per Camille Washington, Miglior attore non protagonista per Jack Castello, Miglior film, Migliore attrice non protagonista per Anna Mae Wong, Miglior regia per Raymond Ainsley, Migliore sceneggiatura originale per Archie Coleman, Migliore editing e Miglior sonoro.
Prima del red carpet, Archie anticipa ad Avis che intende uscire allo scoperto con Rock Hudson (Jake Picking). I due innamorati non intendono più vivere la loro relazione nelle tenebre, e hanno deciso di fare coming out pubblicamente solcando il tappeto rosso mano nella mano. Archie dice ad Avis che è consapevole delle ripercussioni che questo potrebbe avere sulla loro relazione professionale: se Avis sarà messa alle strette, l’autore capirà un eventuale licenziamento.
Raggiunta per pranzo da Camille, Hattie McDaniel (Queen Latifah) sprona la sua giovane protégé ad esigere tutto quello che le spetta in vista della sua campagna per gli Oscar, confessandole che la sera della sua vittoria le fu negato l’accesso in sala perché nera. Questa vergogna non deve più ripetersi, ed è per questo che Camille dovrà sottrarsi ad un trattamento simile.
Arriviamo alla 20esima notte degli Oscar, che si tiene il 20 marzo 1948. Jack e in compagnia di Claire, Ernie è con Kincaid, Camille e Raymond sono insieme, e Archie fa il suo debutto al fianco del fidanzato Rock. Nonostante alcune proteste, i due sopravvivono al loro esordio. Henry Wilson è furibondo e cerca di rimettere in riga Rock, ma quest’ultimo lo licenza: non intende diventare un miserabile come lui. Camille, memore dei consigli di Hattie, lotta con l’usciere per sedersi in prima fila come da biglietto.
Ad accompagnare Dick alla cerimonia c’è John, il fidanzato che ha conosciuto la sera in cui ha dovuto rifiutare le avance di Ellen. Adesso che anche Dick ha potuto conoscere l’amore non intende più nascondersi, arrivando persino a fare coming out con Ace quando quest’ultimo lo aveva incalzato circa le indiscrezioni che giravano sul suo conto.
Arriviamo alla premiazione: Anna Mae Wong ottiene il meritatissimo Oscar, mentre Jack rimane a mani vuote. Il ragazzo è convinto di avere comunque vinto: di fronte ad Avis, Dick ed Ellen, Jack chiede a Claire di sposarlo; quest’ultima acconsente entusiasta.
Statuette anche per Camille, Raymond, e per Archie, che dichiara alla platea il suo amore per Rock: “Le vostre storie sono importanti, la vostra vita ha valore” dice dal palco. Meg è il miglior film dell’anno, aggiudicandosi anche la vittoria più ambita. Dietro le quinte, un commovente abbraccio tra Camille e Hattie segna il cambiamento epocale.
Entusiasta della vittoria, Avis estende il contratto di Archie per altri cinque anni e gli raddoppia lo stipendio: le sue storie continueranno ad essere raccontate.
Benvenuti a Dreamland
Un anno dopo, Henry Wilson è un uomo cambiato. Oltre ad aver smesso di bere da sei mesi, l’agente si è trovato un compagno e ha smesso di vivere una vita dissipata di ricatti e manipolazioni.
Henry vuole realizzare il primo film a raccontare una storia d’amore tra due uomini, e punta al suo ex assistito Rock Hudson per uno dei due co-protagonisti. La carriera di quest’ultimo ha vissuto una battuta d’arresto al seguito del suo coming out. Il ruolo nel suo film è il modo di Henry di chiedere scusa a Rock per tutto quello che gli ha fatto passare.
Le star e i vertici della Ace Pictures si riuniscono ad un funerale: Ellen Kincaid è sul pulpito intenta a pronunciare parole di elogio per la persona scomparsa. Inizialmente lo spettatore è portato a credere che si tratti del suo compagno Ernie, ma quest’ultimo raggiunge Jack e gli altri tra le prime fila.
Ad essere scomparso è Dick Samuels, stroncato nel giro di un anno da un tumore. “Muoio da uomo onesto” furono le sue ultime parole.
In onore di Dick, Henry propone ad Avis di realizzare il film sulla prima coppia gay del cinema. Jack e Rock hanno già acconsentito ad apparire nel film. Dopo alcune titubanze iniziali, Avis si commuove pensando a cosa avrebbe fatto Dick e per questo dà il via libera al film per conto della Avis Pictures.
La pompa di benzina di Ernie è il set del nuovo film di Raymond Ainsley: a produrlo c’è Henry Wilson. La storia è quella di Rock e Archie, che ha firmato la sceneggiatura, partendo da quando si conobbero in quell’esatto luogo due anni prima. Il titolo non poteva che essere “Dreamland”, ovvero la parola in codice con la quale i clienti di Ernie segnalavano il loro interesse ai servizi di escort.
La Hollywood di Ryan Murphy è una terra dei sogni, nella quale il revisionismo storico è quanto più lontano dalle distopie a cui ci hanno abituato serie come Black Mirror o L’uomo nell’alto castello.
Hollywood racconta un mondo in cui l’inclusività rappresentativa è arrivata settant’anni prima, dove le storie con protagonisti afro-americani o omosessuali sono accolte dal pubblico desideroso di ascoltare le loro storie. Un mondo dove gli attori non sono costretti a mentire circa la propria sessualità e a morire nello scandalo.
Riscrivere la storia di quegli anni potrebbe sembrare una risibile utopia per alcuni, ma è un obbligo etico assicurarsi che non possa più ripetersi.
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