Una comunità marginalizzata pretende di essere riconosciuta e di ottenere pari diritti agli occhi della società, mentre il popolo continua a riservare discriminazioni a chi è diverso e l’aristocrazia osserva questa lotta di classe tra l’annoiato e il divertito.
Non serve essere esperti di sociologia per leggere tra le righe del commento alla contemporaneità racchiuso in The Nevers, la serie di fantascienza ideata da Joss Whedon (già creatore di Buffy, Angel, Firefly nonché regista dei primi due film degli Avengers).
Agguantata da HBO dopo una lunga contesa che ha visto coinvolta anche Netflix, The Nevers ha esordito su Sky lo scorso aprile in contemporanea con gli Stati Uniti.
La serie con protagonista Laura Donnelly (Jenny Murray in Outlander) prende il via il 3 agosto del 1896, quando la Londra vittoriana è scossa da un evento soprannaturale che conferisce a certe persone – per lo più donne – abilità anormali con esiti che vanno dal meraviglioso al inquietante.
Sei anni dopo, la mutazione genetica dovuta all’elettricità sarebbe all’origine di questa nuova genia che terrorizza chi è ai piani alti e teme di essere soverchiato dai Toccati, così vengono chiamate le persone che dimostrano di avere poteri inusuali.
A prescindere dalla loro particolare “svolta”, tutti coloro che appartengono a questo gruppo sono in grave pericolo. Spetta all’enigmatica e inarrestabile vedova Amalia True (Laura Donnelly) e alla giovane e brillante inventrice Penance Adair (Ann Skelly) proteggere altre donne straordinarie come loro accogliendole al St. Romaulda’s Orphanage, un istituto dove trova riparo chi è stata ripudiata dalla propria stessa famiglia. Per assicurare l’incolumità dei Toccati, Amalia e Penance dovranno affrontare forze spietate pronte a tutto pur di annientare la loro specie.
Alla fine della prima parte – la prima stagione continua con altri sei episodi in arrivo prossimamente – The Nevers si mostra per ciò che è. Bisogna attendere fino all’ultimo atto per capire dove questa serie voglia andare a parare, ma ne vale la pena. Sebbene la premessa di una serie in costume che ha per protagoniste donne con superpoteri sia già allettante di per sé, l’ultimo episodio della parte 1 ci dimostra che The Nevers sarà molto più di questo.
Il mondo steampunk della Londra di fine Ottocento cede il passo ad una mitologia ben più ricca ed articolata che coinvolge elementi inter-dimensionali e viaggi nel tempo. Siamo di fronte alla serie televisiva più ambiziosa mai ideata da Joss Whedon, anche se il merito va in egual misura alla showrunner Philippa Goslett.
La retorica della diversità e della lotta per l’inclusione degli episodi iniziali, un tema fortemente appartenente allo zeitgeist, cede il passo ad una distopia che suggerisce allo spettatore quale possa essere il destino della specie umana qualora continuasse a rigettare il cambiamento, anziché interiorizzarlo.
L’elemento fantasy è sbalorditivo, merito di una produzione kolossal che assottiglia sempre di più la linea di demarcazione tra serialità televisiva e cinematica. Ad impreziosire il racconto di The Nevers ci pensa anche il cast. È un vasto gruppo di attrici e attori a portare in scena l’epica dei Toccati, coinvolgendo talenti del calibro di Eleanor Tomlinson (Poldark), Denis O’Hare (American Horror Story), Rochelle Neil (Das Boot), Ben Chaplin (Cenerentola), Tom Riley (Da Vinci’s Demons), Olivia Williams (Counterpart), e James Norton (Happy Valley).