The White Lotus, la satira raffinata sul privilegio
Il coraggio di guardarsi dentro è qualcosa che raramente si mette in valigia, quando si parte per una destinazione paradisiaca in vista di una settimana di relax. È questo il caso dei protagonisti di The White Lotus, la serie ideata da Mike White (già creatore di Enlightened con Laura Dern) per HBO.
Impensabile serie-rivelazione dell’estate americana, al punto da convincere l’emittente a rinnovarla per un secondo ciclo di episodi nonostante fosse stata congegnata come miniserie, The White Lotus è stata una delle prime produzioni a tornare sul set lo scorso autunno, quando l’apparente tregua tra la prima e la seconda ondata di pandemia dava poche speranze ai dirigenti televisivi di poter avere nuovi titoli da lanciare l’estate successiva.
Girata tra ottobre e dicembre dello scorso anno attorno a Maui, The White Lotus è una dramedy a tinte cupe imperniata sul mistero di un omicidio che viene anticipato allo spettatore all’inizio del primo episodio. Attraverso una serie di flashback, il pubblico ripercorre nell’arco di sei episodi la settimana di un gruppo molto particolare di villeggianti che approda al The White Lotus, resort extra-lusso destinato ad una clientela molto facoltosa (e molto bianca).
Il manager Armond (Murray Bartlett, già visto in Looking sempre per HBO), nevrotico factotum dell’hotel a un passo dal baratro, accoglie i nuovi arrivi salutandoli con fare rassicurante sulla spiaggia insieme a Belinda (Natasha Rothwell, tra le protagoniste di Insecure su HBO), a capo della spa del resort.
Ci sono Shane (Jake Lacy) e Rachel (Alexandra Daddario) Patton, una giovane coppia in luna di miele alle prese con una crisi di identità, Tanya McQuoid (una straordinaria Jennifer Coolidge), una ricchissima donna alle prese con l’elaborazione del lutto della madre, la famiglia di Nicole Mossbacher (Connie Britton), top manager di un’azienda tech che è accompagnata dal marito Mark (Steve Zahn), dai figli adolescenti Olivia (Sydney Sweeney) e Quinn (Fred Echinger) e dalla migliore amica della figlia Paula (Brittany O’Grady).
Di chi è il cadavere che si intravede all’inizio del primo episodio? Come succede che una settimana di vacanza a cinque stelle si tramuti in un incubo capace di mettere in discussione le vite di ciascuno degli ospiti? Questi sono soltanto due degli interrogativi sfiorati dalla riflessione di Mike White, il quale suggerisce che l’ossessione contemporanea – e occidentale – per l’idea di “staccare” sia sintomatico di qualcosa di molto più oscuro. Possiamo scappare da noi stessi, ma farlo in un resort alle Hawaii non cambierà il risultato.
L’umorismo di The White Lotus è complesso. La satira che pervade la serie attraversa concetti estremamente presenti nel dibattito sociale, a partire dal privilegio che qui assume le connotazioni del white privilege, per snodarsi in un discorso intersezionale che riporta al centro temi come etnia, reddito e accesso.
Più che una lotta di classe, quella rappresentata in The White Lotus è l’inizio di un percorso di autocoscienza che il sistema culturale americano sta cominciando a intraprendere nei riguardi del proprio passato – la realtà degli hawaiiani riporta al centro il colonialismo, così come il tropo dei magic locals – e del proprio presente che spesso continua ad ignorare le istanze di appropriazione culturale.
Nel mondo di The White Lotus così come nel “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, tutto cambia perché nulla cambi. Gli ospiti si troveranno di fronte ai loro limiti più dolorosi, eppure scegliere di restare fedeli a loro stessi è, nella maggior parte dei casi, il gesto che ispira maggiore indulgenza nei loro confronti.
The White Lotus è disponibile in streaming ogni lunedì dal 30 agosto su NOW con due episodi inediti. Il gran finale è previsto per il 13 settembre: a partire da quella data la prima stagione completa sarà accessibile agli abbonati NOW.