La Dama Velata, ambientazione del soggetto
La fiction con protagonisti Miriam Leone e Lino Guanciale, rispettivamente nei panni di Clara e di Guido Fossà, La Dama Velata, torna in replica su Rai 1 da domenica 31 luglio 2022. Ripeschiamo le parole dello sceneggiatore Francesco Arlanch a un passo dal debutto in tv, avvenuto sul primo canale Rai il 17 marzo 2015. De La Dama Velata, l’ambientazione del soggetto è diversa da quella poi adottata nel concreto nella fiction.
Per quanto il punto di partenza sia il soggetto scritto da Lucia Zei, l’ambientazione è cambiata perché costituisce un problema. Il soggetto ruota intorno a una ragazza dalle nobili origini, ma che il padre rifiuta al momento della nascita. Viene, così, allevata da contadini. Una volta diventata maggiorenne deve tornare sotto il controllo paterno e si trova a tu per tu con un dilemma romantico. “Nel soggetto di partenza la storia si svolgeva negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, poco dopo la metà dell’Ottocento, e le vicende si dipanavano nella campagna lombarda, fra le cascine di Treviglio e la città di Milano.” Queste le affermazioni dello sceneggiatore Francesco Arlanch nelle note di sceneggiatura. Perché questi ingredienti non vanno bene per lo scopo? Per motivazioni produttive e di “look” della fiction l’ambientazione cambia.
Dove è ambientata La Dama Velata in realtà

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In realtà la fiction, nonostante il soggetto proponga un’ambientazione lombarda, vede come sfondo le pendici delle Dolomiti e un diverso arco temporale.
In che anni è ambientata La Dama Velata
Rispetto al soggetto iniziale, lo sceneggiatore Francesco Arlanch spiega che la scelta finale è quella “di ambientare la storia alla fine del secolo, sulla soglia del Novecento”. Questo salto temporale e la diversa ambientazione comporta una necessaria rivisitazione di tanti aspetti dei personaggi e della trama. Tra l’altro, non è di secondaria importanza il fatto che “passare dalla Lombardia al Trentino, alla fine dell’800, significava passare dall’Italia all’Impero Austro-Ungarico…”, che dà tutta un’altra cornice ai fatti.
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