Giorgio Tirabassi è Libero Grassi
A Testa Alta – Libero Grassi è il primo capitolo del ciclo di film TV prodotti da Mediaset e Taoduefilm, in onda domenica 14 gennaio alle 21.10 su Canale 5. La storia racconta della vicenda che ha come protagonista Libero Grassi, imprenditore tessile siciliano che per primo si ribellò al potere mafioso. Ad interpretarlo troviamo Giorgio Tirabassi, già conosciuto dal grande pubblico televisivo per le sue rinomate interpretazioni di Paolo Borsellino nella miniserie Tv Paolo Borsellino e di Roberto Ardenzi in Squadra Mobile. Libero Grassi non cedette mai di fronte alle intimazioni mafiose, e scrisse una lettera aperta, pubblicata sul Giornale di Sicilia, in cui spiegava il perché non voleva pagare 50 milioni di lire a Cosa Nostra. L’imprenditore venne ucciso il 29 agosto 1991 mentre si recava a piedi al lavoro.
Marco Bocci è Giuseppe Francese
Il secondo capitolo del ciclo di film Liberi Sognatori, dal titolo Delitto di Mafia: Mario Francese, andrà in onda domenica 21 gennaio alle 21.10 su Canale 5. Il film racconta di Giuseppe Francese, figlio del cronista siciliano Mario Francese, interpretato da Marco Bocci. Tutto, come si evince dal titolo, ha inizio dall’omicidio del giornalista, ucciso per mano della mafia nel 1979. Mario Francese è stato uno dei più tenaci giornalisti che si sono schierati contro la mafia. Per anni ha portato avanti inchieste e ricerche sull’attività della criminalità organizzata, arrivando a sostenere pubblicamente la responsabilità della mafia nell’omicidio del giornalista Cosimo Cristina. ucciso nel 1960.
Il film racconta però della storia del figlio Giuseppe Francese, che ha investito l’intera vita a cercare i mandanti dell’omicidio del padre. Dopo anni passati con quest’unico obiettivo, Giuseppe ottenne la sentenza che voleva: la mafia era pubblicamente e ufficialmente accusata dell’omicidio di Mario Francese. Dopo aver ricevuto questa notizia, Giuseppe si tolse la vita lasciando solo un biglietto: “Ho svolto il mio compito, ho fatto il mio dovere, vi abbraccio tutti, scusatemi”.
Cristiana Capotondi è Renata Fronte
Il terzo appuntamento con Liberi Sognatori è fissato per domenica 28 gennaio alle 21.20, su Canale 5. Questa volta viene raccontata la storia di una donna Renata Fronte, politico italiano ucciso a Lecce nel 1984. Interpretata dalla bravissima Cristiana Capotondi, Renata Fronte faceva parte dello schieramento del PRI, e dal 1982 si trovava a ricoprire l’incarico di Assessore alla cultura e alla pubblica istruzione nel comune di Nardò, dove era nata e cresciuta. Per anni il suo omicidio su avvolto al mistero, e in parte lo è tutt’ora, ma la spiegazione più accreditata è sempre stata quella che collegava l’assassinio alla criminalità organizzata.
Si ipotizza, infatti, che la donna una volta eletta abbia impedito che venissero attuate alcune speculazioni edilizie sul territorio di Porto Selvaggio, oggi Parco naturale regionale. In questo modo si metteva in una posizione scomoda nei confronti di chi su quelle terre avrebbe potuto – e voluto – trarre grandi profitti. Per il suo omicidio sono stati condannati gli esecutori materiali Giuseppe Durante, Marcello My e gli intermediari Mario Cesari e Pantaleo Sequestro.
Greta Scarano è Emanuela Loi
Anche l’ultima puntata del ciclo di film Liberi Sognatori, in onda domenica 4 febbraio alle 21.20 su Canale 5, è dedicato ad una donna. Una delle donna più coraggiose che siano mai esistite: Emanuela Loi. Interpretata da Greta Scarano, Emanuela Loi era un’agente di Polizia facente parte della scorta di Paolo Borsellino. La storia racconta di una donna che non era impassibile di fronte al pericolo della mafia, anzi ne era talmente cosciente da esserne spaventata, ma questo non è bastato per scalfire il suo animo e le sue convinzioni. Nonostante la paura infatti Emanuela ha accettato di far parte della scorta di Paolo Borsellino, scelta che le è costata la vita.
Il 19 luglio 1992 era infatti con il magistrato quando fu eseguita la strage di Via d’Amelio a Palermo. Insieme a lei persero la vita i colleghi Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli, oltre ovviamente a Paolo Borsellino. Post Mortem le fu assegnata una medaglia al valore civile con la seguente motivazione:
“Preposta al servizio di scorta del giudice Paolo Borsellino, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva a causa della recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell’ordine giudiziario e delle Forze di Polizia, assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni”.
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