Su Disney+ in streaming arriva “Luca”, il nuovo film Disney e Pixar
“Silenzio, Bruno!”. Sono queste le paroline magiche sussurrate da Luca, il protagonista del nuovo film Disney e Pixar al debutto venerdì 18 giugno in streaming su Disney+, ogni volta che è chiamato al coraggio.
Solo dopo averle pronunciate, Luca abbandona la paura e capisce di essere pronto a lanciarsi giù da una discesa in sella ad una bici malmessa, o ad infrangere per la prima volta la superficie del mare per raggiungere la terraferma, e con essa tutti i suoi sogni.
Entra ora nel mondo Disney+
Luca è il primo lungometraggio diretto da Enrico Casarosa, animatore e regista ligure candidato agli Oscar con il cortometraggio d’animazione “La Luna” del 2011, oltre ad avere già collaborato a classici Pixar quali Cars – Motori ruggenti, Ratatouille e Up.
Pixar Animation Studios gli affida poi la regia di Luca, un racconto di formazione ambientato in uno dei posti più caratteristici e suggestivi del mondo.
Per ricrearlo, Casarosa attinge ai luoghi della propria infanzia, con i panorami soleggiati, il suono del mare e il profumo di salsedine che, da bambino, hanno accompagnato le sue magiche estati in Liguria. Ci troviamo nell’Italia di fine anni Cinquanta: alle avventure di Luca fa da cornice la coloratissima cornice della Riviera ligure.
Ecco di cosa parla “Luca”, il film di Enrico Casarosa

È un’emozionante omaggio all’Italia il 24° lungometraggio targato Pixar al debutto dopo il successo del fantasy suburbano “Onward – Oltre la magia”, e dell’appassionante racconto jazz “Soul”, quest’ultimo vincitore del Premio Oscar 2021 come Miglior Film d’Animazione.
Anche nel caso di “Luca”, la storia è arricchita dall’aspetto magico, quello che nel film si rivela essere una “bella lezione agli umani”. Questo perché Luca (nella versione italiana a prestare la voce è Alberto Vannini, voce originale di Jacob Tremblay, l’enfant prodige di “Room” e “Wonder”) e il suo nuovo amico Alberto (Luca Tesei, voce originale di Jack Dylan Grazer, visto recentemente nella serie “We Are Who We Are” di Luca Guadagnino) nascondono un segreto: sono delle creature marine provenienti dal mondo sommerso.
Nonostante la loro natura anfibia, come tutti i piccoli sono animati da una grande curiosità che li spinge a voler esplorare il mondo. Sognano di costruire una Vespa e prendere il volo lontani dalla loro isola circoscritta. “Vespa è libertà”, urla Alberto quando prova a convincere Luca a compiere il salto verso l’ignoto, e in questo caso verso la terra degli umani.
Fuori dall’acqua, per Luca è tutto nuovo. Dal vento fresco che gli accarezza il viso alla sabbia scottante sotto i piedi, dagli alberi alle stelle, secondo lui dei pesciolini lontani. Ogni cosa è bella e misteriosa, come tutte le prime volte: imparare a camminare, ad usare una forchetta o ad andare in bici. Così Luca si lascia trasportare dalla sua voglia di avventura violando le regole del mondo sottomarino imposte dai suoi genitori per raggiungere gli umani.
Ma se da una parte i due giovani si aprono amichevolmente all’estraneo, dall’altra l’essere umano non supera la sua paura nei confronti del diverso, finendo così per attaccare quello che non riesce a comprendere. Per fortuna però esistono le eccezioni, come nel caso dell’estroversa e avventuriera Giulia (Sara Ciocca nell’edizione italiana, voce originale di Emma Berman), scettica all’idea dell’esistenza dei mostri marini ma non per questo meno affettuosa nei confronti di Luca e Alberto.
Insieme, i tre amici uniscono le forze per intraprendere una sfida senza precedenti, dimostrando al borgo immaginario di Portorosso e al suo bullo Ercole Visconti (doppiato dal comico Saverio Raimondo sia nella versione originale che in quella italiana), che è possibile cambiare e vivere secondo giustizia.
Poco male se “Alcune persone non lo accetteranno mai”: non per questo si deve rinunciare ai propri sogni. Nella sua gioiosa innocenza di pesce fuor d’acqua, “Luca” ci ricorda proprio questo.
Tra le artiste e gli attori che hanno prestato la loro voce alla versione italiana del film troviamo anche Luca Argentero (Lorenzo Paguro), Giacomo Gianniotti (Giacomo), Orietta Berti (Concetta Aragosta), e Fabio Fazio (Don Eugenio, prete di Portorosso), assieme a due grandi della comicità italiana: Marina Massironi (Signora Marsigliese anche nella versione originale) e Luciana Littizzetto (Pinuccia Aragosta).
Tra i camei presenti nel film quello del “vero” Alberto, il migliore amico d’infanzia del regista Enrico Casarosa (pescatore, mentre nella versione originale del film, questo personaggio è doppiato da Enrico Casarosa), e degli influencer Luciano Spinelli e Nick Pescetto (prestano la voce ai contadini di mare).
“Luca”, lettera d’amore all’Italia

Nasce come “una lettera d’amore all’Italia” il lungometraggio diretto da Enrico Casarosa e prodotto da Andrea Warren (il corto “Lava”, “Cars 3”). Ad affermarlo è lo stesso regista che ammette di raccontare una storia profondamente personale ispirata alla sua infanzia trascorsa a Genova.
Anche per il racconto dell’amicizia tra Luca e Alberto, Casarosa ha attinto dalle esperienze che hanno accompagnato la sua giovinezza negli splendidi scenari delle Cinque Terre tra avventure, freschi tuffi in mare e memorabili giri in Vespa.
In “Luca” è racchiuso il racconto, seppur a tratti fiabesco, del Bel Paese connotato dal tipico gesticolare, dalle parole dai suoni buffi e dai colori accesi. L’omaggio all’Italia però non si limita al dato visivo, ma risuona anche nella particolare colonna sonora coi grandi classici della nostra tradizione musicale classica e pop, a partire da “Il gatto e la volpe” di Edoardo Bennato, passando poi per Gianni Morandi con “Fatti mandare dalla mamma”, fino a sfiorare le celebri note del “Largo al factotum” tratto dal “Barbiere di Siviglia” di Giacomo Rossini.
A curare la colonna sonora di Luca è il premiato compositore Dan Romer (“Maniac”). Non mancano poi le citazioni al grande cinema italiano, come nel caso di “Pinocchio”. I più attenti si accorgeranno anche di qualche immagine sfuggente di Marcello Mastroianni ora in una foto, ora in tv.
Casarosa ammette di aver racchiuso nella sua opera elementi dal cinema di Federico Fellini e di essersi ispirato anche a quello di Hayao Miyazaki, fondatore del celebre Studio Ghibli. Il risultato è un appassionante e nostalgico racconto di crescita personale con l’intento di rammentare a tutti, adulti e bambini, che basterebbe un “Silenzio, Bruno!” per smettere subito di sentirsi inadatti di fronte ai propri sogni.
Lascia un commento