Noi ha concluso la sua messa in onda domenica 10 aprile, salutando il pubblico di Rai 1 che ha seguito con passione le vicende della famiglia Peirò. Un’operazione che ha fatto discutere sin dal suo annuncio, quella di realizzare un remake italiano di This Is Us.
Nonostante Rai abbia confezionato dei rifacimenti di serie americane con un certo successo – sempre con Cattleya ha realizzato Tutto può succedere che attingeva dal Parenthood statunitense – la grandissima popolarità di This Is Us ha portato una certa parte del pubblico italiano, specialmente quello giovane che si sta riavvicinando alle fiction Rai grazie a successi recenti come DOC, Blanca e L’amica geniale, ad accogliere Noi con una certa freddezza.
La fiction si è chiusa con ascolti in crescita rispetto alla penultima puntata – il sesto appuntamento è stato seguito da più di 3 milioni e 600mila spettatori con uno share pare al 17.5% – il che suggerisce che ci sono spettatori e spettatrici che hanno voluto sapere quali dei misteri della famiglia Peirò (tra questi, spicca quello della scomparsa di Pietro) sarebbero stati svelati nel finale di stagione.
Adattare una serie americana, specialmente una con un elemento nazionale così forte come This Is Us, non è mai facile. Diventa compito ancor più arduo se lo show originale è così amato trasversalmente da critica e pubblico. Tuttavia il discorso televisivo attorno a Noi non può prescindere da un fatto: gli spettatori Rai per i quali Noi è stata pensata non sono necessariamente, se non in mini parte, gli stessi che guardano (o guarderebbero) l’originale This Is Us. Questa è anche una delle ragioni che hanno portato ad alcuni cambiamenti di adattamento nell’edizione italiana.
Non ha senso entrare nel merito di un prodotto come Noi continuando a trarre paragoni con This Is Us. Noi va giudicata come una fiction del panorama italiano in primis, perché l’opera originale risponde a esigenze di mercato, di emittente e di fasce demografiche di pubblico corrispondenti al panorama televisivo americano. È molto ingenuo pensare che la messa in onda dell’originale This Is Us in prima serata su Rai 1 sarebbe stata in grado di totalizzare ascolti anche vagamente avvicinabili a quelli di Noi, per non parlare della linea editoriale della rete.
In tutto questo, resta una sola domanda. Perché, anziché affidarsi a rifacimenti di prodotti internazionali di successo, non si ricomincia a scommettere su storie originali, magari scritte dai numerosi talenti autoriali italiani? Sicuramente c’è il timore di portare a casa ascolti sotto la media, il che fa propendere per programmi già collaudati e con un marchio forte. Come hanno dimostrato i recenti successi di Blanca e DOC, il settore audiovisivo italiano è in grado di realizzare progetti che non hanno nulla da invidiare alle grandi produzioni internazionali.
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