Sopravvissuti, un seguito per la fiction Rai?
Quale seguito per Sopravvissuti? Si è conclusa martedì 1 novembre la messa in onda dei dodici episodi che compongono la prima stagione della fiction con protagonista Lino Guanciale. La serie – un mystery che in molti hanno paragonato a show come Lost o Manifest – rappresenta grande coproduzione internazionale a guida italiana dell’Alleanza Europea, che ha visto Rai collaborare con i due servizi pubblici dell’Europa continentale France Télévisions (Francia) e ZDF (Germania).
Salpata dal porto di Genova, l’imbarcazione Arianna – che avrebbe accompagnato dodici passeggeri lungo una traversata emozionante – viene ritrovata un anno dopo essere svanita dai radar al largo delle coste venezuelane. Della barca è rimasto soltanto un relitto con a bordo – vivi – soltanto sei membri dell’equipaggio. Spetterà a Luca (Lino Guanciale) – alla guida del cantiere Leone che ha organizzato la traversata – e al resto dei viaggiatori dipanare la complicata matassa di cosa è successo veramente su quella barca.
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Chi si domanda se ci sarà una continuazione potrebbe non essere entusiasta dall’apprendere che, ad oggi, Rai non ha ufficializzato la prosecuzione della serie. A onor del vero i risultati di Auditel – misurazione che ha un peso considerevole nelle valutazioni inerenti a rinnovi o chiusure di programmi e fiction – non hanno spesso premiato Sopravvissuti, che spesso ha “perso” la sfida con la puntata del lunedì del Grande Fratello Vip.
Sebbene con le ultime due serate la fiction sia cresciuta rispetto agli appuntamenti precedenti – lunedì 31 ottobre ha totalizzato il 16.1% di share, mentre martedì 1 novembre il 15.4% – Sopravvissuti ha ottenuto risultati inferiori rispetto agli altri prodotti fiction in onda sulla prima rete Rai. Va detto che questa fiction si discosta non poco dai prodotti – polizieschi, light comedy, family drama – che costituiscono i capisaldi fiction di Rai.
Sopravvissuti è un esperimento, e come tale andrebbe forse incoraggiato con una seconda stagione. Con i dovuti aggiustamenti, prendendo atto di cosa forse non ha funzionato al meglio (i dialoghi, per esempio). Eppure prodotti in grado di scuotere lo scenario audiovisivo nostrano dimostrando che anche l’Italia è in grado di cimentarsi in generi come il mystery, dovrebbero essere coltivati dalle emittenti e sostenuti, anziché abbandonati.
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