Jimmi Simpson: William potrebbe avere un ruolo chiave in Westworld
I personaggi di Westworld, in base a ciò che abbiamo visto finora, possono essere distinti principalmente in tre categorie: i proprietari e i gestori del parco (Dr. Ford, Bernard Lowe, Cullen etc), gli androidi che popolano il parco ( Dolores, Maeve, Teddy etc) e i visitatori, che si abbandonano a ogni efferatezza, approfittando dell’impunità per qualsiasi azione commessa.
Nella seconda puntata, Chestnut, una coppia di amici arriva a Westworld. William e Logan ricalcano la coppia del film originale Blane e Martin, fornendo allo spettatore il punto di vista dei turisti del parco, dal momento in cui arrivano e compiono le prime scelte propedeutiche all’inizio del gioco.
William è ciascuno di noi, incarna la nostra sensazione di spaesamento, di paura, di sbigottita incomprensione e ci guida all’esplorazione supponendo che sia esattamente quello che faremmo. E’ la nostra finestra sul mondo di Westworld, l’elemento umano che non approda lì per sua volontà, che ha dovuto lottare per ottenere quello che ha nella vita reale, che ha delle responsabilità e che necessariamente deve seguire delle regole.
Jonathan Nolan e Lisa Joy sono profondamente consapevoli della condizione umana, di ciò che molti farebbero per il potere o per esercitare il libero arbitrio completamente immuni dalle conseguenze. Principalmente sanno, che nonostante il desiderio di liberarsi dalle convenzioni, ne siamo tutti influenzati. Allo stesso modo, il fatto che gli androidi siano di fatto delle intelligenze artificiali, non significa che non siano vive.
Soprattutto William vuole capire e noi con lui. L’elemento rappresentato da questo personaggio sarà presente per tutta la stagione: nelle puntate trasmesse finora è stato gettato il seme di quanto accadrà in seguito.
Il lavoro di Jimmi Simpson (William) per rendere al meglio il suo ruolo non è stato dei più semplici. Le informazioni venivano rilasciate episodio per episodio, giusto in tempo perché ciascuno potesse lavorare sulla sua parte per uno o due giorni, per una settimana al massimo. Quando il cast coinvolto riceveva la scrittura partiva un tam tam di messaggi, che cessava per i 45 minuti necessari a leggere il tutto, per riprendere più concitato che mai nel commentare ciò che sarebbe accaduto.
Nessuno di loro è stato consapevole dell’arco del proprio personaggio e questo ha permesso di tirare fuori il massimo da ciascuno di loro. La produzione ha saputo creare, nell’opinione di Simpson, il clima giusto per superare ogni difficoltà, curando con precisione la scrittura, trasmettendo amore ed entusiasmo, ma soprattutto una grande professionalità. Sapendo che gli attori avevano a disposizione poche informazioni, Nolan e Joy erano sempre pronti a offrire qualcosa che mettesse sulla giusta strada, creando nel contempo la giusta dose di aspettativa e di impegno per fare in modo che l’insieme avesse il senso desiderato.
Fonte: Esquire
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