Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, dal 22 dicembre su Netflix
Zack Snyder ci riprova con una nuova saga, partendo dal film Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, dal 22 dicembre su Netflix. Progetto diviso in più parti (un secondo film in arrivo il 19 aprile 2024 sempre solo su Netflix), diretto e scritto da Snyder con Shay Hatten e Kurt Johnstad. Si tratta della quinta collaborazione con Netflix per Hatten, dopo Army of the Dead – insieme a Snyder, il prequel Army of Thieves , lo spin-off animato Army of the Dead: Lost Vegas e il film di caccia ai vampiri Day Shift con Jamie Foxx.
Il film Rebel Moon prodotto in casa Snyder è definito come “un evento epico tra scienza e fantasy” la cui realizzazione ha richiesto decenni di lavoro. Il ricco cast è guidato da Sofia Boutella (La mummia-2017), Djimon Hounsoou (Il gladiatore), Charlie Hunnam (Sons of Anarchy), Anthony Hopkins (Il silenzio degli innocenti), Michiel Huisman (Hill House) , Ed Skrein (Deadpool), Doona Bae (Sense8), Ray Fisher (True Detective) e Corey Stoll (Billions).
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, trama
Dopo un atterraggio di fortuna su una luna ai confini dell’universo, la forestiera dal passato misterioso Kora (Sofia Boutella) inizia una nuova vita in un tranquillo insediamento di agricoltori. Presto diventa l’unica speranza di sopravvivenza della comunità. Il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario, l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini hanno inconsapevolmente venduto i raccolti ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher). Capi di un agguerrito gruppo di insorti perseguitati dal Mondo Madre. Insieme a Gunnar (Michiel Huisman), un contadino dal cuore tenero che non conosce la realtà della guerra, Kora parte in missione. Allo scopo di arruolare combattenti disposti a rischiare la vita per difendere il popolo di Veldt. Viaggiando in mondi diversi alla ricerca dei Bloodaxe, i due radunano una manciata di guerrieri accomunati dal bisogno di redimersi. Il pilota e mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario comandante Generale Titus (Djimon Hounsou), la maestra di spada Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dal passato regale Tarak (Staz Nair) e il combattente della resistenza Milius (E. Duffy). Jimmy (doppiato da Anthony Hopkins nella versione originale), un antico protettore meccanizzato nascosto dietro le quinte, si risveglia su Veldt con un nuovo scopo.
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, recensione
Il regista di 300 ricade in un’altra avventura fantascientifica. Sperimentando e creando nuovi mondi, personaggi e scenografie, dimenticandosi di scrivere una sceneggiatura che possa definirsi tale. Ancora una volta siamo di fronte a una versione tagliata di una director’s cut di 4 ore su una prima parte di un progetto costruito su due film. Non bene. Rebel Moon 1 è probabilmente il secondo film peggiore dell’anno, dopo I Mercenari 4. La pellicola parte con una voce fuori campo che introduce lo spettatore in questo nuovo universo narrativo. Fin dall’inizio ci si immerge in una pentola di informazioni e ci si perde rapidamente.
Quello che ne esce dopo pochi minuti di film, è che Rebel Moon 1 sembra un assembramento di citazioni e riferimenti alle grandi saghe di fantascienza. Il risultato però è una versione parodistica, con un senso di confusione sul timbro che Snyder volesse dare al suo film. Serioso e dark? Cyberpunk e ironico? L’impegno non manca. Il desiderio del regista di creare il suo Star Wars si vede. La voglia di sperimentare, creare nuovi mondi, nuove creature dello spazio, tecnologie, ecc… ma la resa degli effetti visivi penalizza il tutto. Combattimenti in primis, dove è stato tolto il sangue di netto.
Citazionismo che diventa parodia involontaria
Così come con in film di Fast and Furious che hanno un tipo di giudizio specifico, anche per Snyder vale lo stesso principio. Sappiamo già che vedremo tanti slow motion e spiegoni riempitivi. Ed è qui che entra in gioco il problema numero 1 di questo film: la sceneggiatura. Senza dubbio Rebel Moon Parte 1 è uno dei film con la sceneggiatura più casuale mai scritta. Buchi di trama senza precedenti. Nella fase in cui Kora e il suo amico contadino vanno in cerca di ribelli da arruolare, si raggiunge il picco. Citando James Gunn, Snyder utilizza le didascalie per indicarci i nomi dei pianeti dove si spostano i personaggi. Senza contesto narrativo, troviamo nuove figure che incontrano Kora. Dopo delle quest da videogioco o discorsi motivazionali, questi “eroi ribelli” decidono dopo due battute di unirsi alla causa. Per il resto del film i personaggi non esistono praticamente.
Come non menzionare, poi, le inquadrature alla Conan il barbaro, o come non apprezzare che davanti ad un ippogrifo ci si inchina (Harry Potter insegna). Tante piccole immagini prese da sole, ma il risultato è un videogioco fantasy del 2004.
Intermedia storytelling
Il film ha tratti cyberpunk fantasy e cita senza nasconderlo Matrix o il mondo di Ghost in the Shell. Il problema è che il risultato visivo è come vedere Dune di Lynch, ma nel 2023. Il budget di questo film è finito tutto negli attori. Charlie Hunnam – per esempio -, aveva bisogno – giustamente – di liquidi.
Se c’è qualcosa da salvare, direi che la colonna sonora è anche fin troppo sprecata per questo film. In generale la recitazione è discreta, anche se la protagonista Sofia Boutella porta a casa un lavoro degnamente, forse con troppe scivolate. Curiosità finale. Nel cast ci sono due attori che hanno interpretato lo stesso ruolo in Game of Thrones, Daario Naharis. Ed Skrein nella stagione 3, poi sostituito da Michiel Huisman. Ora aspettiamo aprile per la parte 2. Mentre Snyder vorrebbe allargare il franchise trasformandolo in un intermedia storytelling. Fumetti, videogiochi e altri media che potrebbero funzionare meglio rispetto alla trasposizione cinematografica.
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