
Riverdale 2×06 “Death Proof” recensione:
Il sesto episodio della seconda stagione di Riverdale, Death Proof (A prova di morte), prende il titolo dall’omonimo film di Tarantino uscito nel 2007, in cui protagoniste entrano nel mirino di un serial killer, che ama uccidere le sue vittime a bordo della sua vettura “a prova di morte”.
L’assassino e le auto sono quindi i punti focali di questo episodio, in cui gli amici si ritrovano e superano, almeno temporaneamente, le incomprensioni che li hanno divisi. Il killer continua a minacciare Betty obbligandola a scoprire per lui chi c’è davvero dietro lo spaccio al Liceo del Sud.
E’ chiaro che non sono le Vipere, come invece credono il Sindaco e i genitori dei ragazzi della zona nord, alla ricerca di un colpevole da accusare dell’ondata di odio e violenza che attraversa la città. La soluzione più immediata è organizzare una retata contro i membri delle gang e arrestarne quanti più membri possibili per calmare le acque, senza spendere un minuto alla ricerca della verità.

Jughead si ritrova quindi senza appoggi e assieme a Archie cerca una soluzione per assicurare una pace almeno temporanea nel territorio delle gang. Una gara clandestina di auto diventa quindi il mezzo per la spartirsi il territorio e la necessità di una vittoria ad ogni costo, fa sì che Jug, Betty, Veronica e Archie ritrovino l’armonia perduta.
Proprio l’appoggio degli amici aiuta Betty a trovare la forza di ritrovare sé stessa e di reagire alle minacce del Killer in modo del tutto inaspettato. La ragazza della porta accanto non è quello sembra, la porta del suo lato oscuro, con cui l’uomo incappucciato l’ha messa in contatto, ormai è aperta e la speranza è che riservi degli sviluppi interessanti.
Un cenno merita la storyline di Cheryl, che in questa puntata ha un ruolo decisivo nell’indentificare l’insospettabile spacciatore. La fredda determinazione che la caratterizza vacilla davanti alle azioni della madre, che la mortificano come figlia e come donna. Il rapporto complesso tra loro e quello che emerge sulla rispettabile famiglia Blossom è un perfetto esempio di ciò che afferma Jughead all’inizio della puntata: a Riverdale tutti indossano una maschera e quando questa cade, anche rimettendosela, non è più possibile nascondere quello che si nasconde sotto.
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